Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West, è l’evento che ripercorre il primo mega-concerto di un cantautore italiano, in questo caso quello di Francesco Guccini in Piazza Maggiore a Bologna, che il 21 giugno del 1984 riunì circa 150.000 persone nella piazza principale del capoluogo romagnolo, e che su insistenza degli organizzatori decise di accettare questa sfida, e grazie a questa, di certo non facile decisione, aprire inconsapevolmente la via verso l’epoca dei concertoni, che poi dagli anni Novanta in poi, avrebbero aperto luoghi ampissimi come piazze o stadi a diversi artisti, italiani e non, regalando spesso uno spettacolo indimenticabile alle spesso centinaia di migliaia di persone radunate ed unite per quel particolare evento.
In occasione del suo 40° anniversario, arriverà quindi in esclusiva nelle sale cinematografiche dal 5 all’8 dicembre in una versione completamente restaurata con audio in 5.1 Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West , il celebre film concerto filmato in Piazza Maggiore a Bologna il 21 giugno 1984.
Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West. Molto più che un semplice concerto
L’evento al cinema sarà un appuntamento unico per far rivivere sul grande schermo ai fan del cantautore tutte le emozioni di quella serata, ai tempi registrata in un film-concerto che verrà riprodotto per intero, così da far rivivere a chi c’era e a chi ha vissuto quelle emozioni, di persona o semplicemente dietro un televisore, un’epoca indimenticabile di grande musica.
Oltre a Guccini, infatti, a quell’evento si alternarono alcuni tra i più grandi artisti italiani e internazionali del tempo sul palco di Piazza Maggiore e che accompagnarono il cantautore modenese in quella che, fino ad allora, poteva essere considerata un’esperienza unica nel suo genere, e sarà per questo e molto altro, per chi andrà al cinema nei prossimi giorni a gustarsi un film-concerto che ha fatto epoca, e soprattutto per chi anagraficamente non poteva evidentemente esserci, un modo per rivivere un momento di grande condivisione musicale ed umana.
Il film in sala sarà anticipato anche da un’introduzione video inedita dello stesso Francesco Guccini, che ci racconta, con il più classico sarcasmo romagnolo, cosa è rimasto di quel ragazzone di allora di poco più di 40 anni, e ora con altrettanti anni sulle spalle, cos’era stato quell’evento per lui non solo dal punto di vista musicale, ma anche culturale e umano, perché dietro una canzone c’è sempre una storia da raccontare e che l’ha ispirata. Potete quindi ben immaginare cosa mai potesse esserci dietro ad un evento di tale dimensione.
Un mondo tra la Via Emilia e il West, in cui Francesco Guccini, un giorno si è incamminato con la sua chitarra e la sua arte ha indicato la strada alla sua musica, che ora cammina da sola per altre vie, attraverso i più diversi mezzi audio-visivi, ma con lo sguardo dell’anziano padre che commosso la guarda in lontananza seguire le milioni di vie invisibili che la musica può prendere una volta che concretamente trova il modo di realizzarsi.
Su questo evento, registrato ai tempi e che verrà eccezionalmente proiettato nei cinema nei prossimi giorni, enfatizzando alcuni aspetti particolari di questo film-concerto, potremo in questa recensione provare a svelare qualcosa sul mondo nascosto dietro di esso prima che lo possiate vedere concretamente sullo schermo e così godervi ancora di più e più consapevolmente un’esperienza di questo tipo, andando ben al di là del significato musicale, indubitabilmente importante, che questo evento portò con sé ai tempi.
Ora, un po’ più preparati, entriamo concretamente in questo quadro spazio-temporale attraverso un viaggio nel tempo che ci riporterà direttamente in un mondo e in un tempo decisamente diverso dal nostro: a Bologna, in Piazza Maggiore, il 22 giugno 1984.
Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West. Le origini del concerto, il contesto in cui è nato e il linguaggio universale della musica
Le origini del concertone del 1984, Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West, nasce da una volontà degli organizzatori di allora di celebrare uno dei cantautori più amati del tempo, Francesco Guccini per l’appunto, a vent’anni da una delle sue più belle canzoni, Auschwitz, datata per l’appunto 1964, nominata poi La Canzone del Bambino nel Vento e cantata ai tempi da gruppi come I Nomadi e gli Equipe ’84.
Il contenuto della canzone però, se da una parte ebbe fin da subito molto successo, non venne però da non poche persone pienamente capito, anzi venne criticato per l’eccessiva pesantezza del tema di cui il testo si faceva portatore, dato che molti preferivano al tempo canzoni decisamente più leggere e sentimentali, quindi poco impegnate e più immediate per arrivare alla maggior parte del pubblico.
Auschwitz, essendo nulla di tutto ciò, ma riferito al contrario ai drammatici eventi dei campi di concentramento avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e al conseguente genocidio e all’olocausto, di cui furono vittima milioni di ebrei e non solo, ma anche oppositori politici, minoranze etniche o sessuali, disabili e molte altre mille realtà invisibili, non giudicate idonee dal regime nazista per la loro sì malata visione di quello che avrebbe dovuto essere, almeno secondo loro, il perfetto mondo ariano.
Tra queste tantissime vite spezzate e portate via dal vento, come purtroppo sappiamo bene, ci furono anche moltissimi bambini. A uno di questi, metaforicamente parlando, Guccini darà voce in questo struggente pezzo, per lanciare da parte un bellissimo appello per la pace per il futuro, mentre d’altra parte la consapevolezza che l’uomo per natura maligna e avida, continuerà a perseguire in mille modi l’ingiustizia, anche perché, lo stesso bambino sa bene, che questo bellissimo messaggio resterà pressoché inudibile per i più, e con il vento in un’altra dimensione volerà inascoltato chissà per quanto tempo.
Guccini non risparmia, a proposito di questa canzone e di altre durante il concerto, aiutato anche dal limoncello di cui ogni tanto si serve e che lo assiste ai suoi piedi fedele per tutto il concerto, alcune stoccate ai vertici del tempo, Rai soprattutto, lì presenti per registrare l’evento, tacciandoli, a anni di distanza, di essere così superficiali da non sapere nemmeno come si scriva effettivamente Auschwitz e che a quasi quarant’anni di distanza da quel tragico evento, molti di loro ancora oggi non lo sappiano scrivere correttamente.
Un’altra canzone, indubbiamente tra le più importanti di Guccini, sempre dei primi anni Sessanta e cantata anche da i Nomadi di Augusto Daolio, fu Dio è Morto, censuratissima dai vertici Rai per tantissimi anni, per ovvi motivi quasi blasfemici che la canzone a tratti lancia, che giudica pressoché morta quell’entità divina, visto le innumerevoli ingiustizie di cui il mondo è circondato, e che se realmente esistesse ancora, non avverrebbero, ma dall’altra rilanciando anche qui come in Auschwitz, un altro messaggio positivo e che può essere proprio l’uomo, attraverso le buone azioni e il supporto solidale ai più deboli, l’artefice unico della resurrezione di quei principi cristiani, comunque poi li si voglia chiamare.
Ci sono però ovviamente tantissimi altri temi che il concerto lancia: ovviamente c’è l’amore accennato e mai pienamente compiuto come Autogrill, ricordi di amici di gioventù persi prematuramente e fatalmente un giorno per assurdi incidenti stradali come Canzone per un’amica, o aspirazioni idealistiche di un mondo che non esiste, ma in cui si vorrebbe tanto vivere come L’isola non trovata, o non meno importante l’amore/odio per il proprio luogo di nascita in Piccola Città, dedicata alla sua Modena, venti chilometri di città, in cui da una parte c’è l’Appennino, mentre dall’altra la Pianura Padana, e sullo sfondo la campagna, che per gli amanti del mito americano, che arrivava attraverso il cinema, poteva essere immaginato come il West.
Altro tema ricorrente nel repertorio di Guccini è lo scorrere del tempo, ancora di più a quarant’anni dal concerto Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West, come la Canzone dei dodici mesi in cui per ogni mese si racconta uno stato d’animo diverso, in un ciclo di tempo destinato, perennemente e pedissequamente, a ripetersi senza sosta, un po’ come fece Cesare Cremonini, anch’esso non a caso romagnolo come Guccini, ma bolognese per l’appunto nel suo brano e album con medesimo nome, Maggese del 2005 molti anni dopo il cantautore modenese.
E ovviamente non poteva mancare in questo concertone, una delle sue canzoni più famose, La Locomotiva, tra il mondo antico e l’inevitabile progresso che violento irrompe nella vita di tutti noi senza poter far nulla per fermarlo, rievocando quasi il dipinto di Turner, Pioggia, Vapore e Velocità del 1844, presente alla National Gallery di Londra.
Perché la musica di Guccini, ma verrebbe dire di qualunque grande artista, si potrebbe definire per certi versi:
Con un piede nel passato e
E lo sguardo dritto e aperto nel futuro..”
Testo citato non a caso, e preso da una bellissima canzone di un altro grande cantautore emiliano, di Modena anch’esso, Pierangelo Bertoli, A Muso Duro, del 1979, presente anch’esso al concertone di Guccini del 1984 dove cantò un’altra delle sue più belle e provocatorie canzoni, Maddalena del 1979.
Perché questo evento, non sarà solo un bellissimo modo per omaggiare un grande della musica italiana come Francesco Guccini, ma è anche una splendida opportunità per rivedere grandi artisti che ci hanno lasciato prematuramente come per l’appunto Pierangelo Bertoli, scomparso nel 2002, ma anche altri grandissimi della musica italiana come Lucio Dalla e Augusto Daolio, scomparsi da molti anni anche loro, senza dimenticare grandissimi musicisti e cantautori più attivi che mai anche oggi, come Paolo Conte e la sua Genova.
Perché si va ben oltre il racconto della Romagna e l’italiano standard: si va dal dialetto romagnolo di Nanin Pupin, eseguita dai Viulan, ad un medley di brani folk eseguito in lingua inglese dalla bravissima cantante e chitarrista Deborah Kooperman. Insomma, Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West non è solo un concerto che ci si appresta a vedere e ad ascoltare al cinema dal 5 all’8 dicembre, ma un’esperienza comune che unisce tutti, nessuno escluso, senza tempo e senza spazio, nel linguaggio universale della musica.
Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West. Le parole di Guccini e la tracklist del concerto
Le prevendite apriranno il 20 novembre, l’elenco sale sarà a breve disponibile su nexostudios.it.
L’evento al cinema è distribuito da Nexo Studios in collaborazione con Concerto Music e Universal assiema ai media partner Radio CAPITAL e MYmovies.
Il 21 giugno 1984 Bologna venne invasa da oltre 160 mila fan accorsi per assistere a quello che per l’epoca si rivelò essere un evento musicale senza precedenti: il concerto per celebrare i vent’anni di attività musicale di Francesco Guccini. Sul palco in Piazza Maggiore, a festeggiare con lui, si avvicendarono grandi amici e colleghi come Lucio Dalla, Paolo Conte, Nomadi con Augusto Daolio, Pierangelo Bertoli e moltissimi altri.
Il titolo “Fra La Via Emilia E Il West” proviene da un verso della canzone “Piccola città” in cui Guccini parla di Modena sua città natale. Ha raccontato Francesco Guccini:
«La via Emilia tagliava Modena in due; la strada dove abitavo, da una parte, si incrociava con essa. Dall’altra parte c’erano già gli ampi campi della periferia.
Erano un po’ il nostro “West” domestico: bastava fare due passi, o attraversare una strada, e c’erano già indiani e cow-boys, cavalli e frecce; c’era, insomma, l’Avventura, tradotta in “padano” dai film e dai fumetti. Poi la via Emilia continuò a tagliare Modena in due, ma il West aveva volto diverso, e il “mito americano”, quello di tante generazioni oltre alla mia, parlava lingua diversa, quella del rock, delle copertine dei dischi, della faccia di James Dean in Gioventù bruciata, dei libri che altri appena prima di noi avevano scoperto e voltato in italiano. Ma i due riferimenti esistevano sempre, un piede di qua e uno di là, il sogno (meglio, l’utopia) e la realtà…».
In concomitanza all’uscita del film, verrà ripubblicato anche il doppio album live omonimo che racchiude i grandi classici del cantautore modenese, pubblicato nel 1984 come risultato di 4 concerti che Guccini tenne quell’anno. La riedizione di “Fra la via Emilia e il West” ha un audio completamente rimasterizzato per l’occasione e in copertina il disegno originale che Bonvi, grande amico di Francesco Guccini, realizzò per il poster del concerto di Piazza Maggiore.
Sarà disponibile in digitale, 2CD, 2LP, Box Deluxe 2CD+2LP con stampa esclusiva.
Una speciale edizione del Box numerata con stampa autografata sarà disponibile solo sullo shop online di Universal Music.
Il pre-order disponibile al seguente link: https://guccini.lnk.to/fralaviaemiliaeilwest
Tracklist del concerto:
- I’m Back (eseguita da Andy J. Forest)
- Canzone per un’amica
- Autogrill
- Auschwitz (eseguita dall’Equipe 84)
- Nanin Pupin (eseguita dai Viulan)
- Il vecchio e il bambino
- Dio è morto (eseguita dai Nomadi)
- The Cuckoo / Jack Of Diamonds / Moonshiner (medley di brani folk eseguito da Deborah Kooperman)
- Canzone dei dodici mesi
- L’isola non trovata
- Genova per noi (eseguita da Paolo Conte)
- Piazza Grande (eseguita da Lucio Dalla)
- Piccola città
- Maddalena (eseguita da Pierangelo Bertoli)
- La locomotiva
Tracklist album “Fra la via Emilia e il West”:
Disco 1
- Canzone Per Un’amica
- Autogrill
- Il Vecchio E Il Bambino
- Il Pensionato
- L’isola Non Trovata
- Asia
- Canzone Della Bambina Portoghese
- Canzone Delle Osterie Fuori Porta
- Il Frate
Disco 2
- Piccola Città
- Venezia
- Bologna
- Eskimo
- Incontro
- Vedi Cara
- Un Altro Giorno È Andato
- Canzone Quasi D’amore
- La Locomotiva
Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West. Conclusioni
Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West è indubbiamente un bel viaggio nel tempo di 40 anni, in cui si può notare quanto non solo la musica, ma come anche la società e la cultura si rapportavano ad eventi di questo tipo, assai inediti per i tempi in Italia, ma oggi pressoché nella norma vista la quantità di artisti che negli ultimi anni, italiani o stranieri che siano, si sono alternati su alcuni palchi, piazze o stadi che fossero, in grado di ospitare eventi del genere.
Quello che certo si può notare è quanto la distanza tra il protagonista del concerto, Francesco Guccini, e il pubblico sia decisamente poca; c’è infatti un continuo coinvolgimento del cantautore modenese verso di esso, incitandolo e stuzzicandolo ad essere più partecipe, oltre al fatto che essendo un’epoca in cui i divieti erano decisamente di minor conto e si era un po’ più liberi di fare ciò che si voleva, anche l’avere una bottiglia di limoncello vicino alla propria sedia, a cui abbeverarsi tra una canzone e l’altra, cosa oggi che certamente sarebbe vista in maniera decisamente critica.
Certamente, una delle cose da gustarsi di questo film-evento, oltre alla bella musica, è l’ironia e la simpatia romagnola di Guccini che interloquisce genuinamente non solo con il pubblico, ma anche con gli altri componenti della band che lo accompagnano in questo mega-concerto, a cui sono dedicate anche spesso inquadrature ravvicinate, per esempio in occasione di assoli particolari o anche primissimi piani dello stesso Guccini e che ci fanno notare, nelle sue espressioni, quanta fatica e quanto sudore un evento di tale portata porta con sé.
Insomma non perdetevi, amanti della musica di quel periodo, ma non solo, Francesco Guccini: Fra la Via Emilia e il West, al cinema dal 5 all’8 dicembre 2024, per vedere, rivedere e osservare il 1984, con uno sguardo meno orwelliano, ma più leggero, di un mondo libero e di condivisione di valori fatti di pace e buona musica, al suono di una chitarra, profondi testi d’autore e buoni sentimenti. Buona visione e buona musica a tutti!