Il Commissario Ricciardi (Id.)
Regia: Alessandro D’Alatri; soggetto: dalla serie di romanzi di Maurizio de Giovanni, Salvatore Basile, Viola Rispoli ; sceneggiatura: Maurizio de Giovanni, Salvatore Basile, Viola Rispoli, Doriana Leondeff; fotografia: Davide Sondelli; scenografia: Carlo De Marino (scenografo), Toni Di Pace (arredatore); costumi: Alessandra Torella; trucco: Barbara Morosetti; effetti speciali: Fabio Traversari; montaggio: Emiliano Bellardini; interpreti: Lino Guanciale (commissario Luigi Alfredo Ricciardi), Antonio Milo (brigadiere Raffaele Maione), Enrico Ianniello (Dr. Bruno Modo), Serena Iansiti (Livia Lucani), Maria Vera Ratti (Enrica Colombo), Mario Pirrello (questore Angelo Garzo), Peppe Servillo (don Pierino Fava), Marco Palvetti (Falco), Nunzia Schiano (Rosa Vaglio), Giovanni Allocca (ag. Cesarano), Roberto Giordano (ag. Camarda), Fabrizia Sacchi (Lucia Caputo), Adriano Falivene (Bambinella), Massimo De Matteo (Giulio Colombo), Susy Del Giudice (Maria Tritone), Nicola Acunzo (ag. Sebastiano Ponte), Francesco Borragine (Giovanni Maione), Dominique Donnarumma (Benedetta Maione), Giuliana Ferola (Maria Maione), Antonio Masiello (Antonio Maione), Martin Gruber (maggiore Manfred Kaspar von Brauchitsch), Veronica D’Elia (Nelide); produzione: Giusi Buondonno, Walter Ingrassia, Fania Petrocchi, Massimo Martino, Gabriella Buontempo per Ciemart e Rai Fiction; origine: Italia – 2021; numero episodi: 6; durata (episodio): 105′
Trama
Napoli, anni ’30. Luigi Alfredo Ricciardi (Guanciale) è commissario presso la Regia Questura del capoluogo campano. Di nobili natali e orfano di padre, con una madre molto malata, egli dalle montagne del Cilento, dopo la morte di lei, ha deciso di intraprendere gli studi di giurisprudenza per entrare in polizia. Perchè un barone decida di fare il poliziotto è una delle domande che molti si pongono su di lui, dotato di un sesto senso che gli consente di risolvere i casi più intricati. In realtà egli custodisce un terribile segreto, una dote (una maledizione) ereditata proprio dalla madre: sin da ragazzo è in grado di percepire la presenza degli spettri delle vittime di morte violenta nei luoghi del trapasso, e ascoltarne i pensieri o le ultime parole, ripetute ossessivamente.
Nelle indagini è affiancato dal brigadiere Raffaele Maione (Milo), solido padre di famiglia che lo tratta con affetto da quando il commissario ha trovato gli assassini del suo primo figlio, poliziotto come lui e morto in servizio e da un medico legale, Bruno Modo (Ianniello) del quale è amico, nonostante sia diverso da lui: tanto tetro e integerrimo è il poliziotto quanto spiritoso e godereccio è il dottore. Il commissario si trova spesso in contrasto con l’untuoso questore Garzo, il quale si duole del contegno rispettoso ma fermo del commissario Ricciardi verso i sospettati, anche se aristocratici, potenti o protetti dal regime Fascista, che il suo superiore tenta in ogni modo di ingraziarsi. Condannato alla solitudine dal suo segreto, l’unico affetto stabile presente nella sua vita è l’anziana governante Rosa Vaglio, che, vivendo con lui, se ne occupa sin dalla più tenera età. Ogni sera, però, prima di andare a letto, egli guarda dalla finestra, attratto irresistibilmente da una giovane che abita nell’appartamento di fronte, che gli restituisce lo sguardo sorridendo. Nel corso di un’indagine su di un omicidio viene a sapere che il nome della ragazza è Enrica Colombo (Ratti).
Durante il primo episodio, nel quale egli indaga sulla morte in teatro di un famoso tenore, conosce la sua vedova, anche lei cantante lirica e dotata di un fascino fuori del comune: la romana Livia Lucani (Iansiti), amica nientemeno che di Edda Ciano, la figlia del Duce. Costei si sente irresistibilmente attratta da quell’uomo sensibile e triste, che non la corteggia come tutti gli altri ma la rispetta e la comprende. Su di lei veglia un agente della Polizia Segreta, dal nome in codice di Falco, che la mette in guardia sul conto del commissario Ricciardi e del suo amico, il Dottor Modo, fervente antifascista. Il triangolo tra Ricciardi, Livia ed Enrica è uno dei temi della serie, che si snoda seguendo di volta in volta le indagini del commissario Ricciardi e del brigadiere Maione (aiutato da un informatore particolare, il ‘femminiello’ Bambinella) sugli efferati crimini commessi nella città di Napoli.
“Noi scrittori non siamo proprietari dei personaggi. Loro esistono. I miei non sono maschere, invecchiano, e nei seriali non succede spesso. Montalbano e Maigret hanno sempre gli stessi anni. Ricciardi è un uomo in cammino, la sua educazione sentimentale non si arresta. Attualmente è nel 1933, con i prossimi due romanzi aggiungerà ancora un anno e mezzo alla sua vita. Così finiamo a ridosso dell’autarchia, dell’impero, quando comincia una fase politica che condurrà l’Italia alle leggi razziali e alla guerra. Ecco, Ricciardi in guerra io proprio non riesco a immaginarlo, alla luce di ciò che so gli capiterà nei prossimi romanzi“.
Maurizio de Giovanni
Il giudizio del redattore
Con Il pianto dell’Alba (2019) si è conclusa la storia letteraria del Commissario Ricciardi. Continuano invece il progetto fumettistico della Sergio Bonelli Editore e, dopo i buoni ascolti della prima stagione, avrà un seguito anche la serie tv (l’annuncio è arrivato ieri, le riprese cominceranno in giugno) che ha avuto il suo epilogo lo scorso lunedì con l’episodio In fondo al tuo cuore, facendo registrare uno share del 24,74 %.
Non essendo estraneo ai romanzi, che ho letto con piacere, temevo quest’adattamento televisivo ma ho deciso di dargli una possibilità. La scelta del protagonista – cioè dell’attore più in voga del momento – l’onnipresente Lino Guanciale (Che Dio ci aiuti, La porta rossa, L’Allieva, Non dirlo al mio capo, lo rivedremo persino nell’adattamento italiano di This is Us) era il punto che più mi preoccupava, così come la decisione puramente economica di girare gran parte dei sei episodi in Puglia e non a Napoli,dove chi scrive abita, della quale sarebbero rimaste le solite immagini da cartolina. Sul secondo punto mi devo ricredere: il lavoro di scenografi e tecnici è stato notevole e l’atmosfera dell’opera letteraria è stata ricostruita alla perfezione. L’adattamento dei sei romanzi nella sceneggiatura è stato soddisfacente. La stessa scelta di saltare il quarto romanzo Per mano mia – Il Natale del commissario Ricciardi, allo scopo di terminare la stagione con In fondo al tuo cuore, che rappresenta un punto di svolta nella vicenda personale del protagonista non mi ha disturbato, così come ho trovato molto bravi gli attori di contorno come Serena Iansiti (già presente ne I Bastardi di Pizzofalcone) nei panni di un’affascinante Livia Lucani e Adriano Falivene nel ruolo di un ‘Bambinella’ strepitoso senza essere caricaturale o stucchevole e non era facile.
Tornando all’attore principale, trovo Lino Guanciale bravo ma monocorde. Nelle sue interpretazioni replica più o meno sempre lo stesso personaggio: il bel tenebroso scostante. Qui lo sforzo di rendere la sua prova più intensa e sfaccettata è evidente, ma riesce a metà: se il contegno triste e la recitazione sotto le righe ben esprimono il tormento interiore provato dal personaggio “i magnetici occhi verdi” dei romanzi spariscono, sostituiti da un perenne sguardo torvo poco convincente. Quanto all’uso degli effetti speciali, ho visto di meglio, ad esempio in Ghost Whisperer e non ho citato un capolavoro: la rappresentazione dei morti come pallidi fantasmi dalle pupille vuote è decisamente poco originale. Irritanti i frequenti stacchi pubblicitari, dopo il primo ho preferito seguire gli altri episodi sulla piattaforma RaiPlay, dove sono tuttora disponibili.