Vi avevamo parlato di Respira e Doppia luce, i due corti pluripremiati, che è possibile vedere su Chili. Oggi parleremo di Doppia luce, diretto da Laszlo Barbo.
Una storia molto particolare, ambientata in una Roma dai contorni quasi maledetti. 20’ di suspance e tensione, per una trama che spazia dal paranormale al thriller. La storia è infatti quella di Francesca Swart (Angie Alexander), una donna di 30 anni che possiede un dono molto particolare: al contatto con gli oggetti e le persone appaiono davanti ai suoi occhi delle fugaci visioni, dei lampi di luce, immagini che sono legate in qualche modo alla persona a cui sta dando la caccia.
“quando ero bambina vedevo cose, che nessuno dovrebbe vedere…
Se ti convinci di essere pazzo, vuoi solo sparire…
Paradiso e inferno sono qui, dietro ad ogni porta…”
Il suo è un dono unico che le permette di risolvere casi a cui la polizia non riesce ad arrivare, attirandosi le ire e le invidie dei poteri più radicati nella Capitale. Francesca tuttavia non si occupa di qualsiasi caso le capiti, ma solo di innocenti, di bambini rapiti o allontanati dai propri affetti, per riportarli al sicuro.
“Non ho chiesto io di vedere, ci sono nata con questa condanna. Mia madre li chiamava giochi di luce, diceva che affinché la luce splenda, l’oscurità è necessaria. Mi ha insegnato che è normale avere paura del buio, ma ci vuole coraggi a guardare nella luce.”
Certo, non è per niente facile avere a che fare con persone così cariche di negatività, e il suo timore più grande sembra proprio essere quello che queste forze oscure prendano il sopravvento.
Tutto il racconto si svolge sotto una pioggia battente, che oltre a dare a tutta la storia una connotazione ancora più cupa e tetra, può anche essere vista come metafora di purificazione: così come l’acqua lava via tutto, così il potere di Francesca spazza via il male che alberga in alcuni soggetti.
Nello specifico, la storia a cui assistiamo è molto delicata, e anche se mai nulla di esplicito viene mostrato, quello che si intuisce fa davvero inorridire.
Sicuramente, molto del merito va anche al montaggio delle scene, alla fotografia e naturalmente al cast, all’attrice padovana Angie Alexander, che ha ricevuto per la sua prova il premio di Miglior Attrice ai Top Shorts Online Film Festival, e che in questo ruolo ricorda un po’ la Lisbeth di Uomini che odiano le donne, troviamo infatti Camilla Filippi, Giuseppe Zeno, Anna Ferzetti, e il noto doppiatore Luca Ward.
Doppia Luce è in realtà la prima tessera di un progetto più ampio, si tratta di un episodio pilota per un Nuovo serial Mystery – Thriller.
Doppia Luce è pertanto quello che si potrebbe definire un “work in progress” e se il progetto approderà in tv, con la messa in onda della prima puntata, sono previsti sugli store digitali una app in realtà aumentata e un comics.
La serie mira a diventare un racconto in 10 episodi di 50 minuti l’uno, eventualmente compressi in 120 all’interno di un racconto cinematografico.
Forti anche dei premi ottenuti a vari festival internazionali, regista e produttore hanno già messo a segno un importante traguardo: la società R.T.I. di Mediaset ha acquistato i diritti per l’Italia con l’intenzione di distribuirlo in pay tv.
Alla sceneggiatura sta lavorando anche Leonardo Patrignani, autore della trilogia distopica Multiversum e di un thriller paranormale sulle esperienze di pre-morte, There, che, per tematiche, si avvicina alla serie tv.
“Quando Diego Loreggian mi ha parlato di Doppia Luce mi sono sentito subito a casa. Ero interessato soprattutto alla tematica della ricerca sulle staminali, inserita in una storia nera, dove il personaggio principale è un antieroe, in perenne conflitto con se stesso. L’aspetto medico-paranormale della storia è stato forse il gancio che mi ha portato all’attenzione della produzione”
spiega Patrignani.
“Ho lavorato con il regista e autore Laszlo Barbo alla stesura del trattamento di serie definitivo: insieme abbiamo scavato nel passato dei personaggi, spinto i confini etici di una scienza senza scrupoli fino al limite estremo, alla ricerca di una storia diversa dal solito, un magnifico azzardo in un panorama televisivo come quello del nostro Paese“.
Altro particolare degno di nota sono i disegni che saranno creati per il film, qualcosa di avvero unico ed originale firmato dall’artista Marco Turini, disegnatore per Marvel, Dc Comics e Image comics, noto per il suo stile ultra-realistico e noir.
Doppia Luce di Laszlo Barbo, regista già autore del film Quel che resta (2012) sul terremoto che nel 1908 colpì drammaticamente le città di Reggio Calabria e di Messina, con protagonisti Franco Nero e Giancarlo Giannini, è un vero e proprio dark mistery che un po’ ricorda, soprattutto per l’atmosfera, pellicole come Costantine di Keanu Reeves.
Certo, essendo stato girato a Roma, grazie alla quale si possono vantare location sempre suggestive (tra cui il Castel Sant’Angelo), le vie e gli sfondi offerti dalla capitale possiedono il merito di portare Doppia Luce in una dimensione più familiare, soprattutto all’occhio dello spettatore più esperto. A finire il lavoro di “personalizzazione” ci pensa poi l’ottimo apparato tecnico, tra cui spiccano una fotografia e una colonna sonora che aiutano a rendere la messa in scena tenebrosa e inquietante, quanto basta per esserne catturati.
La speranza è che Doppia Luce mantenga fede alle premesse e diventi al più presto una serie tv. Vi terremo aggiornati.