Lo conosciamo tutti per il suo talento ma, ancor di più, il fisico prestante: mitico Dwayne Johnson, oggi tra gli attori e produttori famosissimi del mondo hollywoodiano. I bambini (americani) lo avranno apprezzato nei panni di Maui in Oceania, di cui si attende il secondo capitolo dal 27 novembre nei cinema italiani, mentre gli adulti nelle vesti di Callum Drift per il nuovo film d’azione natalizio Uno Rosso. L’industria cinematografica non può fare a meno di lui, dunque.
Tuttavia sorge spontanea una domanda: qualcuno teme la sua rabbia e perciò preferisce ‘tenerlo a bada’ con qualche ingaggio? Lo so, parrebbe una provocazione che potrebbe destare non poco astio e scatenare così i fan. Ma lungi da me dal voler suscitare una tale polemica poiché è stato proprio Dwayne Johnson a raccontarsi descrivendo un lato di sé inedito attraverso un aneddoto che, seppur datato, alimenta ancora tanto clamore: quella volta che si abbatté l’ira funesta.
Dwayne Johnson contro tutti: li licenziò senza pietà e il motivo è da non credere
Dal wrestling al cinema, il passaggio è breve. Nel 2002 se ne ricorda la sua consacrazione con il film Il Re Scorpione dopodiché l’escalation fino alla saga Fast & Furious. Dwayne Johnson ha raggiunto la vetta del successo incassando più di 4,5 miliardi al botteghino nel corso della sua carriera tuttavia, recentemente, qualche piccola ombra oscura getta perplessità su quanto sia riuscito a costruire in questi lunghi anni proficui. La chiave di lettura per ‘interpretare’ le sue affermazioni? L’ambizione.
Attraverso alcune dichiarazioni rilasciate, a seguito di numerose interviste, Dwayne Johnson ha raccontato quale fosse il suo sogno più grande, ai tempi degli esordi: diventare una star come Will Smith e George Clooney – probabilmente i suoi idoli, chi può dirlo. Di seguito, ecco le sue parole: “magari fare le cose in modo diverso ma all’epoca era questa l’idea, lo dico con rispetto” D’altronde sono tre attori straordinari, ciononostante ognuno ha il proprio stile. Ma qualcosa andò storto.
Gli agenti che aveva al suo seguito, in quel periodo, non lo ritennero in grado di poter eguagliare stelle hollywoodiane come Clooney, per esempio, quasi a non credere nelle sue capacità. 3…2…1…licenziati, tutti! Dwyane Johnson scatenò la sua rabbia contro di loro assumendone, a sua volta, altrettanti. Uno scetticismo costato carissimo per alcuni mentre ha rappresentato la felicità per altri traendone vantaggio. Oggi non è possibile porre in dubbio alcunché: ha esaudito il suo desiderio.