Il Festival Internazionale Visioni dal Mondo 2025 inizia con un tema che, come ogni anno, è già un programma: “Un passo in più“. Fino a domani Milano sarà la capitale del Cinema del Reale e per chi non potrà essere presente in città, una selezione di film documentari sarà visibile su MYmovies ONE fino al 21 settembre. Al più votato verrà assegnato il premio MYmovies.
Tra le anteprime proposte Berehynia, le donne di Kyiv di Vito Robbiani, che ci mostra come le guerre non siano combattute solo al fronte. C’è chi difende la propria indipendenza anche solo cercando di conservare la propria libertà intellettuale. È il caso raccontato nel film Berehynia, le donne di Kyiv, dove una redazione tutta femminile si sforza di mandare avanti una vita semplicemente normale per non arrendersi, nel quotidiano, all’orrore dei bombardamenti.
La trama: Dal 2022 esistono due Ucraine: quella al fronte e quella delle donne. A Kyiv, tra sirene e blackout, quattro redattrici di ELLE resistono al conflitto con lavoro, eleganza e solidarietà, trasformando la quotidianità in atto di resilienza e identità nazionale.

C’è poi chi si prepara già a un futuro non così lontano. Un’utopia, un sogno impossibile o una sperimentazione che saprà salvarci in un prossimo futuro? In Nemo’s Garden (Fabio Palmieri) possiamo vedere la realizzazione di coltivazioni vegetali realizzate sotto il livello del mare. Qualcuno si sta già preparando ad un futuro torrido, ma anziché terrorizzarsi sta già muovendosi verso coltivazioni alternative… e tutto non in un laboratorio fantascientifico, ma come investimento di una famiglia ispirata da un capostipite visionario, a casa nostra, nelle acque della Liguria.
La trama: al largo della Liguria, sei biosfere sommerse ospitano la prima serra subacquea al mondo. Qui Luca e la sua famiglia coltivano verdure sott’acqua, trasformando un sogno visionario in realtà. Tra innovazione e poesia, il progetto sfida crisi alimentare e ambiente, unendo scienza e natura.
Con Dal mio punto di vista visitiamo Napoli con gli occhi di un non vedente. Un protagonista che non si arrende alle difficoltà della vita e, anzi, decide di raccontare la sua situazione non facile con insolita ironia, con una invidiabile “visione” positiva della vita.
L’Azzurro in alto e l’oro dentro è un film girato a Milano, ma dedicato a una nuova generazione di ragazzine che, pur lontane dalla loro terra, devono poter sperare in un mondo migliore. Come la piccola protagonista di questo film, aspirante ballerina, che guarda al suo futuro con tutto l’ottimismo che la sua giovane età pretende.

E ancora Lost Cells sull’odissea di chi aveva affidato i suoi preziosi cordoni ombelicali a Banche dedicate, trasferitesi ora in Polonia. Truffe? Forse no, certamente disagi e situazioni delicate, molto private, ma in cui ognuno di noi potrebbe ritrovarsi.
Può un artista pensare di avere ancora, in un mondo contemporaneo, un ruolo centrale? Non può, DEVE. Questa la tesi di Climate Art: from protest to utopia (Mathias Frick). Ognuno di noi può e deve, nel proprio campo d’azione crederci e collaborare nel suo ambito di competenza a denunciare, partecipare, contribuire ai pericoli che stiamo affrontando, un passo in più concreto, mai banale, spesso più convincente dell’ennesima partecipazione a un Talk televisivo.
La trama: un docufilm che esplora il ruolo dell’arte contemporanea di fronte alla crisi climatica, mettendo in luce pratiche innovative ma anche contraddizioni: l’impatto ambientale della produzione e circolazione delle opere, il peso di fiere e biennali, il conflitto con le logiche di mercato.
E l’intelligenza artificiale? Milano 2112 è un piccolo Mockumentary di 7 minuti che immagina Milano tra una novantina d’anni. Anche grazie all’intelligenza artificiale che sa rendere credibili i nostri peggiori incubi, pochi minuti per riflettere su cambiamenti climatici che potrebbero esasperare differenze sociali e conflitti che già oggi ci spaventano.
