Dopo essere stato acclamato da pubblico e critica al 75esimo Festival di Cannes, arriverà al cinema L’ombra di Goya, il docufilm su Francisco Goya. L’arrivo nelle sale è pianificato nei giorni 6, 7 e 8 marzo grazie al progetto La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital.
L’ombra di Goya trailer
La star del docufilm: Francisco Goya
Eccezionale ritrattista, celebrato pittore della corte spagnola, narratore acuto e spietato osservatore dei vizi, dei paradossi umani e dell’ipocrisia moderna, Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828) rappresenta uno dei giganti della storia dell’arte. I suoi capolavori, dal Colosso alla Maja vestida, dalla Maja desnuda al 3 maggio 1808, da La famiglia di Carlo IV a Saturno che divora i suoi figli passando per la celebre serie dei Capricci – in cui ha indagato i temi della follia, della stregoneria e degli incubi più inconsci – raccontano una sensibilità straordinaria e una mente in continuo movimento.
Una ricerca e un interrogarsi sul destino umano che rappresenta la cifra più impressionante e potente di Goya, dall’infanzia trascorsa a Saragozza sino alle “pinturas negras” della Quinta del Sordo, la casa fuori Madrid in cui si ritirò in un drammatico isolamento prima di recarsi a Bordeaux, dove si spegne nel 1828.
La fine del Settecento, del resto, aveva segnato un passaggio cruciale tra vecchio e nuovo, in bilico tra antiche ossessioni e nuovi indomiti fantasmi. Dopo la Rivoluzione francese, i semi del cambiamento politico e sociale erano stati irrimediabilmente gettati e l’Europa non sarebbe stata più la stessa.
È in questo contesto che si muove il dissacrante pittore spagnolo nel cui immaginario e nelle cui creature fantastiche predominano i temi della rivoluzione, del carnevale e della rivolta all’ordine precostituito. Una capacità speciale di indagare i mondi alla rovescia in cui vengono ribaltate tutte le gerarchie: quelle tra servi e padroni, quelle tra uomini e animali, quelle tra maschile e femminile.
L’ombra di Goya è un documentario corale
Il regista, José Luis López-Linares, è conosciuto per il film campione di incassi Bosch. Il giardino dei sogni.
Per la sua nuova opera, L’ombra di Goya, ha scelto un team di dodici specialisti di tutte le discipline, per parlare e commentare le opere di Francisco Goya. Tra questi figura Julian Schnabel, storico collaboratore di Luis Buñuel.
Sembra infatti che l’intenzione dell’autore sia quella di decifrare la ricca e sinuosa opera del genio spagnolo in un documentario corale: ognuno degli intervistati fa luce a modo suo sull’artista. Invece di prediligere il percorso cronologico, L’ombra di Goya spazia tra opere di periodi diversi con cui Goya smaschera vizi e ipocrisie della sua epoca, tutte collegate tra loro dalla guida di Jean-Claude Carrière.
Le dichiarazioni del regista: José Luis López-Linares e il tentativo di raccontare Francisco Goya in tutte le sue sfaccettature ne L’ombra di Goya
“Abbiamo passeggiato nei luoghi in cui Goya ha vissuto e dipinto. Jean-Claude Carrière ha condiviso i suoi pensieri su ciò che questi spazi, queste opere e l’atmosfera che regnava in questi luoghi gli ispiravano via via. La sua conoscenza della materia era enciclopedica e le sue riflessioni vivaci (…).
Come regista, mi comporto come un archeologo sensibile, un passante che propone idee, emozioni nascoste dietro ogni scoperta. Mi piace pensare che faccio film anche per i morti, per i miei genitori e i miei amici, per Chesterton e Miguel de Cervantes, per il mio bisnonno Alfredo che ha combattuto ed è morto a Cienfuegos, per Goya naturalmente e per Jean-Claude Carrière. Spero che da dove si trova ora, questo film possa piacergli.
Volevo che lo spettatore percepisse il più fedelmente possibile ciò che la sordità di Goya ha cambiato nella sua vita e nella sua arte (…). Il nostro approccio è stato quello di cercare di scavare un buco nelle Pitture nere di Goya per vedere cosa c’era dietro”