What did Jack do? ha due protagonisti: Jack, sospettato criminale, e un detective che lo interroga per far emergere la verità sul reato. Il terzo personaggio, una cameriera che porta il caffè ai due, subentrerà dopo alcuni minuti. Tutto regolare, se non fosse che stiamo parlando di David Lynch che non solo dirige, ma interpreta il detective che mette sotto torchio Jack: una scimmia antropomorfa accusata dell’omicidio di Max.
Caro Lynch, anche se possiamo ritenere “normale” che il tuo interlocutore sia una scimmia, non cadiamo nel tranello e sappiamo che ci sorprenderai, anche stavolta!
E infatti il regista di Elephant man non è nuovo nel mettere in scena animali antropomorfi, ce lo insegna Rabbits, con i conigli che hanno quasi tutti i caratteri umani e che vengono ripresi anche in Inland Empire, il suo ultimo lungometraggio. Ve li ricordate?
Tra l’altro in What did Jack do? alla scimmia sono state impiantate le labbra dello stesso Lynch, così come anche la voce è del regista e ci ricorda tanto quella del maggiore Gordon Cole in Twin Peaks. Ci troviamo inoltre di fronte ad una scenografia scarna ed essenziale: due sedie e un tavolino con sopra pochi elementi, una piccola finestra dove si può scorgere il paesaggio al di fuori.
Ma qual è l’elemento che rende unico questi 17 minuti?
Beh, di certo non ce n’è soltanto uno. Partiamo dal dialogo che si instaura tra i due: il detective fa domande, cercando di indagare, Jack invece dà risposte sconnesse per sfuggirgli. Non siamo in grado di ricostruire bene la storia e anche la regia, con il semplice campo-controcampo, non fornisce alcun elemento aggiuntivo. Capiamo solo che Jack ha probabilmente commesso un crimine passionale: innamorato follemente dell’amore della sua vita, avrebbe ucciso Max, intenzionato a sedurre quello che gli apparteneva.
Chi è questo grande amore di Jack? E qui ritroviamo un altro elemento cult delle opere di Lynch:
Ebbene sì, Jack è innamorato di un pollo, Tootatbon, alla quale dedicherà anche una canzone, rendendo ancora più grottesco l’intero cortometraggio. Però lo stesso animale l’hai visto sicuramente in un’altra opera e quasi certamente in maniera molto più inquietante, non è vero?
Sto parlando proprio del terrificante pollo di Eraserhead, in una delle scene iniziali del film, che si muove e dal quale fuoriesce sangue. Inoltre, anche lo stile in bianco e nero di What did jack do? ci rimanda al primo grande lavoro di Lynch.
Vediamo nei riferimenti ad Inland Empire (ultima opera) e a Eraserhead (prima) una sorta di “abbraccio” a tutta la filmografia del regista, potremmo definirla una dedica autoreferenziale. Anche se si tratta di pochi minuti, il cortometraggio tocca trasversalmente quasi tutti gli elementi dominanti dell’operato di Lynch. Perfino il suo amato caffè non manca!
What did Jack do? – Cosa avrà voluto dirci?
Con 17 minuti che potrebbero risultare normali, ma che in realtà racchiudono tanto, David Lynch forse (e speriamo in questo “forse”) avrà chiuso dolcemente il quadro del suo operato, prima di dare poi luce nel 2018 all’inquietante Ant Head, un altro cortometraggio, privo però di una vera narrazione e che mira a risaltare la colonna sonora, composta da due brani registrati da lui in collaborazione con Angelo Badalamenti.
In altre parole, What did Jack do? potrebbe essere davvero l’ultimo lavoro dal carattere tipicamente lynchiano. Il regista aveva infatti già dichiarato che con i film si sarebbe fermato per sempre. Tuttavia abbiamo avuto l’impressionante, straordinaria terza stagione di Twin Peaks nel 2017 che ci ha fatto assaporare di nuovo le atmosfere che solo lui sa creare.
Possiamo solo sperare che prima o poi cambi idea!