La storia di Riace, paese di Calabria, si intreccia con quella di Domenico Lucano, per tutti Mimmo, oggi di nuovo sindaco. È la storia umana e politica, esemplare e dolorosa, di un paese e di un uomo che negli ultimi anni ha subito un ribaltamento del proprio racconto: da modello di accoglienza ad accuse di disegno criminale. Il film Un paese di resistenza di Shu Aiello e Catherine Catella spiega che non è così, che Riace porta con sé una storia di coraggio, scritta da chi ha perseguito l’utopia anche quando sembrava impossibile.
Dopo la partecipazione a numerosi festival, italiani e francesi, il documentario arriva in tour in sala dal 21 novembre, prima tappa a Bologna al Cinema Galliera (giovedì 21 novembre, ore 21.30. alla presenza della produttrice Serena Gramizzi). Inizia il viaggio al cinema, presto saranno annunciate nuove date. Il film è prodotto da Bo Film (Italia), Les Films du Tambour de Soie (Francia), Dancing Dog Productions (Belgio), ed è distribuito in Italia da OpenDDB – Distribuzioni dal basso.
Riace, dunque, Calabria. Come molti villaggi dell’Italia meridionale ha sofferto a lungo di un massiccio processo di emigrazione. Nel 1998 un evento cambia per sempre la vita di questo borgo: una barca con 200 Curdi si arena sulla spiaggia e gli abitanti accorrono spontaneamente in loro aiuto. Da quel momento inizierà un’avventura straordinaria. Il paese torna a vivere, le case da tempo abbandonate furono riaperte, nei vicoli si sentirono di nuovo le risate dei bambini, Riace diventò il paese dell’accoglienza, il suo sindaco Mimmo Lucano un esempio da capire e seguire.
Fino a quando, nell’ottobre 2018, l’ondata nazionalista che soffia sull’Italia (e l’Europa e nel mondo) colpisce questo modello: Lucano viene arrestato e allontanato dal suo paese. La vita di Riace cambia, è terreno elettorale simbolico, eppure il paese resiste, i suoi vecchi e nuovi abitanti non perdono la fiducia nel loro sindaco.
Alla dura condanna di primo grado per Domenico Lucano – che menzionava l’accusa di associazione a delinquere e reati tra cui falso e truffa – è seguito un netto alleggerimento nella sentenza di appello (che riduce a 1 anno e sei mesi la condanna, dai 13 anni e due mesi chiesti inizialmente), ma ancora oggi la sua vicenda giudiziaria si intreccia con quella politica istituzionale e governativa.
Solo ultimo in ordine di tempo, la Corte dei Conti ha contestato a Lucano un danno erariale di oltre 530 mila euro, per fatti del 2011-12 (in un sistema di gestione di centri di accoglienza ideato e attuato dall’allora dirigente della Protezione civile della Regione Calabria), in quanto sindaco dell’epoca, pur senza prove di intese “truffaldine”.
Labile rimane così il confine tra giustizia e strumentalizzazione: il caso di Riace ha rappresentato un modello antitetico a quello voluto e descritto, nero su bianco, da leggi emanate dal 2018 in poi, come i ddl Sicurezza – molto restringenti per le pratiche di accoglienza, in fase di voto ancora oggi in questa legislatura. Un modello che, cronaca alla mano, è valso d’altra parte elogi e meriti internazionali, e una nuova carica per Lucano, eletto di nuovo sindaco nel 2024 (come lo è stato ininterrottamente dal 2004 al 2018) dai cittadini di Riace e deputato nel Parlamento Europeo da quelli italiani della circoscrizione sud.
In tutte le proiezioni del tour, il film documentario arriva in sala con sottotitoli adatti a spettatori non udenti, realizzati dall’associazione FIADDA Emilia-Romagna, coordinamento di persone sorde e loro famiglie, che ha selezionato il film in occasione della partecipazione in concorso e in prima italiana al Biografilm Festival, grazie al contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Ministro per le disabilità.