Un’immersione in tutto ciò che compone l’habitat dell’essere umano, ossia il cemento e il suo progenitore, la pietra. Con una domanda rivolta al futuro: come abiteremo il mondo che verrà?
Questo annuncia di essere Architecton, il documentario di Victor Kossakovsky con Michele Lucchi – già in concorso alla Berlinale di febbraio – che sarà proiettato in anteprima nazionale nella sezione Best Of alla Festa del Cinema di Roma, la quale avrà luogo nella capitale tra mercoledì 16 ottobre e domenica 27 ottobre.
La distribuzione dell’opera in Italia sarà curata da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film.
Architecton, la sinossi
Una meditazione, tra poesia ed epicità, sul modo in cui il design e la costruzione degli edifici svelino allo stesso tempo la nostra distruzione e la nostra sopravvivenza, tracciando un sentiero da immaginare per il futuro.
L’idea di Kossakovsky, ispirata dal progetto paesaggistico dell’architetto Michele De Lucchi, fa sua il concetto di ciclicità per offrire allo spettatore un affresco sull‘ascesa e la caduta delle civiltà, con immagini suggestive che spaziano dalle rovine del tempio di Baalbek in Libano, datate 60 d.C., fino alla distruzione dei centri urbani in Turchia causata dal tremendo terremoto di magnitudo 7,8 a inizio 2023.
Le rocce e le pietre come metafora delle varie società che hanno solcato il nostro pianeta, da monoliti inquietanti piazzati nel terreno a macerie di cemento pronte a essere riutilizzate.
E, forse soprattutto, l’indagine del rapporto tra ingegno architettonico umano e natura, con quest’ultima, ahinoi, sempre più costretta a retrocedere dinnanzi ai bisogni (?) edilizi della nostra specie.
Kossakovsky, in conclusione, pone attraverso la macchina da presa una domanda ineludibile: è possibile costruire i nostri edifici in modo migliore, prima che la ciclicità faccia nuovamente il suo corso?