Sarà al cinema a partire dal 5 aprile A Quiet Place – Un posto tranquillo, l’horror dove è il silenzio a dominare e a rendere il film uno tra i più terrificanti di sempre.
A Quiet Place “ha fatto saltare dalle sedie” tutti i critici cinematografici, che ormai dovrebbero essere più che abituati ai film dell’orrore. E non si può neanche dare la colpa a grida improvvise o a rumori inaspettati, perché nel film, se c’è un protagonista, quello è sicuramente il silenzio.
Siamo nel 2020, in un futuro distopico. La Terra è stata attaccata da una razza aliena che uccide tutto ciò che fa rumore. Una famiglia, composta da Evelyn, Lee e tre figli, cerca di sopravvivere, circondata dalle creature che hanno decimato l’intera popolazione. Tutto deve essere fatto in estremo silenzio. Comunicano attraverso la lingua dei segni, camminano scalzi per non fare neanche il più piccolo rumore. Se commettono anche un singolo errore, queste creature mostruose non vedenti si gettano sul malcapitato sbranandolo. Una condizione estremamente difficile, che sfiora l’impossibile quando Evelyn (Emily Blunt) deve partorire. Una scena che forse più di tutte lascia lo spettatore con il fiato sospeso e con la consapevolezza che qualcosa di terribile sarà inevitabile.
Come farà la madre a non urlare durante il parto? E il neonato sarà in grado di non strillare, come è normale che faccia un bambino appena nato?
Il film di John Krasinski, che interpreta anche Lee nel film, ha sicuramente qualcosa di straordinario o almeno di non troppo comune negli horror. In particolare, in una realtà distopica e apocalittica, ci si aspetta che la distruzione e gli attacchi alieni facciano rumore, ma non in questo film, dove tutto è silenzioso. Anche in situazioni in cui urlare non solo è inevitabile, ma è anche vitale: la perdita di qualcuno, la nascita di un bambino, un qualcosa di inaspettato che ti coglie di sorpresa.
Nel cinema horror il suono ha un ruolo importante. Il suono o la mancanza di esso.
In questo genere di film è stato spesso scelto un protagonista muto, come ne Il terrore del silenzio, film del 2016, diretto da Mike Flanagan. Qui la protagonista è una giovane scrittrice sordomuta, presa di mira da un uomo mascherato. Immedesimarsi immediatamente con la protagonista è facile per lo spettatore, consapevole che qualcosa di terribile accadrà e che la ragazza non potrà chiedere aiuto.
In A Quiet Place i personaggi non sono però muti. Potrebbero parlare, ma non lo fanno. Ed è questo che accresce a dismisura la tensione.