Larua è il nuovo cortometraggio surreale, scritto e diretto da Francesco Madeo, interpretato da Blu Yoshimi (Piuma, Il Sol dell’Avvenire, Kostas) e Moisé Curia (Pezzi Unici), presentato ad Alice nella Città e già disponibile su RaiPlayda martedì 21 marzo 2025, data non scelta a caso, essendo questa da anni finalizzata a ricordare tutte le vittime innocenti di mafia, quelle conosciute e quelle dimenticate, essendo la mafia, elemento stesso non trascurabile della trama.
Prodotto da Mattia Nicoletti perDreamcatchers Entertainment, Larua racconta, infatti, attraverso gli occhi di una bambina l’influenza pervasiva del male—rappresentato, in questo caso, dalla malavita organizzata—su chi da quel male non può fuggire.
Larua. La trama
Francesca è una bambina che convive quotidianamente con i fantasmi che la circondano. Li disegna, li osserva, pranza insieme a loro, ignara che quelle presenze siano il riflesso della realtà in cui vive.
Ma quei fantasmi, anche quando il tempo passa, si cresce e si diventa adulti, restano sempre lì, sempre più reali. Il regista Francesco Madeo così racconta la genesi del progetto da cui è nato Larua:
Ho sempre cercato di distaccarmi dalla mia terra e dalle mie origini, come se volessi rinnegare una parte di me legata a radici che non sentivo più mie. Tuttavia, un evento in particolare ha catturato la mia attenzione e ha suscitato in me una nuova consapevolezza, spingendomi a dar vita a questa storia. Seguendo il mio interesse e la mia passione per il genere horror, ho scelto di conferirle un’estetica gotica e iconografica.
Larua è una riflessione sulla difficoltà di comprendere la persistenza del male, un male che sembra radicato e senza scopo. Ma è anche, allo stesso tempo, un racconto sull’impotenza di chi, pur essendone testimone, finisce per abituarsi alla sua presenza, diventando indifferente. Un’opera che invita a interrogarsi sul ruolo dell’individuo di fronte alla sofferenza e alla violenza che permeano la nostra realtà.”
Tornando alla trama, la vicenda ha il suo inizio in una mattina d’autunno, quando una mamma viene convocata dalle maestre delle scuole elementari per parlare di sua figlia Francesca, una bambina di 10 anni a cui piace disegnare. Le maestre, però, sono seriamente preoccupate perché la bambina disegna ossessivamente sagome di fantasmi vuote ed effimere e vedendo il persistere di queste cupe figure nei suoi disegni, pensano di informare i genitori. Da qui, inizia anche la nostra immersione dentro il mondo della piccola Francesca, in cui la sua quotidianità scorre come parallela al mondo che la circonda: una madre, un fratello, il fidanzato e la precarietà della loro presenza.
Larua. Il regista e le note di regia di un corto surreale tra mafia e horror
Francesco Madeo è un regista e produttore con un background in Scienze Umanistiche e Comunicazione. Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia, ha lavorato nel comparto produttivo cinematografico, collaborando a co-produzioni internazionali. È co-founder di Cinefilos.it, una delle principali community italiane dedicate al cinema.
Nel 2018 ha fondato Dreamcatchers Entertainment, società specializzata in storytelling per cinema, TV, marketing e realtà virtuale. Ha diretto e prodotto numerosi contenuti, tra cui il cortometraggio in VR The Haven, presentato al Marché du Film di Cannes, acquisito per il mercato internazionale e programmato nella sala VR del Museo del Cinema di Torino.
Nel 2022 ha scritto e diretto Larua, presentato alla 20ª edizione di Alice nella Città e al The Art of Brooklyn Film Festival di New York, poi acquisito da Rai Cinema per la distribuzione su RaiPlay. Nel 2024 ha diretto il corto Ascoltami e prodotto il documentario Acqua Benedetta.
Una carriera, insomma, dedicata al cinema, tra innovazione, produzione e storytelling immersivo, così lo descrive lo stesso registe nelle sue note di regia:
L’idea di Larua nasce da una suggestione avuta. Con la mente e la fantasia ho sempre cercato di allontanarmi dalla mia terra e dalle mie origini, come se rifiutassi l’esistenza in me di una componente che non mi piaceva legata alle mie radici. Fino a quando un particolare evento mi ha attratto e ispirato. Laura è la rappresentazione dell’incapacità di trovare un senso alla perseveranza del male, dall’altra la messa in scena dell’impotenza di chi assiste a questo male, assuefatto agli eventi.”
Un cortometraggio, quindi, tra horror e vita reale, per parlare e riflettere su un argomento spinoso come quello della malavita organizzata, vista attraverso gli occhi di una bambina perché, spesso, la realtà può apparire non meno orrifica della pura finzione, anche dietro l’apparente innocenza di una bambina costretta a vivere in un mondo in cui la quotidianità diventa l’inferno graficamente da rappresentare.