Così come i ricercatori e gli scrittori cercano idee ritrovandosi in storie del passato che fanno raccapricciare la pelle, anche a Martin Scorsese è accaduto di inciampare, mentre era nelle sale il suo gioiello The Irishman, in un romanzo misto a reportage di David Grann. Il libro ha un titolo particolare Killers of the Flower Moon che in Italia è uscito con il nome Gli assassini della terra rossa. In effetti ha anche più senso visto il tema di cui tratta. Ti tengo in sospeso un attimo per la trama.
Il regista insieme al suo team di produzione era già all’opera per la stesura del nuovo progetto che avrebbe visto, prevederà scusa, nuovamente un budget di alto rilievo che si aggirava intorno ai duecento milioni di dollari. Mi riferisco al passato come puoi ben vedere perché la cifra era stata stimata prima del Coronavirus e di tutte le conseguenze che esso ha portato, tra cui nuove accortezze sul girare le scene cinematografiche. La notizia che più risalta è quella dei due attori cardini di cui sembra non potere fare a meno il regista che si ricongiungeranno dopo forse trent’anni dall’ultima interpretazione che li ha visti recitare insieme in Voglia di ricominciare del 1993; ti sto parlando del gigante Robert De Niro e di Leonardo Di Caprio.
Ti ho voluto fare questa precisazione in quanto grazie a quella primo incontro tra Robert ed il giovane Leonardo scaturì una telefonata d’impulso dal primo al regista di origini italiane elogiando per più di trenta minuti il ragazzo esclamando: “Devi assolutamente dargli un’occhiata”; la cosa strana puntualizzò l’autore di capolavori come The wolf of Walll Street e che Bob non avrebbe mai elogiato così tanto un collega per evitare di mettere lui in ombra. Questo filo a quanto pare non si è interrotto e tornerà ad essere un punto di forza del cineasta che sa che può contare su due colonne del cinema internazionale.
Ora torniamo a Killers of the Flower Moon
L’autore del romanzo non è nuovo a questo tipo di richiami che vengono trasposti dal libro su una pellicola. Infatti, prima di Scorsese l’autore ha visto trasposti suoi due libri: il primo The Old Man & The Gun con Robert Redford ed il secondo Civiltà perduta in cui troviamo Robert Pattinson. Per inciso, entrambi i libri sono basati su fatti realmente accaduti. A scrivere l’adattamento di Killers of the Flower Moon sarà Eric Roth che di trasposizioni dalla letteratura se ne intende: è stato autore in passato di Forrest Gump (dal romanzo di Winston Groom) e de Il curioso caso di Benjamin Button (dal racconto di Francis Scott Fitzgerald).
La trama di Killers of the Flower Moon
La trama del romanzo ed in futuro del film racconta una tragica verità in una matura America nel secondo decennio del Novecento che deve affrontare una nuova lotta contro gente che pur di accaparrarsi i territori ricchi dell’oro nero faranno di tutto per cacciare, o meglio, cancellare le tribù indiane ed in particolare la tribù Osage in Oklahoma. Essere cacciati dalla propria terra fa male quando si è impotenti ma gli Osage accettarono e vennero confinati in una riserva dell’Oklahoma in un’area che in quel periodo era priva di valore; anzi no, il valore lo aveva per chi non voleva essere preso di mira dai predatori bianchi. Il risvolto fu quello che nel cercare cibo la tribù trovo il prezioso petrolio che li fecce diventare ricchi creando invidia in chi li vedesse pieni di soldi. L’invidia è una brutta bestia e presto per americani senza scrupoli in una corsa alla conquista del sogno americano trasformeranno l’invidia in qualcos’altro. A cercare la verità su ciò che accade è una nuova e promettente agenzia investigativa, dal nome Federal Bureau of Investigation, l’FBI. Un reportage scritto dal giornalista del New Yorker che mette in risalto ancora una volta tante verità che forse ancora al giorno d’oggi non sono propriamente scomparse. Comunque vedremo come renderà unico questo romanzo Martin Scorsese attraverso i suoi attori preferiti. L’autore del film non è nuovo a questi racconti di una America forse lontana in quanto già nel 2002 diresse il giovane Di Caprio in Gangs of New York in cui narrava le lotte fra bandee per dividersi la Grande Mela prima della guerra civile.