Beetlejuice Beetlejuice e… non lo ripeterò di nuovo perché il ritorno di Tim Burton con il personaggio cinematografico che l’ha consacrato non mi ha convinto; anche diversi critici non l’hanno apprezzato, come Richard Lawson di Vanity Fair e Xan Brooks di The Guardian, giudicandolo inferiore rispetto al film precedente, a cui non ha niente da aggiungere. Gli evidenti difetti nella sceneggiatura e nella costruzione di diversi personaggi offuscano il risveglio dello spiritello porcello dopo trentasei anni nell’incredibile mondo ultraterreno del regista newyorkese.
Presentato in anteprima assoluta il 28 agosto 2024 come film d’apertura fuori concorso della 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in generale Beetlejuice Beetlejuice sta ricevendo buone recensioni, ma il voto medio di 6.5 su 10 basato su 196 recensioni su Rotten Tomatoes ci ricorda che non possiamo confrontarlo con il cult del 1988.
Il successo del passato
Beetlejuice – Spiritello Porcello è stato un successo di critica e d’incassi con l’Oscar al miglior trucco nel 1989, oltre ad altri premi e nomination, diventando una delle commedie americane più amate, precisamente una commedia fantasy e grottesca. La creazione unica di Tim Burton è collegata anche al successo di alcuni attori, come Michael Keaton che poi ha collaborato di nuovo con il regista nei due film di Batman, e Winona Ryder, tornata con Burton in Edward Mani di Forbice e di nuovo nel mondo degli anni Ottanta in Stranger Things.
Con 74,2 milioni di dollari rispetto a un budget di 15 milioni di dollari si è subito pensato a un sequel, ma non è stato semplice realizzarlo nel breve tempo; nel frattempo le idee formulate si sono tramutate in una serie televisiva animata (In che mondo stai Beetlejuice?) e in un musical teatrale del 2018.
Beetlejuice Beetlejuice è entrato finalmente in sviluppo nel 2022 grazie all’interessamento di Brad Pitt, coproduttore del film con la sua Plan B, e a Mercoledì: dopo l’esperienza del regista sulla serie è iniziata la lavorazione del sequel con gli stessi sceneggiatori dello show Netflix, Alfred Gough e Miles Millar; portando la protagonista Jenna Ortega nei panni della figlia di Lydia Deetz, Burton ha trovato il modo per attualizzare il mondo dello spiritello porcello ai giorni nostri.
Trailer di Beetlejuice Beetlejuice
Beetlejuice Beetlejuice è un sequel necessario?i
In sala dal 5 settembre, il film inizia con lo stesso movimento dall’alto sulla contea di Winter River fino ad arrivare all’iconica casa stregata dei Deetz, come nel 1988, in cui però alla fine di quei titoli di coda lì vivevano i Maitland, grandi assenti di Beetlejuice Beetlejuice: secondo Geena Davis, la sua Barbara e il marito non sarebbero tornati perché “i fantasmi non invecchiano”, ma Tim Burton ha specificato di volersi concentrare sul tempo e su “le tre generazioni di madre, figlia e nipote”.
Il trio protagonista di Beetlejuice Beetlejuice è composto da Lydia (Winona Ryder), che riesce a trarre profitto dalle sua abilità paranormali nell’iconica vecchia casetta, da Delia (Catherine O’Hara) che sta continuando con le sue particolari performance artistiche in chiave moderna, e dalla figlia Astrid (Jenna Ortega), che mostra inizialmente un distacco simile che sua madre aveva con la matrigna da piccola: il rapporto tra le tre donne è destinato ad evolversi con risvolti positivi nel corso della storia e allo stesso tempo i loro uomini non ottengono sempre un lieto fine.
Il tema congiunto di amore e morte è ricorrente nel cinema di Tim Burton, più precisamente come matrimonio e vita ultraterrena; in Beetlejuice Beetlejuice però sembrano riproposti un po’ forzatamente, cercando di ripercorrere lo schema del primo capitolo e aggiungendo pochi elementi e colpi di scena abbastanza telefonati. Lo stesso bio-esorcista di Michael Keaton è inseguito da un’amante letale, la Delores di Monica Bellucci (tra l’altro attuale fiamma del regista), comparsa in brevi scene dal forte impatto per poi sparire velocemente come le sue vittime.
Da possibile pericolosa villain di Beetlejuice Beetlejuice si trasforma quasi in un cameo, come quello di Danny DeVito, e come il detective di Willem Dafoe, simpaticissimo e accessorio allo stesso tempo come un trailer cinematografico durante un match sportivo. Il punto più basso si raggiunge con Rory (Justin Theroux), il personaggio più ridicolo della pellicola, troppo grottesco, a volte non sa neanche lui perché si trova lì. Tornando a Jenna Ortega, me l’aspettavo più dark e anche il suo personaggio si perde nelle incompletezze delle sottotrame della sceneggiatura di Alfred Gough e Miles Millar.
Michael Keaton sembra avere più spazio in Beetlejuice Beetlejuice, incubo costante e demoniaca risoluzione, ma il suo umorismo non riesce ad essere tagliente come all’epoca. Il suo personaggio ci accompagna nella particolare visione dell’aldilà di Tim Burton che espande in questo film con stazioni canterine e altre porte infernali da esplorare. Per la colonna sonora torna Danny Elfman, abituale collaboratore del regista, aggiungendo altri brani notevoli, come Tragedy dei Bee Gees a una versione diversa della celebre Day-O (Banana Boat Song) di Harry Belafonte.
Beetlejuice Beetlejuice non solo perde l’effetto rivoluzionario del primo film che ribaltava il topos della casa infestata tramutandola in una commedia fantasy, ma si presenta come un sequel poco riuscito, con ripetizioni di battute e risvolti già visti. A questo punto non consiglierei di ripetere Beetlejuice una terza volta, ma solo il tempo ci rivelerà il consenso del pubblico verso questa nuova esperienza cinematografica.