Ci sono pellicole che ci restano impresse perché legate ad una colonna sonora, una canzone che ne ha incorniciato la storia, e che inevitabilmente ci fa pesare agli attori che lo hanno interpretato e vissuto.
Il 25 novembre 1992 usciva in USA Guardia del corpo, una delle love story più amate di tutti i tempi. Un film talmente iconico da essere citato ancora oggi – vedasi la famosa locandina di Come ti ammazzo il bodyguard, che ritrae Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson nella stessa posa del famoso poster di Guardia del corpo.
Gran parte del merito della fortuna di cui il film ha goduto va all’accoppiata Kevin Costner/Whitney Houston, entrambi all’apice della carriera e della popolarità.
Il film di Mick Jackson fu per lei il debutto al cinema, primo di una manciata di ruoli da lei interpretati negli anni e fino alla scomparsa nel 2012.
Una storia romantica e drammatica allo stesso tempo, accompagnata dalla splendida voce della compianta cantante e che affronta tematiche serie e impegnate.
Sappiamo bene che la storia la conoscete tutti, ma un riassunto ci sta sempre.
Costner interpreta Frank Farmer, un ex agente della CIA che si è dedicato alla più redditizia professione di guardia personale, famoso per essere un uomo attento e preciso nel suo lavoro, uno che non lascia niente al caso.
Proprio per questo viene contattato da Bill Devaney, manager della bella rockstar e attrice Rachel Marron (Whitney Houston), per vigilare sull’incolumità della donna che riceve lettere minatorie da uno sconosciuto.
Dapprima riluttante, Farmer si fa convincere, e cerca di rendere efficienti i sistemi di sicurezza assai precari che proteggono la principesca villa di Rachel e del figlio Fletcher.
Ben presto contrasta con il carattere arrogante della donna, del suo addetto stampa, arrivando persino alle mani con il suo guardaspalle Tony, dopo averla sottratta ad una pericolosa apparizione in un locale.
Superata l’iniziale diffidenza, Farmer si fa convincere ad accompagnarla fuori a cena e poi a trattenersi con lei durante la notte.
Dopo l’effimero incontro, Frank riprende, a fatica, il controllo, suscitando in Rachel, ferita nell’orgoglio, un risentimento che si concretizza a Miami, quando per vendicarsi finge, ad un party, di cedere alle offerte di Greg Portman, un altro ex agente, ora collega di Frank. L’arrivo di una lettera nel camerino del teatro a Miami convince tutti del pericolo: Frank decide così di portare Rachel, Fletcher e la sorella di costei, Nikki, nello chalet di suo padre, al Nord.
In montagna Nikki cerca di sedurre Frank senza successo. Anche qui però la vita di Rachel e della sua famiglia viene minacciata: dopo aver cercato di uccidere Fletcher durante una gita in barca, lo stalker misterioso riesce ad uccidere Nikki.
Tornati a Los Angeles per celebrare i funerali di Nikki, Rachel e Frank si preparano per affrontare la notte degli Oscar: in quell’occasione ci sarà l’incontro fatale con l’assassino misterioso.
Il lieto fine della storia…lo ricordate vero?
Al di là della storia in sé, la pellicola affronta i temi della gelosia e dello stalkeraggio, purtroppo ancora attuali e protagonisti della cronaca.
Fino a che punto può spingersi una sorella profondamente invidiosa e gelosa del successo, della bellezza, e della popolarità del suo stesso sangue?
Rachel si fida cecamente di Nikki e non ha idea dell’odio e del rancore che cova dentro e che la porterà all’epilogo più tragico.
Così come l’odio, anche l’amore, se malato, può essere altrettanto deleterio, come quello di un fan abbagliato e sopraffatto dal desiderio di avere il suo idolo tutto per sé.
Rachel si trova nel mezzo, fra l’odio e l’amore, entrambi atroci e letali.
In tutto questo trambusto, una bella storia d’amore ci sta tutta, e Frank, come nelle favole più belle, si innamora della principessa dall’estensione vocale inconfondibile e dalla bellezza travolgente, all’apice della carriera, nel film come nella vita reale.
Si perché Whitney Houston, prima di girare Guardia del corpo, raggiunse già la posizione numero 1 della classifica di Billboard con l’album d’esordio Whitney Houston(1985), entrato nel Guinness dei primati come il più venduto di un’esordiente, con 29 milioni di copie. vincendo 3 Grammy e altri premi in giro per il mondo.
Guardia del corpo, pur essendo il suo primo film, lasciò i critici sbalorditi per la sua grande naturalezza e istrionicità. Il clamore non sarà mai bissato con gli altri film degli anni ‘90 – Donne(1995) e Uno sguardo dal cielo(1996) – e le scene più belle della pellicola di Jackson sono inesorabilmente legate alla sua immagine e alle sue canzoni.
Eppure Whitney, come anche Costner, non furono la prima scelta, e il film ha comunque avuto una genesi piuttosto lunga.
La sceneggiatura di Guardia del corpo è opera di Lawrence Kasdan, famoso per essere il co-sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Il ritorno dello Jedi e soprattutto della trilogia di Star Wars prequel dei primi tre film.
Lo script risale agli anni ’70, ed era stato concepito per Steve McQueen e Diana Ross, ma giudicato troppo controverso per l’epoca.
Verso la fine degli anni ’70, venne riproposto con Ryan O’Neal al posto di McQueen, ma fu bloccato dopo la separazione tra O’Neal e Diana Ross, che si erano frequentati per un periodo. In totale, il progetto è stato respinto 67 volte.
Costner in effetti basò proprio su Steve McQueen la sua interpretazione di Frank Farmer, arrivando persino a tagliarsi i capelli come lui.
Pat Benatar, Olivia Newton-John, Madonna, Joan Jett, Debbie Harry, Janet Jackson, Terri Nunn, Kim Carnes e Dolly Parton furono invece considerate per il ruolo di Rachel Marron, poi andato a Whitney Houston.
Indimenticabili i brani che accompagnano le più belle scene del film, canzoni cantate da Whitney Houston che emozionano ancora oggi. Non a caso The Bodyguard: Original Soundtrack Album, che contiene la celebre I will always love you, è la colonna sonora più venduta di tutti i tempi.
In origine, tuttavia, la canzone-perno del film doveva essere What Becomes of the Brokenhearted. Ma Pomodori verdi fritti alla fermata batté Guardia del corpo sul tempo, usando il brano (nella versioni di Paul Young) nella propria colonna sonora. Così la produzione optò per I Will Always Love You, su suggerimento di Kevin Costner e sua fu anche l’idea di cantarla a cappella nella parte iniziale.
Certo, dopo quei 67 rimbalzi, qualcuno, a Hollywood, si sarà mangiato le mani fino ai gomiti; risultò il secondo più grande successo mondiale del 1992, dopo Aladin, con 411 milioni di dollari incassati, e non solo il film sbaragliò la concorrenza al box office: l’album della colonna sonora ha venduto oltre 37 milioni di copie (dati del 2015), consacrandosi come la colonna sonora di maggior successo commerciale di tutti i tempi.
Ha battuto persino La febbre del sabato sera, al secondo posto con dieci milioni di copie in meno.
Nel 2012 la pellicola ha ispirato anche un musical mentre nel 2017 alla versione comica del film Come ti ammazzo il bodyguard, con protagonisti Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson come dicevamo.
Un grande successo al botteghino quindi, ma stranamente non venne accolto bene dalla critica, entusiasta solo della colonna sonora; la pellicola ottenne infatti ben sette candidature ai Razzie Awards, inclusa quella per il peggior film dell’anno; pare addirittura che, durante le prime proiezioni test, gli spettatori addirittura fischiassero la performance attoriale di Whitney Houston, al punto di spingere i produttori a rimontare parte del film per ovviare al problema, pazzesco solo a pensarlo oggi.
Anche qualche curiosità su alcune particolari scene meritano la nostra attenzione.
Ricordate quando, ad esempio, Frank e Rachel sono al cinema e stanno guardando La sfida del samurai, di Akira Kurosawa? Bene, curiosamente, il titolo originale del film giapponese significa proprio guardia del corpo, tanto che negli USA, il film è stato anche distribuito con il titolo di Yojimbo the Bodyguard.
E la villa da sogno dove abita Rachel? Aguzzate la vista, perché è la stessa della famosissima scena della “testa di cavallo nel letto” de Il padrino (1972)
Nella prima scena del film, quella ambientata all’interno della villa, avete notato una strana presenza? È l’androide Maria del film “Metropolis” di Fritz Lang.
Alcune scene ci fanno anche sorridere, merito delle battutine che Farmer dispensa qua e là a tutti quelli cui risulta scomodo, all’inizio…
“Io non rendo bene in un posto fisso, mi si addormentano i piedi”.
“Lei disse che non mi amava più, ma ti pare possibile?”
“È tutta la sera che ti osservo dall’altra parte del salone!
Perché non torna laggiù ad osservarmi?”
“Regan fu ferito”
“non ero di turno io quel giorno”
Rachel invece è più intensa, più passionale. Si che la Houston , durante le riprese, ebbe un aborto spontaneo che la fece restare ferma per due settimane, e probabilmente quel filo di malinconia che le si legge negli occhi quando guarda il piccolo Flatcher, è dovuto forse proprio a questo personale e intimo dolore.
La scena più bella comunque, resta sempre quella del bacio infinito sulla pista di rullaggio dell’aereo…magica.
Una cosa che pochi sanno, rivelata da Costner solo dopo la scomparsa della cantante è che la Principessa Diana gli aveva chiesto di scrivere per lei un ruolo in un possibile seguito di Guardia del corpo, per lanciare la sua carriera cinematografica, dopo il divorzio da Carlo.
“Io e Diana avevamo parlato di un sequel del film e le avevo promesso che mi sarei preso cura di lei proprio come avevo fatto con Whitney, e che avrei scritto un ruolo apposta per lei, visto che era interessata”.
Sfortunatamente la Principessa non ha mai ricevuto la bozza dello script, visto che poco tempo dopo è morta nel tragico incidente d’auto a Parigi.
Un film in grado di farci emozionare a partire dal trailer…forse quella voce così sapientemente modulata e melodica, le canzoni perfettamente abbinate alle scene, la bellezza indiscussa di Rachel e Frank, una coppia davvero perfetta, non c’è che dire.
Come perfetto appare il mix tra storia d’amore e thriller, che è senz’altro il motivo per cui, a oltre 25 anni di distanza, Guardia del corpo continua a farci emozionare e sognare; Mick Jackson è stato in grado di costruire un ingranaggio perfetto che non poteva non far colpo su un ampio raggio di spettatori.
La storia d’amore tra Rachel e Frank, inizialmente combattuta e poi sempre più tenera e appassionante, si amalgama tremendamente bene con la trama thriller parallela dello stalker, delle lettere anonime, fino al climax finale che fa cadere qualsiasi barriera tra i due magnetici protagonisti principali, così diversi, ma alla fine con la stessa voglia di amare ed essere amati.
I dialoghi sono semplici e veloci, mai scontati e senza pause troppo lunghe e noiose; non è la solita storia d’amore sdolcinata, perché lo sfondo thriller gli conferisce dinamicità e azione.
Il film ha fatto breccia nei nostri cuori soprattutto dopo la morte di Whitney Houston, avvenuta l’11 febbraio 2012, diva da 200 milioni di dischi venduti, 6 Grammy e 22 American Music Award le cui doti canore resteranno indiscusse e inimitabili.
Un riassunto magnifico! Messi in evidenza i punti principali della storia. Inoltre è ben argomentato ricordando l’esordio di W. Houston sul set e il record della colonna sonora prima nella classifica delle vendite do tutti i tempi.