Álvaro Morte (Álvaro Antonio García Perez) nasce ad Algeciras, città spagnola di circa 122.368 abitanti situata nella provincia di Cadice, nella comunità autonoma dell’Andalusia posta all’estremo meridionale della penisola iberica, sullo stretto di Gibilterra.
E proprio lì dove Dante, nel XXVI Canto dell’Inferno, nei pressi del famoso stretto che divide l’Europa dall’Africa e dove si narrava in antichità che se una donna urlasse da una costa un’altra dal continente opposto potesse risponderle, proprio lì dove il sommo poeta aveva descritto al principio del 1300 il “folle volo” di Ulisse, che aveva osato andare oltre il limite posto da Dio alle conoscenze umane.
Lì, poco distante da quei luoghi, nasceva cinquant’anni fa, il 23 febbraio 1975, con una determinazione degna di un eroe omerico, accompagnata dalla forza della conoscenza ed amplificatasi esponenzialmente attraverso il mezzo audiovisivo di massa, dando vita al ruolo che gli cambierà la vita, e a cui tra non molto arriveremo, che osò sfidare senza paura da solo un intero Stato per perseguire nobili ideali di giustizia e rivoluzione non meno estremi del folle personaggio dantesco, oltrepassando le Colonne d’Ercole dell’ordinario, ma spesso fallace e imperfetto sistema economico contemporaneo: il Professore alias Álvaro Morte alias ÁlvaroAntonio Garcia Perez.
Qui nasce il viaggio di un attore, oggi molto amato e molto apprezzato da pubblico e critica odierna e che, non meno del suo antesignano dantesco, anche nella vita reale di strada e di chilometri ne ha macinati parecchi per arrivare alla celebrità di oggi, ma con una sostanziale differenza: lì dove il mondo per l’Ulisse dantesco finì, iniziò, cinquant’anni or sono, il viaggio di Álvaro Morte, il futuro “Professore” de La Casa di Cartae proprio da qui, dagli estremi confini europei del mondo dove l’Europa e l’Africa si incontrano, da qui parte anche la nostra avventura alla scoperta di questo talentuoso attore che un giorno prese il volo e iniziò la sua incredibile parabola verso la consacrazione artistica.
Álvaro Morte: I primi anni tra famiglia, studi e tre città (1975-2000)
Álvaro Morte è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata, non divulgando mai granché riguardante la sua famiglia d’origine. Ma qualcosa, nel corso del tempo, è inevitabilmente trapelato; per esempio che, anche se ha trascorso tutta la sua giovinezza a Cordova, in realtà sarebbe nato a Cadice, ma la sua famiglia si trasferì quando aveva solo pochi mesi nell’affascinante e conosciuta cittadina andalusa.
Prima di intraprendere la svolta che avrebbe cambiato la sua vita professionale e il suo destino, l’attore aveva in realtà ben avviato i propri studi universitari in ingegneria delle comunicazioni, ma fulminato sulla via di Damasco, decise di cambiare all’ultimo il suo destino, decidendo di iscriversi all’Escuela Superior de Arte Dramático de Córdoba, in cui poi si laureò nel 1999.
Fu una scelta nient’affatto banale quella di cambiare drasticamente un percorso universitario ben avviato, ma facendosi forza su questa vocazione artistica che in lui cresceva a dismisura spiegò ai genitori che avrebbe abbandonato gli studi d’Ingegneria per iscriversi alla suddetta Accademia d’Arte Drammatica di Cordoba. I genitori, per questa “pericolosa” e inaspettata vocazione del figliolo, gli domandarono legittimamente preoccupati:
“Ma cosa mangerai?”.
L’attore evidentemente fu talmente convincente che, nonostante questa scelta audace e assai rischiosa, non ebbe mai grandi opposizioni da parte della famiglia ed è ancora oggi rimasto molto legato alle sue origini e risulta molto affezionato particolarmente alla madre, di cui saltuariamente carica dolci foto sui suoi social network.
Sul resto della sua famiglia di origine si sa veramente pochissimo, a parte che il padre sarebbe scomparso da alcuni anni e che ha un fratello del quale, però, è totalmente ignota l’identità. Chissà se i futuri sceneggiatori de La Casa di Carta conoscessero tutti questi dettagli così vicini paradossalmente al ruolo che poi Álvaro Morte intraprenderà, con grande successo, diversi anni dopo. L’attore, in ogni intervista fatta dopo il successo della suddetta serie, ha sempre precisato di essere riuscito a separare perfettamente la sua vita privata da quella lavorativa, separando diametralmente l’una dall’altra.
Su questo misterioso passato, tanto comune al futuro personaggio de Il Professore, iniziò un nuovo percorso che lo portò, all’alba del nuovo millennio nel 2000, a continuare a seguire studi post-laurea per due mesi, ovviamente sempre nell’ambito attoriale riferente all’arte drammatica, presso l’Università di Tampere in Finlandia, grazie ad una borsa di studio ottenuta nella sua vecchia università di Cordoba.
@Netflix. Álvaro Morte ne La Casa di Carta.
Álvaro Morte in Finlandia non si è limitato, però, a proseguire i propri studi accademici, ma ha lavorato anche come professore edesperto di Shakespeare e del teatro elisabettiano, non sapendo che un altro tipo di professore avrebbe poi fatto breccia nel mondo delle serie televisive molti anni dopo. Nel frattempo altri ruoli lo aspettavano beffardamente al varco, perché poi si susseguirono, in una specie di anticipazione di quello che poi si moltiplicherà con enorme successo anni dopo.
Álvaro Morte. Il ritorno a casa, i primi ruoli e la malattia (2001-2008)
La carriera di Álvaro Morte, dall’inizio del nuovo millennio e dopo aver completato i suoi studi in quel di Tampere, incomincerà inarrestabile ad ingranare passo dopo passo. Nel 2001 torna in Spagna, ma si trasferisce nella grande capitale castigliana, Madrid, dove incomincia a frequentare casting e a fare provini. Per far ciò cerca un agente e incomincia a muoversi tra i tavoli del teatro con piccoli spettacoli e prove.
Álvaro Morte y su debut como actor (Especial).
Nel 2002 arriva la prima opportunità lavorativa importante: quando Hospital Central, serie spagnola televisiva di grande successo che seguiva le vite, professionali e personali di un fittizio staff medico dell’Hospital Central a Madrid gli offre il suo primo ruolo di attore. Qui, in questa seguitissima serie televisiva in Spagna e allora in onda su Telecinco, intraprenderà due personaggi secondari diversi nella stessa stagione: prima come pompiere e poi come sommozzatore, dando il via, in sordina sì, ma comunque dando il via alla carriera del giovane attore di Cadice, sebbene ancora lungi dall’essere quella che mai, nemmeno lui in primis, si sarebbe mai aspettato negli anni a venire.
Il suo primo personaggio che interpreta in pianta stabile arriva qualche anno dopo, nel 2003, nella serie Policías, en el corazón de la calle, ma è qui che qualche anno dopo il destino gli pone davanti un’altra terribile verità: all’età di 33 anni gli viene diagnosticato, dopo alcuni approfonditi controlli medici, un tumore canceroso alla coscia sinistra.
La sua promettente carriera viene quindi, gioco forza, temporaneamente messa da parte a causa delle cure che avrebbe dovuto necessariamente seguire per poter guarire da questo terribile verdetto medico. La diagnosi di questo tumore porterà il futuro Álvaro Morte, allora ancora ÁlvaroAntonio García Perez, a rivalutare le sue priorità, visto che non solo la sua vita d’attore era in pericolo, ma soprattutto quella di uomo, dato che uno dei possibili danni collaterali di questo tumore sarebbe stato, nei peggiori casi, l’amputazione della gamba sinistra dove la metastasi si stava nel frattempo diffondendo.
La sua lotta contro il cancro, per fortuna, venne brillantemente superata e, da drammatica che era, si rivelò per lui un fondamentale snodo per l’immediato futuro, anche perché l’aver schivato quel terribile colpo offertogli dalla vita, gli permise di comprendere meglio e quindi porre maggiore attenzione sui suoi obiettivi di vita da uomo trentenne comprese le priorità a cui dare rilevanza e il suo rapporto con gli amici e familiari. Queste furono le parole pronunciate alla stampa spagnola quando, anni dopo, gli venne chiesto di raccontare questa sua vita:
Ho sofferto di un tumore a una gamba, all’inizio pensavo che sarei morto, poi che la mia gamba sarebbe stata tagliata… E non è successo niente, ma in quel momento stavo pensando: se morirò tra tre mesi, posso farlo tranquillamente? Ho rispettato le persone che mi circondano e che mi amano, sono stato fedele ai miei principi?”.
Da qui ebbe inizio la seconda vita di Álvaro, con Morte a fianco nel cognome, da portare con sé come orgoglioso segno della fortuna che lo aveva visto vincitore e che da quel momento in poi, ancor oggi, fedelmente come scudiero alla Sancho Panza, avrebbe accompagnato il folle, bonariamente parlando,Don Chisciotte in arte ora Álvaro Morte, il cavaliere dalla tremante e trista figura in cerca della definitiva e insperata fama.
Álvaro Morte. Una seconda vita in nome della morte (2008-2014)
Per fortuna Álvaro Morte, dopo questo inaspettato e terribile crocevia, andò avanti e due anni dopo di esso, nel 2010, girò il suo primo film, un film su Lola Flores con Carlos Hipólito. Ma la prima e vera grande opportunità della sua carriera gli venne data dalla serie di suspense Planta 25 a cui partecipò per ben 64 episodi.
Álvaro Morte è Ray in Planta 25.
Fu allora che decise di fare un altro tipo di cambiamento, non nuovo per chi desidera immettersi nel grande circuito dei media e dello spettacolo in generale.
Decise, infatti, di tagliare parte del suo vero nome, giudicandolo, Álvaro Antonio García Pérez, troppo prolisso, ma è la scelta del cognome da prendere per questa sua seconda vita artistica che certamente appare ben poco banale: decide infatti di prendere il cognome di una delle sue migliori amiche, italiana, casualmente omonima di colei che qualche anno prima aveva avuto la forza e la fortuna di sconfiggere, diventando quindi definitivamente Álvaro Morte, assorbendola in sé come segno di ciò che aveva combattuto e sconfitto, legando indissolubilmente al nuovo cognome, sostituendolo a quello di nascita troppo ordinario e comune in Spagna, questa scomoda compagna di vita che qualche anno prima era stata tanto vicina da portarselo via.
Alla rivista Vanity Fair, così svelò tutta la verità sul nome e soprattutto sul futuro cognome poi adottato:
All’inizio la gente rimaneva un po’ scioccata, perché la “muerte” non evoca cose belle. Ma avevo bisogno di un nome meno comune di García e una mia amica un giorno mi ha detto che si chiamava Maria Morte. Ho iniziato a ragionare su Álvaro Morte e il suono mi piaceva. Al di là di ogni possibile scongiuro, posso dire che finora il mio nome mi ha portato solo fortuna”.
L’Italia, la Morte, che dopo i segni derivati dalla sua vecchia e fugace vita di professore nell’ambito teatrale all’estero e quella di comparsa in ambito medico, tutti segni di come la vita lo stesse conducendo in questa nuova esistenza, verso alcuni dei suoi ruoli più importanti che, qualche anno dopo, gli avrebbero regalato l’odierna fama di cui gode oggi.
Álvaro Morte come Adolfo Castillo in Bandolera.
Il primo progetto in cui debuttò con il suo nome d’arte è ¡A ver si llego! di Telecinco, però non andò come sperato visto che il pubblico non accompagnò questo progetto prodotto da José Luis Moreno con grande entusiasmo e la carriera di Morte restò quindi ancora in attesa di un ruolo migliore, che arriverà solo tre anni dopo con Atresmedia in Bandolera, la serie con Marta Hazas in cui Morte interpretava Adolfo Castillo, un giornalista repellente e malizioso.
Nel frattempo, nel 2012, in attesa del grande ruolo che lo avrebbe portato alla celebrità e avendo comunque sempre nel cuore il teatro, decide di fondare una propria compagnia teatrale 300 Pistolas, allestendo e dirigendo alcune rappresentazioni teatrali derivanti da importanti testi della letteratura spagnola come El Lazarillo de Tormes, La casa di Bernarda Alba o El perro del hortelano.
@Facebook. Álvaro Morte e la moglie Blanca Clemente.
Proprio in questi anni teatrali, anche la vita sentimentale di Álvaro Morte incontrerà una decisiva e fondamentale svolta; proprio in questi anni, infatti, incontrerà quella che diventerà il suo grande amore anche nella vita: una madrilena legata alla professione artistica, essendo stilista e designer, di nome Blanca Clemente, di tre anni più giovane di lui e che, dopo un breve corteggiamento, si trasformò in una relazione seria e tuttora duratura culminata in un matrimonio e in due figli gemelli, Julieta e León, nati nel 2014.
Fin dall’inizio Blanca collaborerà strettamente con Álvaro nel mantenimento della suddetta compagnia teatrale, fondando insieme una società audiovisiva che portò a loro notevoli benefici economici. Insomma, tutto era ormai pronto per il definitivo passo verso il successo.
Álvaro Morte: Tre grandi ruoli per il definitivo successo (2014-2021)
Sarà, però, un altro ambito che negli anni dieci degli anni anni Duemila, gli porterà inizialmente una grande fortuna: quello delletelenovelas spagnole. In terra spagnola saranno ruoli come quelli in Per sempre (Amar es para siempre), telenovela spagnola trasmessa dalla rete privata Antena 3, in cui dal 2013 al 2014 recita nelle parti di Gabriel Areta come agente di polizia nelle prime stagioni della telenovela, a dargli un’improvvisa popolarità.
Ma soprattutto saranno altri due ruoli a dargli il definitivo slancio di carriera: nel 2011 debutta nella seguitissima telenovela El secreto de Puente Viejo, da noi conosciuta semplicemente come Il Segreto, che anche qui da noi in Italia gli regalerà un’incredibile notorietà, essendo stata la sua partecipazione a questa lunghissima telenovela, davvero molto lunga, andando in onda dal 2014 al 2017 con cinquecentotrentasette episodi nei panni del medico Lucas Moliner.
Álvaro Morte è Lucas Moliner ne Il Segreto.
Se quindi in Hospital il suo ruolo era stato pressoché di comparsa e mai di medico, ora dodici anni si prendeva la sua piccola rivincita, diventando il protagonista e amatissimo medico di Puente Viejo.
Nonostante la garanzia economica e di popolarità che questo ruolo gli rende, deciderà nel 2014 di prendere tutt’altra strada non piacendogli probabilmente granché la catalogazione in un genere che alla lunga avrebbe rischiato di imprigionarlo nel pericoloso girone degli attori esclusivamente da telenovelas. Decide, quindi, di entrare a far parte dei casting della serie che poi gli regalerà la grande notorietà di oggi: La Casa de Papel (Money Heist), da noi meglio conosciuta come La Casa di Carta, venendo scelto come perfetto interprete per interpretare il geniale e complicato personaggio di Sergio Marquina, meglio noto come Il Professore.
Così Álvaro Morte descriverà, anni dopo, alla rivista spagnola XL Semanal quel decisivo e alquanto rischioso salto nel vuoto:
I miei due figli sono nati proprio quando ho iniziato la telenovela Il Segreto, i miei colleghi mi hanno detto: ‘Sei pazzo, con due bambini, ma se non c’è lavoro!’. Ma io ci ho scommesso su. Ho comunicato con anticipo che me ne sarei andato e 5 giorni prima di partire ho fatto il primo casting per La Casa di Carta. Ho passato due mesi e mezzo a fare provini fino a quando non mi hanno detto: ‘Bene, dai. Questo ragazzo è forte!’.
Padre di due figli appena nati e con alle spalle diverse traversie mediche da cui è riuscito miracolosamente indenne, Álvaro Morte non si spaventa e decide di buttarsi in questo ruolo tanto affascinante ed enigmatico come Il Professore de La Casa di Carta. Il debutto però non sembra essere dei migliori, perché La Casa di Carta non fu dapprincipio un così gran successo. Durante la prima messa in onda in prima serata sul canale privato e a parte alcuni ottimisti redattori di giornali, come quello di GQ Spagna per esempio, tra i pochissimi a credere fin dal principio al successo di questa serie, nessuno dapprincipio appariva granché ottimista sull’eventuale successo della serie su più larga scala.
Le due prime stagioni, inizialmente erano infatti state autoconclusive e non sembravano destinate a continuare oltre. Ma all’improvviso questa serie, come tante altre in passato e oggi, finite nelle mani giuste e distribuite su larga massa, ebbe una nuova e insperata seconda vita (dorata) quando Netflix la ripropose e la ridistribuì su scala internazionale per cinque stagioni fino al 2021, trasformando la serie in un fenomeno di massa su scala globale.
In procinto di lanciare la prima parte della quinta stagione, Sergio Marquina, alias «il professore», così raccontò proprio a GQ quest’attesa del successo, lodando l’occhio di quel lungimirante redattore davanti alla giornalista della famosa rivista, quando, alle soglie dell’ultima parte della serie, venne intervistato all’apice del successo:
«Che occhio. La verità è che nemmeno io me l’aspettavo. È stato un successo esplosivo. Ricordo che avevamo un gruppo WhatsApp e a un certo punto qualcuno ha scritto: “Ma cosa cazzo sta succedendo?”. Quindi è normale che nel 2017 di me dicessero: “Che ne dici di questo tizio? Chissà se riusciremo a guadagnarci qualcosa…”».
Anche il genere cinematografico in quegli anni incomincia a regalargli ruoli di un certo successo e di rilevo, come quello nel 2018 recitando nel film Netflix, Durante la tormenta (Mirage), thriller drammatico di Oriol Paulo in cui interpretava l’ambiguo marito della protagonista. Ma fu un altro il ruolo che indiscutibilmente gli regalò ulteriormente grande notorietà: quello che, nel 2019, è diventato il protagonista de Il Molo Rosso (El embarcadero), serie thriller spagnola Movistar+ in cui interpreta il traditore seriale Óscar.
Il molo rosso, Álvaro Mortenei panni di Óscar.
A Vanity Fair, così confrontò i suoi personaggi più famosi, Sergio Marquina e Óscar:
Al contrario de Il Professore, lui è un uomo solare. La sfida per interpretarli però è stata simile: Óscar appare come un traditore, quindi è chiaro che il pubblico lo piazza subito tra le fiamme dell’Inferno. Perciò ho provato a renderlo simpatico, proprio come Il Professore, che è un criminale, ma è molto amato dal pubblico”
Insomma, Álvaro Morte, con questi tre ruoli, conLa Casa di Carta a dominare, ha conosciuto la grande celebrità che lo ha accompagnato in questi ultimi quattro anni e che lo sta portando alle soglie dei cinquant’anni con progetti realizzati, in itinere e in progetto.
Álvaro Morte. Oggi tra cinema, serie, teatro e progetti futuri (2021-2025)
Dopo l’esperienza decisamente felice ne La Casa di Carta, l’attore nativo di Algeciras non si è certamente affermato e pur essendo grato al ruolo che lo ha reso famoso e che gli ha portato anche diversi riconoscimenti a titolo personale, come il premio de la Unión de Actores nella categoria di miglior attore principale nel 2019, ha cercato in questi ultimi anni di dimostrare di poter essere anche ben altro oltre il celeberrimo e amatissimo Professore.
In particolare interessante la sua collaborazione con Prime Video che lo ha portato prima a collaborare nella serie fantasy del 2021La ruota del tempo(The Wheel of the Time) su Prime Video con Rosamund Pike come protagonista, ancora in programmazione e prossima alla terza stagione e alla miniserie Senza confini – La spedizione che cambiò il mondo (Sin limites: Hacia los confines del mundo), sempre di proprietà del colosso americano che lo ha visto nel 2022 recitare nella parte del fedele collaboratore di Fernando Magellano nella sua celeberrima impresa di primo europeo a circumnavigare il mondo.
Dopo questi due viaggi nel tempo tra il fantasy e la storia moderna romanzata a scopi televisivi e la sua partecipazione nel 2022 al thriller spagnolo La Casa degli Oggetti (Objetos) e nel 2024 all’horror Immaculate – La prescelta con Sidney Sweeney come protagonista, l’attore spagnolo è tornato al suo primo amore, il teatro, e paradossalmente nella sua amata patria. Diventando protagonista al leggendario Duke of York Theatre del West End di Londra, situato in St Martin’s Lane, dal 21 ottobre 2024 all’11 gennaio 2025 nello spettacolo teatrale Barcelona a fianco di Lily Collins, anche lei divenuta particolarmente celebre per una serie Netflix conosciutissima e molto amata, Emily in Paris tutt’ora in programmazione nel palinsesto nel colosso dello streaming americano.
Negli scorsi mesi, anche a scopo promozionale, i due attori hanno costantemente fatto girare informazioni su questa piéce teatrale sui loro frequentatissimi social (Álvaro Morte attualmente ha su Instagram oltre dieci milioni di followers) qualche foto insieme durante le prove, di questo seducente e intrigante thriller ambientato nell’omonima città spagnola durante la buia notte. L’opera è stata scritta da Bess Wohl ed è stata diretta da Lynette Linton, che così ha voluto spiegare la trama:
«La storia è ambientata nella Barcellona dei giorni nostri e seguirà una bella turista americana fidanzata con un affascinante spagnolo. Ma quella che inizia come un’avventura di una notte, diventa un invito al pericolo mentre le loro vite si intrecciano catastroficamente».
Álvaro Morte, ora a 50 anni, è pronto anche dopo questa esperienza che lo ha riportato nelle atmosfere della sua amata Spagna seppur trasposta nell’amatissimo teatro inglese, non dimentica mai le sue umili origini, come ha recentemente dichiarato in un’intervista:
«Non ho fatto niente di speciale, a parte guardarmi allo specchio e cercare di non prendermi troppo sul serio: ricordo sempre a me stesso di essere partito da zero. Non ho avuto un mentore o qualcuno che mi abbia aperto le porte. Ho studiato arte drammatica e ho frequentato i peggiori teatri di Spagna come tanti, quindi cerco di non dimenticarmelo»
Sempre, però, con un occhio verso il futuro e su un’ipotetica futura reunion de La Casa di Carta così si è espresso nella medesima intervista:
«Dunque. Io, Álvaro Morte, non posso dire se il mio personaggio sia arrivato alla fine totale della sua parabola oppure no. Detto questo, e sia chiaro che non mi sto sbilanciando per un’alternativa o per l’altra, perché Berlino sebbene sia morto c’è ancora, e se si facesse un’ottava stagione e riapparisse Nairobi non sarebbe una completa follia… Perciò, se la cosa andasse avanti e mi volessero nella squadra, sarei contento, però adesso voglio fare altre cose, anche come regista e produttore».
Perché Álvaro Morte non ha intenzione di fermarsi qui e accontentarsi di rimanere su un’isola felice, e augurandogli ovviamente felici 50 anni, ci auguriamo che continui a navigare molto a lungo sui nostri schermi tra Spagna, social e mondo intero.
Ricordando che se da lì, nei pressi dello stretto di Gibilterra, l’Ulisse dantesco naufragò, da lì ÁlvaroAntonio García Perez divenuto poi Álvaro Morte, mezzo secolo fa, incominciò il suo viaggio di vita e artistico e, rivestendo mille altri ruoli, ha continuato in quel viaggio chiamato vita, tra il fittizio palco, teatrale, televisivo o cinematografico che fosse, e la realtà di tutti giorni, e magari dopo tanto peregrinare, chissà, tra qualche anno potrà forse ricongiungersi con l’antesignano viaggiatore omerico trasportandolo, perché no, in un film o in una serie televisiva dedicata a lui, chiudendo un cerchio che lo ha visto un giorno salpare dai confini della Spagna verso il mondo e da lì andare oltre ogni limite da lui sperato…