Regia: Sam Raimi – Cast: Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Dileep Rao, Adriana Barazz – Genere: Horror, colore, Durata: 99 minuti – Produzione: Usa, 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Uscita: 11 settembre 2009.
Drag me to Hell viene classificato come horror e certo di horror si tratta, ma non è un film che riesce a far veramente paura; c’è chi è più sensibile e chi meno, magari sono io che non mi spavento facilmente, ma alcune scene le ho trovate francamente ridicole e mi hanno fatto quasi ridere per come sono state trasposte. Non mancano alcune scene da brivido, così come alcune scene splatter, ma questo non basta a dare dignità a un film dell’orrore.
Drag me to Hell, la trama del film di Sam Raimi:
La pellicola è incentrata sulla storia di Christine Brown, interpretata da Alison Lohaman, la cui notorietà si è affermata nel 2002 per la sua eccelsa interpretazione in “White Oleander – Oleandro bianco”, al fianco di Michelle Pfeiffer. Christine è una funzionaria di banca, addetta alla concessione dei prestiti, sempre gentile e disponibile con le persone che le chiedono aiuto.
Una mattina arriva in banca un’anziana signora di origine Zingara di nome Sylvia Ganush, che chiede l’ennesima proroga del prestito, ottenuto mettendo un’ipoteca sulla sua casa. Christine, per ottenere il posto di vicedirettore a cui aspirava da tempo, e per far buona impressione sui genitori del fidanzato che deve conoscere a breve, andando contro i suoi principi, le nega la proroga.
A quel punto la vecchina disperata lancia su di lei una maledizione, invocando il Lamia e rendendo la vita di Christine un vero e proprio inferno. La donna avrà a disposizione soltanto tre giorni per riuscire a salvarsi.
Impressioni sul film:
Ridere si ride, ma saltare sulla poltrona o aggrapparsi alla fidanzata/o, è incredibilmente difficile con questo film. Non sempre basta un coltello brandito da un psicopatico o un cimitero o un’orda di zombie affamati per far sì che un film horror venga definito tale, spesso questi elementi da soli non bastano.
L’impressione è che, nonostante la brillante regia, il racconto manchi di grinta, far spaventare e far ridere allo stesso tempo è molto difficile, ma spaventare davvero lo è ancora di più.
Drag Me to Hell è un film divertente e dal ritmo frenetico, con il quale il regista si conferma un talento unico nel saper mescolare e intrecciare in maniera impeccabile la paura, lo spavento, persino il disgusto con l’ironia e la risata.
Il film contiene anche un’analogia con il secondo capitolo di Spider-Man; come ricorderai Zia May si reca in banca per chiedere un prestito, che anche a lei viene rifiutato. In Drag me to Hell lo scenario è lo stesso, una donna in chiara difficoltà economica chiede aiuto alla potenza economica e questa gli nega l’aiuto. Molto bravo in questa circostanza Raimi a rappresentare il potere assoluto delle banche.
Comunque, per me che sono cresciuto vedendo la trilogia dedicata a Spider-Man di Raimi, Drag me to Hell, a prescindere dai mille difetti, è stato una bella sorpresa e mi ha fatto passare una piacevole ora e mezza.
Come dice lo stesso Raimi in un’intervista: “… sono un tipo pauroso. Quando vedo le cose, non riesco a far a meno di notarne il lato divertente. Forse è un meccanismo di difesa”. Gli è stato anche chiesto quali fossero le sue aspettative sul film, e lui ha risposto: “Quello che voglio è che il pubblico rida, salti sulla poltrona, urli, si aggrappi alla sua ragazza e all’uscita pensi di essersi divertito molto in quell’ora e mezza. È così che misurerei il successo del film“.