Biancaneve è stata avvelenata di nuovo! Stavolta, però la colpa non è dell’invidia della regina Grimilde e della sua mela. La principessa disneyana è stata ricoperta da una pioggia di insulti (si prospetta una tempesta). Le precipitazioni si sono concentrate soprattutto su Youtube, sotto la sezione dei commenti del trailer del nuovo film in live action: Biancaneve (e…basta) in uscita il prossimo 20 marzo al cinema.
Biancaneve segue la scia degli altri live action Disney
Gli utenti, a dir la verità, sono stati fin troppo severi: se il compito del trailer è dichiarare fin da subito le premesse del film, bisogna ammettere che quello di Biancaneve ci è riuscito perfettamente. Il teaser, pubblicato a inizio agosto su Youtube, fa chiaramente prospettare un film insensato, noioso, con un’utilizzo a dir poco nauseante di CGI, autocensurato fino all’eccesso sotto quella spada di Damocle chiamata politically correct.
Contestualizziamo un attimo: in occasione del centenario festeggiato nel 2023, The Walt Disney Company ha pensato bene di ripescare i suoi vecchi capolavori del passato, modernizzandoli per riadattarli alla cultura e alla società attuali. Negli ultimi anni, questa brillante idea aveva già portato alla realizzazione di opere in live action come Dumbo, Aladdin, Mulan, Crudelia, Pinocchio, Peter Pan & Wendy e La Sirenetta. Salvando la pace del buon remake de La Carica dei 101 (il quale, in realtà, racconta una storia tangenziale a quella del film originale), tutti gli altri titoli sono stati perlopiù stroncati. E adesso – pare – che anche a Biancaneve toccherà subire lo stesso indegno destino.
Il film, diretto da Marc Webb sembra soffrire già in partenza degli stessi difetti di cui lamentavano i suoi cugini in remake. La Disney, nella sua operazione mirata a rispolverare grandi classici ha cercato – e sta cercando – di migliorarli, raccontandoli con una voce fresca, innovativa, moderna. E finora ha toppato clamorosamente.
La major statunitense ha adottato questa scelta nel tentativo di salvare i propri capolavori (invecchiati male, a detta di alcuni) dall’ondata del politicamente corretto. Finora, però, il risultato è stato quello di ritrovarsi con film adatti alla società di oggi, ma brutti o del tutto inconsistenti. Il paragone con i loro antenati (capolavori da contestualizzare storicamente) ad oggi è un anatema. La sensazione è che Disney abbia voluto evitare ai propri gioielli la gogna della cancel culture, ma che non sia riuscita a trovare un modo per adattare le sue opere in chiave contemporanea (ma era davvero così necessario?).
Le critiche sul trailer…
Tutto questo – e tanto altro – fa da sfondo a Biancaneve, un’opera che non offende nessuno (sicuramente) e che non sa di niente (quasi certo). Già dal trailer però, in effetti, potremmo muovere alcune critiche specifiche ad alcune scelte del film. In primis, la scelta di ostracizzare ‘i sette nani’ dal titolo del film è completamente sbagliata. La Disney ha voluto giustamente proteggere (sè stessa) la categoria di persone affette da nanismo che si sarebbero potute sentire offese da questo film: Biancaneve, a tal proposito, ha scelto di utilizzare attori di statura ‘normale’ -e abbassati in CGI- per impersonare gli aiutanti della principessa; paradossalmente, togliendo di fatto il lavoro a degli attori nani.
Così facendo, la Disney si è macchiata di una grave operazione di cancel culture (da cui lei stessa si difenderebbe), privando il film di una sua componente importantissima. Nel trailer, infatti, i nani appaioni pochissimo, solo come silhouette, sullo sfondo.
…arrivano anche dal web
La seconda critica riguarda la scelta del cast, in particolare quella delle attrici della regina Grimilde e della protagonista Biancaneve. Tale critica invade anche la sezione commenti di Youtube del trailer italiano, che così si esprime a riguardo: “Che senso ha mettere la regina cattiva 100 volte più bella di Biancaneve? Questo errore lo avevano già fatto in Aladdin, con Jafar che era molto più attraente del protagonista…” scrive uno spettatore.
In effetti, è inverosimile pensare che la pur bella Rachel Zegler (una biancaneve…dalla pelle olivastra?!?) possa far invidia esteticamente a un’icona della bellezza come Gal Gadot – aka regina Grimilde). Sarebbe come far sfidare a braccio di ferro Bud Spencer con Shaggy di Scooby Doo e cercare di convincere lo spettatore che quest’ultimo possa vincere.
Infatti, sono molti i commentatori all’indirizzo del trailer che premono su quest’aspetto, sentendosi presi per…i fondelli (il politically correct mi censura le parolacce). Spesso le osservazioni non hanno toni lusinghieri: “Davvero mi mettono Gal Gadot come regina e si aspettano che io creda che questa Biancaneve sia più bella di lei?” digita un utente. “Chi è la più bella del reame? Sei tu mia regina… Titoli di coda” commenta un altro. Ma la stigmatizzazione del film non colpisce solo questo punto.
Altri utenti dileggiano l’eccessivo utilizzo degli effetti speciali: ” Sembra una pubblicità della Loacker, ma in Cgi” oppure “è tutto talmente finto che sembra girato in un garage“. Infine c’è chi stronca totalmente i presupposti del film, dichiarando a monte “Non c’è nulla di Biancaneve in questo live action“. Biancaneve è già stato rifiutato dal pubblico: non è un caso, infatti, che il trailer in inglese del film conti già oltre un milione di “non mi piace” su Youtube.
Le premesse del film, a quasi sei mesi dall’uscita, non appaiono limpide, per usare un eufemismo. In generale, la Disney dovrebbe rendersi conto che probabilmente questi urgenti e superficiali tentativi di restuarazione dei propri classici finiscono solo per depauperare la memoria di quest’ultimi. Sarebbe importante realizzare realizzare un remake solo quando si ha qualcosa di veramente nuovo da dire – e soprattutto se si sa come farlo – anzichè ubbidire ciecamente all’istanza della rivoluzione del linguaggio pulito e inclusivo. Nella società contemporanea, soppesare e filtrare la propria comunicazione in direzione del destinatario è diventato quantomai fondamentale; estremizzare questa pratica, tuttavia, può essere un’arma a doppio taglio – e queste sono le conseguenze.