Il tema del viaggio nello spazio è, da sempre, tra i più ambiti in ambito cinematografico, ma sebbene non sia una novità, negli ultimi anni sono aumentati a dismisura i film che parlano dei viaggi su Marte. Se il cinema rimane probabilmente ancora il luogo migliore dove godersi gli infiniti panorami spaziali, l’argomento ha toccato ormai anche il mondo del piccolo schermo. Ed è proprio di un viaggio verso il pianeta rosso che ci racconta Away, la nuova serie prodotta e distribuita da Netflix.
Complici sicuramente gli importanti preparativi a cui Elon Musk e la sua SpaceX stanno lavorando alacremente da qualche anno, per rendere realtà il viaggio verso Marte, si sono moltiplicati gli show e i documentari che trattano di quello che in passato è stato uno dei temi preferiti nel mondo del cinema. Sebbene il protagonista non sempre sia il pianeta, ma più spesso i “marziani”, c’è chi ha preferito ambientare il film direttamente sul nostro “vicino spaziale”.
Tanto per citare alcuni lavori, tra i più recenti ci sono sicuramente Sopravvissuto – The Martian, che racconta la storia di un botanico che si ritrova da solo su Marte perchè creduto morto dall’equipaggio durante un lancio di emergenza. Tra i cult invece, si annovera sicuramente Atto di Forza di Paul Verhoeven, datato 1990 e con protagonista Arnold Schwarzenegger.
Ora Netflix torna a parlare di Marte, e della missione per raggiungerlo, in una nuova serie, Away. Ideato da Andrew Hinderaker, una delle menti dietro a Penny Dreadful, Away racconta una storia in realtà molto semplice e con uno stile del tutto classico. Se cerchi emozioni forti o grandi catastrofi spaziali come in Apollo 13, Gravity o Mission to Mars, tendenzialmente stai sbagliando serie TV. In effetti Away è raccontato più come un family-drama che come un storia di fantascienza.
La serie racconta il viaggio di un equipaggio composto da cinque persone, ognuna originaria di un punto del globo diverso. Emma Green (Hilary Swank) è il comandante della missione. Empatica, e in grado di tener spesso testa ai membri più “ostili” del team, Emma è sposata con un suo collega Matt (Josh Charles), dal quale ha avuto una figlia, Alexis (Talitha Bateman), ora quindicenne.
Il resto della squadra è composto da Ram Arya (Ray Panthaki), pilota dell’aeronautica molto fedele al suo comandante e in grado di attivarsi velocemente per risolvere le difficoltà del viaggio; Misha Popov (Mark Ivanir), ingegnere russo, membro più anziano del gruppo e allo stesso tempo quello con più esperienza, fatto che a volte lo rende un po’ troppo pieno di se, al punto da rischiare di commettere errori che possono arrivare a compromettere l’intera missione; Lu Wang (Vivian Wu), chimico di origine Cinese, concentrata sulla sua missione al punto da risultare fredda e priva di emozioni; Kwesi Weisberg-Adebayo (Ato Essandoh), originario del Ghana, ma adottato da una famiglia inglese, è un botanico di fama mondiale dal temperamento ottimista e, essendo un uomo di profonda fede, una guida spirituale per l’intero gruppo.
Il viaggio dei cinque non comincia sotto i migliori auspici. A causa di un incidente, in realtà senza gravi conseguenze, il comandante della missione non è ben visto da alcuni membri del team che non hanno apprezzato il suo modo di reagire al problema verificatosi. Tuttavia, il controllo missione decide che sarà comunque Emma a comandare la nave e il viaggio verso Marte, della durata di tre anni.
Pronti a tutto per raggiungere il pianeta rosso, ma consapevoli che la loro sarà una missione lunga, difficile e potenzialmente letale, i membri del team salutano i loro familiari prima del lancio che li porterà nello spazio. Da qui in poi la missione sarà continuamente minacciata da una serie di imprevisti tecnici, ma anche dalle difficoltà emotive nate a causa di un ambiente ristretto che i cinque sono necessariamente costretti a condividere, ognuno con il proprio temperamento e le proprie convinzioni. Dovranno comunque trovare il modo di fare squadra nei momenti drammatici e di aiutarsi l’un l’altro cercando di capire i punti deboli di ogni compagno di viaggio.
La particolarità di Away, contrariamente a molti show che parlano di viaggi spaziali, sta nel fatto di essere raccontata come una storia classica. Pur non mancando la componente scientifica e una certa dose di suspence, il viaggio verso Marte è in realtà una sorta di metafora che vuole raccontare i legami dei cinque protagonisti con le loro controparti rimaste sulla terra. E’ così che, episodio dopo episodio, si raccontano il passato e i segreti di ognuno dei protagonisti, ma allo stesso tempo si sviluppano delle vicende, in particolare tra Matt, marito di Emma, e la figlia Alexis, che arriveranno a ripercuotersi sull’emotività della protagonista e, di conseguenza, su tutto il team. Allontanandosi dalla Terra, i protagonisti prendono coscienza di essere sempre più distanti dai loro cari, ma allo stesso tempo sempre più vicini ad una meta inesplorata e desiderata: Marte.
Lo show, è raccontato in maniera lineare e semplice, nulla è lasciato al caso e tutte le domande hanno prima o poi una risposta. Tutta la storia è tenuta insieme da un buon cast, sul quale prevale la protagonista, Hilary Swank, ancora una volta in grado di sostenere in maniera impeccabile un ruolo difficile. L’attrice Premio Oscar, in passato, si è distinta soprattutto per ruoli di donne forti e determinate: basti pensare alla Margaret Fitzgerald di Million Dollar Baby (ruolo per il quale si è guadagnata l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista) o alla sua interpretazione di Amelia Earhart in Amelia.
Nonostante alcuni punti forse un po’ troppo edulcorati, le vicende appassionano e incuriosiscono, anche se, come anticipato, potrebbero far storcere un po’ il naso a chi cerca pura azione, che è presente solo in minima parte e probabilmente anche per evitare di rendere la storia troppo noiosa. Away, nei suoi dieci episodi, snocciola comunque diversi argomenti: la difficoltà della gestione di una famiglia a distanza, i sacrifici che una persona può arrivare a fare per raggiungere uno scopo, i rapporti tra le persone e quanto questi, in certi momenti, diventino fondamentali per superare le avversità e, non ultimo, i rapporti diplomatici fra le nazioni, in particolar modo fra gli Stati Uniti e la Cina.
La serie prende ispirazione da un articolo di Esquire di Chris Jones in cui si racconta della missione nello spazio dell’astronauta Scott Kelly, durata 11 mesi. Annunciata da Netflix nel 2018, lo show, prodotto da Jason Katims, Matt Reeves (regista di The Batman di cui è da poco disponibile il primo teaser trailer) e Adam Kassan, è stato sviluppato tra l’estate del 2019 e l’inizio del 2020, giusto poco tempo prima che la pandemia da Covid-19 costringesse buona parte delle case di produzioni a chiudere i battenti per un po’. La serie è disponibile su Netflix a partire da oggi, 4 Settembre.