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Quentin Tarantino e il suo Cinema: Le Iene

Angelo De Giacomo 2 anni fa 4 commenti 5
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Regista che non ha bisogno di presentazioni, Quentin Tarantino deflagra su Hollywood nel 1994, anno in cui esce Pulp Fiction, che vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes e  l’Oscar per la miglior sceneggiatura. Il suo esordio registico risale però a due anni prima, con Le Iene, film corale al maschile, con alcuni degli attori che lo accompagneranno in tutta la sua carriera (Michael Madsen, Tim Roth, Harvey Keitel) fatta di pellicole personali.

Contenuti
Le Iene (Reservoir Dogs) – 1992TramaAnalisi
Ritratto uma thurman
Quentin tarantino con uma thurman a cannes. La sua musa indiscussa.

Immagini violente, sceneggiature crude e a volte sconcertanti, abbondanza di sangue, esibito con disinvoltura e palesemente finto sono solo alcuni degli aspetti dei suoi lavori. Definirlo solo un regista è riduttivo, perchè nel ruolo di sceneggiatore è persino più bravo, in quello di produttore avveduto e intuitivo, se è vero che ha lanciato Robert Rodriguez (Dal Tramonto all’ Alba, 1995) e Frank Miller (Sin City, Trecento). Di seguito troverete una recensione del suo primo film, cui se vi piacerà, seguiranno le altre. In attesa del suo prossimo lavoro, The Movie Critic, col quale potrebbe dare l’addio al grande schermo, ripercorriamo la sua carriera. Silenzio in sala.

Le Iene (Reservoir Dogs) – 1992

Regia: Quentin Tarantino; soggetto e sceneggiatura: Quentin Tarantino; fotografia: Andrzej Sekuła; scenografia: David Wasco, Sandy Reynolds-Wasco; costumi: Betsy Heiman; trucco: Michelle Buhler; musiche: AA.VV.; effetti speciali: Larry Fioritto; montaggio: Sally Menke (e Quentin Tarantino); interpreti: Harvey Keitel (Mr. White/Larry Dimmick), Tim Roth (Mr. Orange/Freddy Newandyke), Michael Madsen (Mr. Blonde/Vince “Sorriso” Vega), Chris Penn (Eddie “il Bello” Cabot), Steve Buscemi (Mr. Pink), Lawrence Tierney (Joe Cabot), Quentin Tarantino (Mr. Brown), Edward Bunker (Mr. Blue), Kirk Baltz (Marvin Nash), Randy Brooks (Holdaway); produzione: Lawrence Bender, Richard N. Gladstein, Monte Hellman, Ronna B. Wallace per Live America Inc., Miramax; origine: USA – 1992; durata: 99′.

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Trama

Los Angeles: il mafioso Joe Cabot, insieme  col figlio Eddie “il bello”, raduna sei rapinatori professionisti per un colpo ai danni di un grossista di diamanti. Il gruppo è composto in parte da vecchie conoscenze di Cabot, in parte da esperti criminali. Regola principale della banda è di non parlare mai di se stessi e di mantenere il reciproco anonimato, usando come nome quello di un colore. La rapina è una strage: i poliziotti arrivano troppo in fretta, qualcuno ha fatto la spia. I sopravvissuti si danno appuntamento in una casa sicura, chi sarà l’infiltrato?

Quentin tarantino
Il cast: edward bunker, steve buscemi, tim roth, lawrence tierney, chris penn, harvey keitel, quentin tarantino e michael madsen.

Analisi

Il Film introduce molti temi caratteristici del regista: la violenza, i dialoghi sfrontati e barocchi (leggi: ‘cazzeggio’), infarciti di turpiloquio, lo humour nero e la cronologia frammentata. Memorabile la scena iniziale nel bar in cui la banda discute sul significato della canzone Like a Virgin di Madonna, che trovate nel video qui sopra.

Le curiosità sulla produzione sono tantissime, a partire dal titolo originale Reservoir Dogs. Tarantino, affetto da dislessia, non riusciva a pronunciare il titolo del film di Louis Malle Arrivederci Ragazzi (Au revoir les enfants), che chiamava “The Reservoir Movie” e decise di unirlo al titolo di un classico di Sam Peckinpah: Straw Dogs. Samuel L. Jackson fece un’audizione per il ruolo di Mr. Orange, non ottenne la parte, ma impressionò a tal punto  tutti per le sue doti recitative, che gli venne riservato uno dei ruoli principali nel successivo film del regista, Pulp Fiction.

L’accoglienza della critica non fu subito positiva: di certo si trattava di un film rivoluzionario, ma forse il pubblico non era ancora pronto. Alla prima proiezione al Sundance Film Festival del 1992 la platea rimase turbata, reagì con fastidio alla violenza di alcuni momenti della pellicola, ritenuta da molti gratuita ed eccessiva. Il regista venne anche accusato di plagio: molte delle scene sono infatti rigirate su quelle di un film cinese City on Fire. Tarantino, grande intenditore di cinema orientale, ammetteva di averlo visto, rispondendo serafico: “I bravi artisti copiano, i grandi rubano”, parafrasando una dichiarazione attribuita al compositore Igor Stravinsky.

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4 commenti 4 commenti
  • Avatar di charlie charlie ha detto:
    Novembre 30, 2018 alle 13:37

    Grande film! Grazie alla recensione ho scoperto curiosità che non conoscevo! Per affezione gli avrei dato un 8, ma trovo l’analisi molto lucida (probabilmente piùdella mia ?)

    Rispondi
    • Avatar di angelo de giacomo Angelo De Giacomo ha detto:
      Novembre 30, 2018 alle 18:45

      Ti ringrazio. Ho dato “solo” 7 al film perchè nelle settimane a venire analizzerò tutti gli altri film di Tarantino. Non perderti le prossime recensioni!

      Rispondi
  • Avatar di salvatore Salvatore ha detto:
    Gennaio 23, 2019 alle 19:19

    Ottima analisi, lucida e puntuale. Pur non essendo un amante del genere, devo ammetterlo, penso correró a vedere almeno un paio di titoli. Continuate così.

    Rispondi
    • Avatar di angelo de giacomo Angelo De Giacomo ha detto:
      Gennaio 23, 2019 alle 20:01

      Grazie Sa. So che non è il tuo genere, ma alcuni dei film di Tarantino vanno certamente visti. Li ho recensiti tutti nelle scorse settimane, se non li trovi sul sito te li mando. Un abbraccio.

      Rispondi

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