Sto pensando di finirla qui è uno dei migliori film di questo disastroso 2020. Charlie Kaufman firma un’altra creazione meravigliosa, in grado di indagare dentro l’animo umano e dentro le più insormontabili insicurezze e debolezze dell’essere.
Ripropongo il trailer prima di passare al cuore della recensione, perché è giusto che precisi che queste immagini sono davvero soltanto la punta dell’iceberg e che Sto pensando di finirla qui è una continua scoperta. Un salto in luoghi non luoghi e attraverso il tempo, andata senza ritorno.
L’aspetto tecnico della pellicola è impeccabile: fotografia, location, colonna sonora, montaggio, colori, forme, costumi e persino le trame degli abiti non sono lasciati al caso. E’ tutto curato nei minimi dettagli, poiché le scene sono studiate minuziosamente e contengono elementi simbolici e significativi, legati alla storia e al senso della narrazione.
Jake e Lucy. Jake e Louisa. Jake e Lucia. Due individui che intraprendono un percorso insieme e ripercorrono la vita di Jake attraverso gli aneddoti narrati dai suoi genitori, le immagini della sua infanzia, la sua cameretta e la memoria delle persone che ha incontrato nel corso del tempo.
Kaufman, esploratore della mente umana per eccellenza, si è innamorato del romanzo di Iain Reid ed ha deciso di farlo conoscere al mondo. E menomale! Con il suo tocco magico, malinconico, un po’ lynchiano e melanconico, ha realizzato un horror che terrorizza ed inquieta in maniera estremamente diversa da ciò che normalmente siamo portati a percepire come “spaventoso”.
In realtà, più dei pagliacci assassini, più delle bambole indemoniate e degli zombie, dovremmo essere terrorizzati dagli oscuri meandri dell’anima, dall’apatia e dalla solitudine.
Kaufman ci dimostra, alla sua inconfondibile maniera, che è sempre meglio fare delle scelte e magari fallire che rimanere totalmente inerti. L’ossessione del rimpianto è degradante, è logorante. Meglio il rimorso che il rimpianto. Sempre.
Personalmente ritengo questo film strettamente legato ad Eternal Sunshine Of The Spotless Mind (il titolo in italiano semplicemente NON ESISTE) perché le due storie, il sentimento d’amore narrato, sembrano proprio l’una l’esatto opposto dell’altra. Non posso approfondire questo concetto senza rischiare di spoilerare alcuni aspetti chiave del film, ma mi piacerebbe se, guardando Sto pensando di finirla qui, si facesse questo tipo di riflessione.
Il film è un tripudio di emozioni, di citazioni letterarie, poetiche, cinematografiche e riferimenti ai musical (Oklahoma su tutti) e non potrebbe essere fatto meglio. Assolutamente. L’ho già guardato due volte e lo riguarderò ancora, è un film coraggioso e brutale, un film che meriterebbe sinceramente di concorrere agli Oscar, un film che poteva fare soltanto Charlie Kaufman.
Infine, ma certamente non meno importante è il cast magistrale selezionato per questo gioiellino del cinema. Pochi ma buoni, talentuosi interpreti che hanno superato se stessi: Jesse Plemons, Jessie Buckley, Toni Collette, David Thewlis, Guy Boyd.
Il libro da cui la sceneggiatura di Sto pensando di finirla qui è tratto, può essere acquistato su Amazon, vi consiglio assolutamente di leggerlo. E’ più di un libro, è una vera e propria esperienza mistica.