Dal 10 maggio arriva al cinema Si muore tutti democristiani, scritto e diretto dal collettivo comico milanese Il Terzo Segreto di Satira.
Fu Luigi Pintor, il grande giornalista, storico co-fondatore del Manifesto e intellettuale sempre in primissima linea, a dichiarare: “Non voglio morire democristiano”, augurando così un cambio radicale dopo quarant’anni di netto predominio democristiano in parlamento.
A distanza di più di vent’anni viene da chiedersi: ma era proprio tanto male morire democristiani?
Se lo chiede anche il Terzo segreto di Satira, ovvero Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi, con un film fra il divertente e l’esistenzialista. Il Terzo Segreto di Satira ha iniziato a pubblicare su YouTube nel 2011; finora ha realizzato circa 40 video che hanno superato i 12 milioni di visualizzazioni. Alcuni di questi video sono stati anche trasmessi in diversi programmi televisivi. Ora si cimentano in questo primo, atteso lungometraggio.
Tre amici, Enrico, Stefano e Fabrizio, interpretati rispettivamente da Walter Leonardi, Marco Ripoldi, e Massimiliano Loizzi, gestiscono, con infiniti sacrifici, una piccola casa di produzione nata con l’intento di realizzare documentari a sfondo sociale. Finalmente arriva per loro la grande occasione, il progetto sognato da sempre: una ONLUS li incarica di girare un documentario sull’immigrazione e mette a disposizione un sacco di soldi. Peccato che tutti quei soldi siano frutto di riciclaggio e truffa proprio a danno degli immigrati. A questo punto il dilemma è “Meglio fare cose pulite con i soldi sporchi, o cose sporche con soldi puliti?“. In ogni caso significa dare un netto colpo di spugna a tutti i loro ideali. Questo sarà il loro cruccio e la storia attorno a cui girerà il film. Un film sul compromesso, quindi. Ci si ride sopra, ma quando gli ideali si scontrano con la realtà precaria di oggi il riso diventa più amaro del film di Giuseppe De Santis.
Comunque, è curioso che a oltre vent’anni dalla scomparsa della democrazia cristiana dal panorama politico, la DC sia rimasta ancora proverbiale per le sue nefaste consuetudini. Pensare che il panorama non sembra essere molto cambiato, anzi, al confronto con quello che abbiamo per le mani oggi, ci sarebbe anche da rimpiangerla.