Adattamento cinematografico del racconto fantasy “La pendola magica” di John Bellairs del 1978, “Il mistero della casa del tempo” nelle sale a ottobre.
Dopo aver perso entrambi i genitori, il dodicenne Lewis Barnavelt va a vivere con lo stravagante zio Jonathan nella sua immensa casa, piena di passaggi segreti e oggetti fantastici. Oltre a scoprire che lo zio è in realtà uno stregone buono, Lewis conosce un mondo fantastico fatto di magia e incantesimi, non sempre però benevoli. Il precedente proprietario della casa, Isaak Izard, aveva uno scopo nella sua vita, distruggere la terra solo per vedere cosa sarebbe accaduto dopo. Con questo piano nella testa, e con l’aiuto della magia nera, Isaak aveva creato un orologio magico in grado di misurare il tempo rimasto prima che il mondo finisse, nascondendolo poi tra le pareti dell’abitazione. Così, zio e nipote si gettano in una frenetica ricerca dell’orologio, che sentono ticchettare ogni notte, per impedire che questo magico oggetto possa determinare la fine del mondo.
Nel ruolo dello zio Jonathan, troviamo il simpatico attore Jack Black , visto da poco in “Jumanji“, ma nel cast compare anche una favolosa Cate Blanchett ,”Ocean 8“, nel ruolo di Mrs Zimmerman, e un inquietante Kyle MacLachlan, conosciuto per la serie “Twin Peaks”, è Isaak Izard. Il giovane Lewis è interpretato da Owen Vaccaro, Dylan in “Daddy’s home 2” con Will Ferrell e Marc Wahlberg. La regia è di Eli Roth, poliedrico personaggio, anche cantante, produttore e attore, che ha recitato in molte pellicole tra cui “Bastardi senza gloria” e “Grindhouse, a prova di morte“.
Consentitemi una piccola curiosità. Il libro “La pendola magica” è stato illustrato da Edward Gorey (1925-2000), bizzarro scrittore e disegnatore statunitense, famoso per i suoi libri con una trama gotico-macabra, accompagnata da illustrazioni altrettanto dark, e per il fatto che amasse vestire pellicce con scarpe da tennis. Tra le sue pubblicazioni si trovano “L’arpa muta, ovvero Mr. Earbrass scrive un romanzo“, “La bicicletta epiplettica” e “I piccini di Gashlycrumbs“, una sorta di abbeccedario che, però, ad ogni lettera, mostra il nome di un bambino morto in tragiche circostanze.