Estraneo a bordo (Stowaway) è il nuovo claustrofobico thriller fantascientifico, in arrivo su Netflix il 22 aprile. Si tratta di una produzione tedesca ed è classificato come uno sci-fi, drammatico e thriller.
Il film è diretto dal brasiliano Joe Penna, al suo secondo lungometraggio dopo Arctic con Mads Mikkelsen. La sceneggiatura è stata stesa dallo stesso regista, in collaborazione con Ryan Morrison. I due avevano già lavorato insieme in precedenza alla scrittura della serie Release.
Estraneo a bordo: di cosa parla?
“Durante una missione su Marte, un clandestino finito a bordo per caso provoca involontariamente danni ingenti ai sistemi di supporto vitale dell’astronave. Con risorse in rapido declino e lo spettro della fine che incombe, l’equipaggio è costretto a prendere una decisione impossibile.”
Questa è la sinossi ufficiale del film rilasciata direttamente da Netflix. Dal trailer ufficiale abbiamo appreso che i nostri protagonisti devono intraprendere un viaggio biennale per svolgere ricerche relative alla colonizzazione di Marte, ma a bordo c’è un quarto intruso: un ingegnere rimasto accidentalmente imbarcato al momento del decollo, che recherà danni irreversibili ai sistemi di supporto vitale dell’astronave. Di fatto l’ossigeno è sufficiente a malapena per tre persone: la presenza di un quarto individuo mina alla sopravvivenza dell’intero equipaggio, costretto così a tentare una soluzione disperata per restare in vita e ponendo i personaggi davanti a delle ardue ed estreme scelte.
Nel cast vediamo Toni Collette (che abbiamo visto di recente nel particolare Sto pensando di finirla qui, sempre su Netflix) nel ruolo del comandante, Anna Kendrick interpreta una ricercatrice, Daniel Dae Kim un biologo e infine Shamier Anderson è l’intruso.
L’ambientazione e la situazione estremamente claustrofobica sembrano rinviare in qualche modo a Gravity (di Alfonso Cuarón con Sandra Bullock), seppur i temi affrontati risultano essere completamente diversi. Sembra paradossale ma interessantissimo il netto contrasto tra lo spazio stretto e claustrofobico di un’astronave, rispetto all’immensità dello spazio circostante.
Gli attori protagonisti hanno espresso i loro pensieri riguardo al film, ponendo delle riflessioni connesse in particolare al momento storico dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Collette ritiene che il titolo parli soprattutto di comunità, sopravvivenza e sacrificio, temi molto familiari a noi, specie in quest’ultimo anno. La Kendrick invece fa maggiore riferimento alla nostra capacità di problem solving, al modo in cui il nostro cervello è in grado di attivarsi in questo senso nelle situazioni di maggiore necessità, nonché naturalmente rinviando alla condizione di claustrofobia e all’analogia che possiamo trovare nell’isolamento che tutti abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo. Si tratta dunque di un film da cui scaturiscono riflessioni interessanti e soprattutto attuali.
Aspettiamo quindi il 22 aprile, nel frattempo qui il trailer ufficiale del nuovo film su Netflix: