Johnny Depp ha intentato una causa per diffamazione contro il quotidiano The Sun responsabile per averlo definito “picchiatore di mogli” in un articolo.
I giudici inglesi, il 3 novembre, hanno emesso una sentenza che…gli dà torto!
A quanto pare, l’articolo incriminato, che il The Sun scrisse nel 2018 commentando la scelta di J. K. Rowling di far recitare Johnny Depp nel nuovo film della saga di Animali Fantastici, conteneva il seguente passaggio:
Come può la Rowling essere “sinceramente felice” per il casting di Johnny Depp, picchiatore di mogli, per il nuovo film Animali fantastici?
La sentenza, a firma del Giudice Nicol Justice (ironico, nevvero?) motiva il provvedimento di rigetto della richiesta di risarcimento per diffamazione con il fatto che ‘gli imputati hanno dimostrato che ciò che hanno pubblicato nel servizio incriminato e le parole utilizzate erano riconducibili a fatti sostanzialmente veri‘.
L’inciso della Corte è tanto grave quanto sconcertante. Definire un fatto come “sostanzialmente” vero, non equivale a definirlo incontrovertibilmente vero, ed è proprio per questo che i legali di Johnny hanno già assicurato che faranno ricorso avverso questa singolare decisione.
Come redattrice non mi permetterei mai di definire “picchiatore di mogli” un personaggio (noto o meno che sia) e non soltanto perché ritengo l’espressione altamente infelice e squallida, ma anche e soprattutto perché si è innocenti fino a prova contraria e Amber Heard non ha mai provato che Johnny Depp fosse un “picchiatore” e non esistono sentenze in tal senso, tutt’altro!
Credo nella libertà di espressione, nella libera informazione, ma c’è un limite al modo in cui un quotidiano può definire o appellare qualcuno. Il buongusto non è un’opinione, il rispetto neanche lo è. E soprattutto ci vogliono equità e coerenza. Perché vorrei sapere se la Corte sarebbe giunta alla medesima conclusione qualora il The Sun avesse definito Amber Heard una “vittima apparente”.
Naturalmente la mia è una provocazione, ma il rispetto trascende il gender e deve essere garantito (a maggior ragione dai giornalisti) a tutti. Indifferentemente.