Pierfrancesco Favino è oramai un attore e doppiatore che ha conquistato tutti noi con le sue performance, ma anche come intrattenitore, visto il grande successo come spalla durante il Festival di Sanremo condotto da Claudio Baglioni nel 2018. Questa sua capacità di trasformazione è dovuta in particolar modo al teatro, parte della sua formazione artistica, per non parlare di come sia riuscito, grazie anche al reparto trucchi, ad avvicinarsi in un modo pauroso, in Hammamet, a uno degli uomini politici del ventesimo secolo, Bettino Craxi. Oggi è il suo compleanno e quale modo migliore per festeggiarlo se non ripercorrendo la sua vita artistica e privata con te? Allora, tanti auguri Pierfrancesco.
Come nasce l’artista Pierfrancesco Favino?
L’attore è nato il 24 agosto del 1969 ed è romano di adozione, in quanto è figlio di genitori pugliesi originari di un paese in provincia di Foggia, Candela. Avendo passato molto tempo con i nonni non è stato difficile per lui vestire i panni del glorioso lottatore del popolo Giuseppe Di Vittorio. Però lui è romano d.o.c.g. e guai a toccare il suo essere romano.
Per la nascita artistica dell’attore invece ci dobbiamo spostare sul teatro; non ci sono, però, molti elementi da cui partire, forse sarà una buona occasione per intervistare Pierfrancesco Favino e capire cosa lo ha spinto poi ad approdare nel cinema. L’attore si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e voglio menzionare tra i tanti i maestri Luca Ronconi e Orazio Costa.
Gli esordi teatrali di Pierfrancesco lasciano ben presto il posto a piccole apparizioni in film e serie TV a fine anni Novanta. La sua prima comparsa è nel 1991 in Una questione privata (tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio e riproposto pochi anni fa, nel 2017, con Luca Marinelli). Altre apparizioni in pellicole come Pugili, La Carbonara e La verità vi prego sull’amore fanno sì che venga scelto per interpretare uno dei protagonisti che accompagna il trionfo di Gabriele Muccino ne L’ultimo bacio.
Da L’ultimo bacio a Figli delle stelle passando per il grande successo di Romanzo Criminale
L’ultimo bacio è a mio modesto parere credo che sia uno dei più bei film che in maniera trasversale racconta e dipana tutte le storie d’amore: da quello eterno che perdona a quello travolgente che punisce perché effimero così come è nato; da quello sbarazzino dove si crede che vada tutto bene quando in realtà è tutto sfasciato a chi invece è amante e aspetta quel messaggio, quell’attimo, quella carezza per sapere che l’amore è soprattutto quello che ti stravolge e ti fa fare cose impensate.
Seguito del film è Baciami ancora, dove Favino ha un ruolo meno marginale e più importante. In entrambi i film le canzoni L’ultimo bacio di Carmen Consoli e Baciami ancora di Jovanotti sono testi unici e con una musicalità che ci aiuta a entrare in sintonia con le due pellicole.
La versatilità dell’attore gli permette di rivestire ruoli differenti, tanto da passare da un ruolo come quello ne l’Ultimo bacio a un ruolo molto particolare nella reunion di quattro amici nel film Da zero a dieci in cui interpreta un medico omosessuale, per poi indossare i panni di un veterano della guerra nella pellicola El Alamein. La battaglia che vide l’Italia perdere in Egitto rappresenta un punto fermo nel passato storico dell’Italia e affronta l’orrore della guerra attraverso gli occhi di un giovane soldato che realizza in maniera improvvisa la differenza tra ciò a cui la scuola di guerra ti prepara e la trincea. Qui interviene il sergente Rizzo, Favino, che dopo alcuni scambi capisce che deve fare qualcosa, anche perché in battaglia bisogna potersi fidare e non lasciare intentato niente; prenderà così sotto la sua guida il giovane per farlo diventare un vero combattente.
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Prima del grande successo del 2005 sarà protagonista di pellicole più o meno fortunate e comunque commedie sentimentali come Al cuore non si comanda in cui fa coppia con la bellissima Claudia Gerini, oppure Emma sono io con protagonista Cecilia Dazzi e in cui Favino interpreta il suo miglior amico.
Un film molto particolare è Nessun messaggio in segreteria, teatro di un incontro strampalato tra un pensionato, una bambina strepitosa e un impiegato timido che non riesce a prendere in mano la sua vita. Sicuramente un film che merita di essere visto, così come meritano Le chiavi di casa e Amatemi.
Romanzo criminale – La svolta definitiva nella carriera di Pierfrancesco Favino e non solo
Dei giovani scapestrati romani si trovano in un giro più grosso di loro grazie al Libanese, interpretato in maniera impeccabile da Pierfrancesco Favino, che dopo il primo rapimento compiuto dalla banda della magliana trova un modo per conquistare, insieme alla magistrale interpretazione di Kim Rossi Stuart (il Freddo), tutta Roma capitale partendo dai mercati della droga al gioco d’azzardo, dalle armi alle prostitute. La banda dei giovani è composta anche dal Dandi, un giovanissimo Claudio Santamaria, e dal Nero, ruolo marginale ma importante che ha il volto del giovane Riccardo Scamarcio. I quattro sono i pilastri della banda insieme a fratelli di strada con cui si arricchiscono e prendono la città eterna sotto il loro comando in poco tempo. Si sa che la ricchezza e la potenza accecano e così ben presto i contrasti interni e forse l’innamoramento de Il Freddo fanno sì che il Libanese viene meno a molte delle sue intuizioni cedendo sempre più alla droga e al suo delirio di onnipotenza tanto è che viene anche nominato l’ottavo re di Roma.
Dopo questa pellicola di grande impatto mediatico l’attore viene scelto in un ruolo molto particolare dal regista di Una notte al museo in cui ha un piccolo ruolo nel grande museo che si sveglia di notte, ovvero Cristoforo colombo; mentre Ferzan Özpetek lo sceglie per tutt’altro ruolo per un altro dei suoi film molto sentimentali e che affrontano molti temi come l’omosessualità in Saturno contro. Qui va una menzione speciale ad Ambra Angiolini che si sveste della giovinezza delle ragazze di Non è la Rai e stupisce vincendo sia il David che in Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.
La notorietà e la bravura di Favino nell’immedesimarsi in ruoli anche minori gli valgono la chiamata alle armi. Lo vediamo nel film Miracolo a Sant’Anna diretto da un certo Spike Lee di cui tu penso abbia sentito parlare negli ultimi tempi e non da meno sarà il suo ruolo del comandante Ernesto Olivetti nella trasposizione cinematografica di Angeli e Demoni, omonimo romanzo di Dan Brown e portato sul grande schermo da Ron Howard; inoltre, Favino vestirà i panni di Lord Glozelle ne Le cronache di Narnia diretto da Andrew Adamson, il regista dello spassosissimo Shrek per intenderci. Se in queste pellicole ha avuto un ruolo non da protagonista di certo lo stesso non si può dire di L’uomo che ama, in cui interpreta il classico uomo quarantenne imprigionato dall’amore o meglio dal pensiero dell’amore che lo rende non solo carcerato ma anche carceriere dello stesso amore. Simile è il ruolo che avrà in Baciami ancora (sequel de L’ultimo bacio), ma in questo caso sarà solo la vittima dell’amore che nutre per la moglie dalla quale viene tradito.
Il primo decennio del nuovo secolo vede nuovamente nei guai l’attore romano, nei panni di un uomo che, deluso dalla propria vita, decide, insieme a tre scapestrati complici, di rapire un ministro nel film Figli delle stelle a cui è legata inesorabilmente il grandissimo successo di Alan Sorrenti.
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Pierfrancesco Favino arriva a conquistare il David di Donatello per Il Traditore
Quest’ultimo decennio appare sempre più l’espressione camaleontica di Pierfrancesco Favino, capace di passare dall’essere un medico corrotto e privo di scrupoli in La vita facile a interpretare un ruolo in cui molte persone durante la crisi si sono rispecchiate ne L’industriale. Sempre legato a Roma capitale partecipa a più riprese a film diretti dall’oramai acclamato Stefano Sollima come ACAB – All Cops Are Bastards e Suburra, entrambi i film sono trasposizioni cinematografiche. Mentre nel primo è uno sbirro del tutto in linea con le regole, in Suburra sarà un onorevole che tutto è tranne che pentito dei malaffari che lo portano a legarsi con la mafia ostiense. Sembra un legame con Romanzo Criminale, non credi? Fatto sta che neanche il tempo di girare ACAB che si ritrova a narrare le vere vicende accadute nel 1969 a Milano in Piazza Fontana in cui presta il volto all’anarchico Giuseppe Pinelli, interpretazione che lo porta a conquistare il secondo David di Donatello come miglior attor non protagonista per Romanzo di una strage dopo quello ottenuto in Romanzo Criminale.
La commedia comunque fa parte dell’attore e si ritrova con un altro grande del nostro cinema, Marco Giallini, in una esilarante pellicola diretta e interpretata dal grande Carlo Verdone, Posti in piedi in paradiso. Il regista romano ha dalla sua che riesce a sentire il polso dell’Italia di oggi tra difficoltà, paure e depressioni ma anche amore. Infatti, i tre personaggi si incontrano fortunosamente, se così si può dire, per tante situazioni logore della vita privata e professionale che si tramutano in una convivenza all’inizio poco sopportabile perché non arrivano alla fine del mese.
Molto produttivo a inizi del decennio si butta subito a capofitto in un’altra parentesi hollywoodiana con Ron Howard che lo vuole di nuovo con lui e questa volta nel personaggio di Clay Regazzoni in Rush e nello stesso anno partecipa al fianco del protagonista Brad Pitt in World War Z.
La partecipazione in ambiti internazionali non lo distoglie dal continuare a seguire vari progetti, come il successo di Suburra, in cui una Roma dilaniata dalle corruzioni viene messa a nudo da Sollima. Oltremodo si fa carico né Le Confessioni di un’altra ambientazione che caratterizza le lotte di potere. Tutto questo però non deve far dimenticare il vero talento che ha Pierfrancesco Favino, ossia quello di saper far ridere e commuovere nelle pellicole.
Infatti, prima degli ultimi capolavori è necessario menzionare Chi m’ha visto, una pellicola esilarante accanto al grande Giuseppe Fiorello; stranamente l’attore siciliano non muore in questo film, Ops, forse non dovevo dirlo. Scherzi a parte, i film che mi hanno letteralmente stupito sono gli adattamenti cinematografici de I tre moschettieri – La penultima missione e Tutti per 1 – 1 per tutti in cui tutta la bravura della commedia traspare attraverso le goffe imitazioni francesi di Favino nel ruolo di D’Artagnan e con un cast veramente simpatico composto da Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini che nel secondo film si reincarnerà in un lupo che accompagnerà il piccolo Federico Ielapi a compiere il dovere di chi ama.
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Nel frattempo riesce a non dividere il legame con Gabriele Muccino e lavora nuovamente con lui in pellicole che rivolgono uno sguardo attento alla famiglia e alle problematiche che mai vengono discusse in A casa tutti bene dove ritrova Stefano Accorsi e per una sorta di reunion e quindi come un rito squadra vincente non si cambia, il regista rivuole i tre protagonisti di Romanzo criinale insieme a ricordare Gli anni più belli. La vita di quattro amici raccontata nell’arco di quarant’anni e i protagonisti sono loro, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria e il nostro Pierfrancesco Favino insieme alla donna amata un po’ da tutti Micaela Ramazzotti.
Sembrerò pedante forse dicendo che un attore lo è quando riesce a farti dimenticare con un film la sua prestazione precedente. Per l’attore romano è proprio così. Infatti, immagina di vedere la pellicola di cui ti parlavo prima de I tre moschettieri e poi vedere un Pierfrancesco Favino completamente trasformato, grazie anche al trucco, in Hammamet in cui viene raccontato l’ultimo periodo dell’onorevole Bettino Craxi da quando lasciò l’Italia fino alla sua morte. La particolarità che riguarda le interpretazioni di Hammamet e Il Traditore sono storie di personaggi forti che hanno condizionato sia la politica che l’economia italiana, visto che Tommaso Buscetta fu il primo pentito di Cosa Nostra. In questa seconda interpretazione Pierfrancesco Favino fa suoi molti atteggiamenti del pentito e allo stesso ci trasmette quell’angoscia che pervade l’animo umano quando sa che la colpa di qualcosa che sta accadendo è la propria e di nessun altro. Il film diretto da Marco Bellocchio passa attraverso i pensieri e i sentimenti di Tommaso Buscetta attraverso il volto di Pierfrancesco Favino che riesce a vincere il David di Donatello con questa straordinaria interpretazione.
Pierfrancesco Favino – Da Padre Pio alla performance a Sanremo
Se da un lato ha avuto molto successo in diverse pellicole con i suoi personaggi non dobbiamo tralasciare i ruoli importanti che ha avuto sul piccolo schermo passando dalla compagine medica di Amico mio con a capo Massimo D’Apporto a Padre Pio con il bravissimo Sergio Castellitto. Come protagonista lo vediamo in miniserie che si focalizzano su personaggi che hanno reso nota la nostra Italia, come nella miniserie Ferrari o nel ricordo di un grande del ciclismo Gino Bartali per passare a Liberi di giocare, storia liberamente ispirata a eventi accaduti realmente per finire con un altro grande di uno dei padri del sindacalismo italiano, di cui vado fiero in quanto di origini pugliesi, ovvero la vita di Giuseppe Di Vittorio nella miniserie Pane e Libertà.
L’ecletticità e la bravura di Pierfrancesco Favino esplode, per chi ancora non lo avesse conosciuto, nel Festival di Sanremo del 2018 a fianco di Claudio Baglioni che come direttore artistico della kermesse lo ha voluto al suo fianco insieme alla bellissima e simpaticissima Michelle Hunziker.
L’amore e la famiglia di Pierfrancesco Favino
Come detto all’inizio, il giovane e talentuoso voleva diventare attore nel migliore dei modi, studiando e coltivando la sua passione per la recitazione e come ha riportato in una intervista a Vanity Fair ha raccontato che
Quando dissi a mio padre che volevo fare l’attore, mi rispose che solo una persona con poco sale in zucca poteva fare un simile mestiere. Forse avevo preso da lui.
Però non c’è stato solo il cinema nella vita di Favino. Infatti, Vanity Fair riporta l’incontro che fece scattare la scintilla tra lui e Anna Ferzetti, l’attrice racconta l’aneddoto
Pensare che tutto è cominciato con lui che ad una festa mi ha pestato il piede e così abbiamo iniziato a parlare.
Da quel lontano incontro la coppia vive un amore bello e limpido dal quale sono nate due figlie Greta e Lea.