La seconda parte della saga metterà in discussione la lealtà, gli amori e il rapporto fra il bene e il male, gli amici e i nemici nel mondo e nella vita di Newt Scamander.
David Yates torna alla regia di quello che è a tutti gli effetti il suo sesto film del Wizarding World, considerati anche i film della saga di Harry Potter da lui diretti (a partire da Harry Potter e l’ordine della fenice).
E in questo film il bene e il male cominceranno ad affrontarsi, seppur in maniera indiretta, mentre il protagonista rimarrà in un limbo, indeciso da che parte stare. Si scaverà più a fondo nelle paure di Newt, da sempre più a suo agio con le creature magiche che con gli esseri umani, mentre i suoi compagni di avventura dovranno affrontare i problemi in amore o la solitudine e la ricerca di qualcosa di importante per cui potersi sentire qualcuno in un mondo permeato di indifferenza e crudeltà verso coloro che dai più vengono considerati strani.
Il film si apre con la roccambolesca evasione di Gellert Grindelwald (Johnny Depp) dal MACUSA, il Mistero della Magia degli Stati Uniti, la cui fuga terminerà a Parigi, luogo in cui cercherà di reclutare, grazie alle sue doti persuasive, Credence Barebone, sopravvissuto all’attacco del primo film, da parte dei membri del Ministero, e ora occupato in un “circo degli orrori” dove la magia viene schiavizzata allo scopo di divertire il pubblico.
Allo stesso modo Newt Scamander (Eddie Redmayne) viene convocato dal suo ex professore, Albus Silente (Jude Law), che lo implora di cercare Creedence e di portarlo da lui prima che lo trovi Grindelwald che lo vorrebbe sfruttare allo scopo di mettere una fine a un mondo magico costretto a nascondersi agli occhi dei Babbani e che invece dovrebbe dominare su tutto il resto.
Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald risulta essere un film emotivamente più maturo del primo episodio. Scava più a fondo nell’essere dei personaggi facendo conoscere al pubblico le paure e i punti di forza del protagonista e dell’antagonista. Il primo sempre intimidito dai rapporti sociali e che tende a rifugiarsi nell’amore per le sue creature. Il secondo invece, al contrario, contraddistinto da un carattere forte. Il suo potere più che nella magia è nelle parole, un grande persuasore in grado di portare a se anche gli animi più insospettabili. Eddie Redmayne anche questa volta è stato in grado di incarnare perfettamente il ruolo che abbiamo conosciuto nel primo film, esaltandone soprattutto quella che è la sua timidezza, il suo essere insicuro anche di fronte ad un abbraccio fraterno. Ma la menzione d’onore questa volta va a Johnny Depp. La sua apparizione, ai più, ha fatto storcere il naso al termine del primo episodio, molti hanno pensato a lui come ad un attore troppo “commerciale” per una saga di questo tipo. Avranno modo di ricredersi. Potrebbe essere una delle migliori interpretazioni degli ultimi anni, un vero e proprio punto di svolta. Depp riesce ad intimidire e ad ammaliare allo stesso tempo, facendo pensare a volte che non si tratti neanche di un antagonista. Il ritorno a Londra e a Hogwarts ci faranno conoscere anche un giovane Albus Silente, in veste di professore anzichè di preside. Silente è impersonato da un bravo Jude Law, che ha caratterizzato bene il personaggio, mostrandosi a suo agio in un ruolo così importante e lasciando anche trasparire quella che sarà la saggezza del preside che tutti i fan di Harry Potter conoscono.
Nel cast, oltre ai personaggi dei precedenti film, troveremo anche Zoë Kravitz (figlia del cantante Lenny e conosciuta per aver preso parte alla serie di film The Divergent e in Mad Max: Fury Road) nel ruolo di Leta Lestrange, personaggio appena accennato nel primo film, e Claudia Kim (La torre nera, The Avengers: Age of Ultron) nel ruolo di Nagini.
La fotografia curata da Philippe Rousselot, pur rimanendo in generale sui toni scuri, tende a virare continuamente e a prediligere, nei momenti dedicati a Grindelwald, tonalità scure e verdastre, che ai più potrebbero ricordare la casa di Serpeverde nei film di Harry Potter.
E a proposito di case, molti aspettavano di vedere il nuovo film di Yates proprio per il ritorno al castello di Hogwarts. Alla prima scena in cui si rende protagonista, una maestosa panoramica dall’alto, ho personalmente sentito la sala trattenere il fiato. Dopo 8 anni (ricordiamo che Harry Potter e i doni della morte – Parte 2, ultimo film della saga, è del 2011) sembra di tornare a casa. E il film ci farà ricordare le lezioni, i luoghi e i personaggi che abbiamo imparato a conoscere assieme al piccolo maghetto. Attenzione però, i riferimenti ad Harry Potter non si limitano alle scene ambientate nel castello. Sono sicuro che ai più appassionati non sfuggiranno alcuni oggetti che diventeranno piuttosto importanti nel corso degli anni in cui Harry frequenta la scuola di stregoneria e magia.
E se le scene di Hogwarts sono in parte accompagnate, con un omaggio, dalla storica potente colonna sonora di John Williams, il resto della partitura è affidato nuovamente a quel genio creativo di James Newton Howard (tra l’altro presente come compositore anche nel film Lo schiaccianoci e i quattro regni presente tutt’ora nelle sale) che nonostante alcune variazioni e un nuovo tema pensato per Grindelwald, mantiene lo sonorità del film precedente, evidenti soprattutto nella scena del titolo (come fu per la saga di Harry Potter).
Il nuovo lavoro di David Yates, non dispiace. Forse all’inizio il ritmo è un po’ lento, tende a partire con un po’ di difficoltà a causa anche di un intricarsi di storie che rendono la storia confusa, salvo poi riprendersi poco più avanti. Il tutto però da l’impressione di essere un film di passaggio. Più che raccontare una storia, consegna agli spettatori una sorta di prologo di quello che sarà, come i conoscitori di Harry Potter sapranno, lo scontro finale fra due personaggi chiave. Ricordiamo infatti che J. K. Rowling ha dichiarato nel 2016 che i film dedicati ad Animali Fantastici, saranno in totale cinque, ognuno ambientato in città diverse (tra cui, sembra, anche l’Italia), e quindi siamo solo all’inizio della storia.
Tant’è che di “crimini di Grindelwald” ce ne sono ben pochi, se vogliamo escludere le scene iniziali e siamo certi che più avanti ne combinerà delle belle. Allo stesso tempo gli “Animali Fantastici” citati nel titolo della saga, non sono più un pretesto per una trama vera e propria ma diventano più un sotto-capitolo che serve tendenzialmente a divertire lo spettatore, ma se venisse tolto non porterebbe cambiamenti particolari.
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