In Spider-Man: No Way Home ritroviamo la maggior parte dei villain visti nei film sul supereroe Marvel prima delle performance di Tom Holland. Già i trailer anticipavano dei diversi look per alcuni nemici e molte erano le teorie dei fan, soprattutto quella relativa ai Sinistri Sei, che poi non si è verificata. Scopriamo nel dettaglio come sono cambiato i villain dell’amichevole Uomo Ragno di quartiere nell’ultimo film dei Marvel Studios in collaborazione con Sony.
Nuovi costumi e ritorni graditi in Spider-Man: No Way Home
Nella recensione di Spider-Man: No Way Home ho sottolineato come il film rappresenti una sorta di Endgame per l’intera saga dell’Arrampicamuri al cinema, con il ritorno di tutti i protagonisti e anche dei villain più amati. Tra questi, iniziamo proprio con il mio preferito: Norman Osborn / Goblin, interpretato da Willem Dafoe, che riprende il suo ruolo dalla trilogia di Sam Raimi. Scienziato e amministratore delegato della Oscorp, assume una doppia personalità dopo un incidente di laboratorio che gli dona poteri straordinari. Nell’ultimo film riprende alla perfezione i suoi tratti psicologici e le sue abilità in combattimento, cambia leggermente il costume.
Rispetto a Spider-Man del 2002, Green Goblin ha un’armatura più rovinata, con il cappuccio viola di una felpa e senza l’iconico casco: con il volto scoperto Willem Dafoe riesce ad essere ancora più espressivo. A tal proposito la costumista Sanja Milković Hays ha affermato: “Avevamo bisogno di rispettare gli originali, ma al tempo stesso dargli l’estetica che si aspettano da noi le nuove generazioni. Quindi abbiamo dovuto aggiornare i loro look, dato che la tecnologia è molto differente”.
La costumista si è soffermata poi sul look del Doctor Octopus, abbastanza diverso dall’originale: “Il maglione originale era verdastro e marrone. Noi lo abbiamo reso più verde con la giacca, che abbiamo reso invece più aderente. L’idea era quella di dargli l’aspetto da cattivo dei giorni nostri. Inoltre, era fondamentale per noi fare in modo che gli attori non pensassero minimamente ai costumi”.
Il maglione originale verde di cui parla è quello dei fumetti perché nel film del 2004 ha il petto più scoperto sotto alla giacca, rispetto al maglione a girocollo che indossa ora. Inoltre, in Spider-Man: No Way Home non sono presenti i tentacoli, ma sono realizzati interamente in CGI. Alfred Molina ritorna ad interpretare l’eccellente scienziato dotato di quattro tentacoli artificiali fusi al suo corpo dopo un incidente nel secondo film della trilogia di Raimi; arriva nell’universo del MCU mentre è sul punto di uccidere il suo Peter Parker, ovvero prima di “pentirsi”, come vedemmo nel finale di Spider-Man 2.
Tuttavia è Max Dillon / Electro, interpretato da Jamie Foxx, a vincere il premio di miglioramento del villain: lo stesso Lizard sottolinea il cambiamento, da nerd impacciato a potente “uomo elettrico”. Max è un ingegnere elettrotecnico che adoro il Tessiragnatele e dopo un incidente ottiene strabilianti poteri elettrici in The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro nel 2014. Nella battaglia finale dell’ultimo film le scintille a stella intorno alla faccia compongono la maschera del villain nei fumetti.
Infine, ritroviamo anche Thomas Haden Church nel ruolo di Flint Marko / Uomo Sabbia, già interpretato in Spider-Man 3 (2007) e Rhys Ifans nel ruolo di Curt Connors / Lizard, da The Amazing Spider-Man (2012). Sembra che gli attori abbiano solo doppiato i loro personaggi quando risultano trasformati e non si siano girate nuove scene con questi ultimi; in alcuni casi sono state usate scene riciclate dai film precedenti.
Infatti, vediamo l’Uomo Sabbia nella forma umana per poco tempo e in particolare quando Peter Parker cura Sandman: in quella sequenza è stata riutilizzata la scena dove Marko si sbriciola dopo che è caduto in una pozza d’acqua in Spider-Man 3, ma nell’ultimo film Marvel la sua mano si ricompone.
In No Way Home vediamo un Lizard completamente trasformato, ma poco incisivo per l’intera trama. Anche in questo caso, quando Peter Parker cura il Dottor Connors è stata riciclata una scena del primo film con Andrew Garfield: la lucertola perde le sue squame, la sua coda e la sua mano destra proprio come in quella pellicola, ma l’angolazione della scena è diversa, forse derivante da una scena tagliata.
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