Più volte, durante lo scorso anno e all’inizio del 2020 vi abbiamo preparato ad uno dei film più attesi della rassegna La grande arte al cinema prodotta da Nexo Digital, che da anni ci coccola e ci stupisce portandoci alla scoperta o alla riscoperta, dell’Arte con la A maiuscola.
Si tratta dell’atesissimo Maledetto Modigliani che, inizialmente in programma per le sole serate del 30 e 31 marzo e 1 aprile 2020, non ha mai visto la luce a causa del lock down.
Nexo Digital ci riprova e la programmazione del film è ora prevista per il 12, 13 e 14 ottobre 2020 e ci prepariamo a gustarlo guardando per ora il trailer
Il docufilm, che arriva anche per celebrare i 100 anni dalla morte di Modigliani, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, è diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi e racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani (1884-1920), artista d’avanguardia, diventato un classico contemporaneo amato e imitato in tutto il mondo.
La sua vita tormentata sarà raccontata dal punto di vista di Jeanne Hébuterne, l’ultima giovane compagna che si suicidò due giorni dopo la morte dell’amato, avvenuta all’Hôpital de la Charité di Parigi il 24 gennaio 1920.
Dedo o Modì, come fu soprannominato, era il quarto figlio di una famiglia ebraica in crisi, in una Livorno che gli sta troppo stretta, e che pertanto decide di lasciare a soli 21 anni per avventurarsi in grandi città come Firenze, Venezia e Parigi.
Qui nasce l’artista maledetto che tutti conosciamo, alcolista per vizio e sciupa femmine di professione, che nelle sue semplici linee, nei volti, nei colori, nelle pennellate, esprime invece valori, sentimenti e storie.
Attraverso la voce narrante di Janne, scorci di oggi e foto e filmati d’epoca, in bianco e nero, ci riportano nella Ville lumière, centro d’arte e modernità, crocevia di artisti, pittori e scultori, provenienti da ogni parte del mondo.
Tra gli interventi del docu-film, oltre a quelli dello storico dell’arte e specialista di Amedeo Modigliani Marc Restellini, quelli di Ann L. Ardis, professoressa e Dean al College of Humanities and Social Sciences della George Mason University, esperta di letteratura modernista inglese; Chloe Aridjis, scrittrice e studiosa di poesia francese dell’Ottocento; Harry Bellet, giornalista di Le Monde, studioso e critico d’arte; Giovanna Bertazzoni, Co-Chairman Impressionist and Modern Art Department Christie’s;
Laura Dinelli, responsabile Musei Civici di Livorno; Pier Francesco Ferrucci, Direttore Unità di Bioterapia dei Tumori, IEO che da studente è stato tra gli autori della famosa “beffa delle teste” del 1984 a Livorno; l’ebraista Paolo Edoardo Fornaciari; lo scrittore Simone Lenzi, attualmente assessore alla Cultura del Comune di Livorno; il gallerista David Lévy; la pittrice Mira Maodus; lo stilista, costumista e artista Antonio Marras; la pittrice Isabelle Muller; la curatrice del Musée d’Art Moderne de Paris Jacqueline Munck; l’artista John Myatt che, tra il 1986 e il 1995, ha falsificato e collocato sul mercato, insieme al suo complice John Drewe, duecento opere di maestri moderni; il collezionista Gérard Netter; l’artista Jan Olsson; la curatrice del Musée Picasso Paris Emilia Philippot; il Direttore Generale dell’Albertina di Vienna Klaus Albrecht Schröder; il Vicepresidente della Comunità Ebraica di Livorno, Guido Servi; il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Paolo Vir.
Le musiche originali del docu-film sono di Maximilien Zaganelli e di Dmitry Myachin.