Anita Caprioli festeggia oggi il traguardo dei cinquant’anni con alle spalle una filmografia ricchissima, tra titoli di ottima qualità e grandi produzioni televisive.
Nata a Vercelli l’11 dicembre 1973, Anita Caprioli è figlia d’arte: i suoi genitori – lo scenografo Alberto Caprioli e l’attrice Cetti Fava – hanno a lungo animato la compagnia teatrale Palkettostage di Busto Arsizio, per la quale oggi lavora sua sorella Marina.
Gli esordi teatrali di Anita Caprioli
Anita ha raccontato di essere salita sul palcoscenico per la prima volta all’età di sei anni in un adattamento da Brecht: doveva fingersi morta, ma non riusciva a trattenersi dallo spiare la scena.
Dopo aver praticato la danza classica, inizia a studiare recitazione a Milano, con l’insegnante argentino Raul Manso, per proseguire a Roma con Beatrice Bracco. Si trasferisce poi a Londra, dove frequenta alcuni workshop di Andrea Brooks: nel 1995 la regista britannica la sceglie per interpretare La locandiera di Carlo Goldoni. Nello stesso anno prende parte al cortometraggio Assolo, di Marco Pozzi, mentre nel 1996 porta in tournée Il berretto a sonagli di Pirandello, per la regia di Andrea Taddei.
La conquista del grande schermo
Alla metà degli anni Novanta risale il suo repentino avvicinamento alla settima arte, con l’adesione al laboratorio “Ipotesi Cinema” di Ermanno Olmi: nel 1998 ne sarebbe scaturito il film Domani, diretto da Giulio Ciarambino.
Frattanto, l’esordio di Anita Caprioli sul grande schermo si compie al fianco di Valerio Mastandrea nell’audace Tutti giù per terra (1997), diretto da Davide Ferrario e tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Culicchia. Vi fa seguito, nello stesso anno, un altro titolo di grande visibilità, Fuochi d’artificio, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni.
La consacrazione cinematografica e televisiva
Nel 1998 prende parte a Donne in bianco, per la regia di Tonino Pulci, mentre il 1999 è l’anno della consacrazione: oltre a essere la protagonista del film di Luciano Odorisio Senza movente e del primo lungometraggio di Marco Pozzi, 20 – Venti, appare in Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli, gira due videoclip – Vivere il mio tempo con i Litfiba e Viba con i Verdena – e partecipa ad altrettante miniserie televisive: La donna del treno di Carlo Lizzani, trasmessa da Rai Due, e Tre addii di Mario Caiano, su Canale 5.
Nel 2000 interpreta accanto a Sergio Rubini la protagonista femminile di Denti, per la regia del Premio Oscar Gabriele Salvatores e su un soggetto di Domenico Starnone; nello stesso anno è nel cast de L’uomo della fortuna, di Silvia Saraceno.
La sua carriera conosce poi nuovi apici: in Vajont (2001), di Renzo Martinelli, recita con Laura Morante, Jorge Perugorria e Daniel Auteil; in Santa Maradona (2001) di Marco Ponti affianca Stefano Accorsi e Libero De Rienzo.
È poi la volta del cortometraggio di Luca Lucini
Il sorriso di Diana (2002) e del film televisivo
L’altra donna (2002), diretto da Anna Negri, fino a
Ma che colpa abbiamo noi (2003) di
Carlo Verdone.
Nel 2004 è Catherine in Cime tempestose, miniserie TV tratta dal romanzo di Emily Brontë e diretta da Fabrizio Costa per Rai Uno. Nel 2005, oltre a interpretare la protagonista femminile in Onde, di Francesco Fei, alterna con perizia commedie a film drammatici: da La guerra di Mario, diretto da Antonio Capuano, a Manuale d’amore di Giovanni Veronesi, da Cielo e terra di Luca Mazzieri alla fiction in due puntate Sacco e Vanzetti, ancora per la regia di Fabrizio Costa. L’anno successivo è coinvolta nel film di Mariantonia Avati Per non dimenticarti (2006) e in Uno su due (2006) di Eugenio Cappuccio, con Fabio Volo e Ninetto Davoli.
Il 2007 la vede legata a progetti altrettanto eterogenei: figura tra le voci narranti del documentario Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi ed è tra i protagonisti, con Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston, della commedia di Gianni Zanasi Non pensarci, presentato alla Mostra del cinema di Venezia; fa inoltre parte del cast de I demoni di San Pietroburgo, per la regia di Giuliano Montaldo, e doppia Lena Headley in 300, nel ruolo della Regina Gorgo.
In Si può fare (2008) di Giulio Manfredonia recita al fianco di Claudio Bisio, nel film collettivo All Human Rights for All (2008) è la protagonista dell’episodio Maddalena, di Claudio Camarca. Seguono due serie televisive: Il bambino della domenica (2008) di Maurizio Zaccaro e Non pensarci – La serie (2009), di Lucio Pellegrini e Gianni Zanasi. Chiudono il decennio una produzione francese per la regia di Ivan Taieb, Je suis venu pour elle (2009), con Yvan Attal, e Good Morning Aman, di Claudio Noce (2009).
Anita Caprioli, un talento poliedrico
Nel 2010 la tendenza ad aderire a progetti tra loro molto lontani non si arresta: dopo essere stata protagonista di tre diverse storie nel singolare Cocapop, per la regia di Pasquale Pozzessere, Anita Caprioli torna a collaborare con Anna Negri nell’episodio La doppia vita di Natalia Blum del film per la televisione Crimini 2.
È del 2011 l’uscita di un film di grande successo, Immaturi, per la regia di Paolo Genovese. Il cast include Raoul Bova, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Barbora Bobulova, Ambra Angiolini, Ricky Memphis, Luisa Ranieri e Giulia Michelini. L’anno successivo il film avrà un sequel, Immaturi – Il viaggio, al quale Anita Caprioli non farà mancare la propria partecipazione. L’attrice è entrata nel frattempo a far parte del cast di una celebre serie TV, Tutti pazzi per amore 3, e ha collaborato a numerosissimi progetti: Interno giorno (2011) di Tommaso Rossellini, con Fanny Ardant; Il mio paese (2011) del regista brasiliano André Ristum; e La kryptonite nella borsa (2011), esordio alla regia dell’acclamato sceneggiatore Ivan Cotroneo.
Dello stesso anno, però, sono da rilevare la sua partecipazione al primo lungometraggio di Alice Rohrwacher, Corpo celeste (2011) – che vale all’attrice la candidatura ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, nonché la vittoria del Ciak d’oro come migliore attrice non protagonista –, e il suo ruolo nel cortometraggio Biondina, diretto da un’altra giovane promessa del cinema italiano, Laura Bispuri.
Al suo terzo film TV con Anna Negri, A fari spenti nella notte (2012), seguono il film di Andrea Segre La prima neve (2013) e il doppiaggio della protagonista femminile del videogioco Call of Duty: Ghosts. Si succedono poi ruoli di primo piano in varie serie televisive di Rai Uno: Purché finisca bene (2014) di Fabrizio Costa, nell’episodio Una Ferrari per due; La strada dritta (2014) di Carmine Elia; Qualunque cosa succeda (2014) di Alberto Negrin; e Catturandi – Nel nome del padre (2016), ancora di Fabrizio Costa, nella quale interpreta la vice commissaria antimafia Palma Toscano.
Nonostante l’estrema riservatezza dell’attrice, nel 2016 trapelano due importanti notizie relative alla sua vita privata: in giugno dà alla luce una bambina, Viola, nata dalla sua relazione con il famoso attore Daniele Pecci; in ottobre, colto da un improvviso malore, scompare suo padre Alberto.
Per Anita il 2017 segna il ritorno sul grande schermo con Diva!, un film di Francesco Patierno sulla vita di Valentina Cortese, al quale due anni più tardi fa seguito Il campione (2019) di Leonardo D’Agostini. Produzioni televisive e incursioni nel cinema continuano ad alternarsi con regolarità: è del 2019 la serie TV di Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo Liberi tutti, trasmessa in anteprima RaiPlay, mentre il 2020 la vede nel ruolo di Gaia nell’esordio alla regia cinematografica di Pietro Castellitto, I predatori, e nel film Io sono Vera, di Beniamino Catena.
È del 2021 l’uscita al cinema di
Non mi uccidere, il secondo lungometraggio di Andrea De Sica, con protagonisti Alice Pagani e Rocco Fasano. Quest’ultima opera cede presto il passo a nuovi progetti televisivi:
Ridatemi mia moglie (2021) di Alessandro Genovesi, recitata in coppia con
Fabio De Luigi;
Sorelle per sempre (2021) di Andrea Porporati, in cui fa invece coppia con Donatella Finocchiaro; e infine il ritorno a una vecchia frequentazione, Carlo Verdone, con il quale riappare nella serie
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