La neve nel cuore è uno dei film di Natale che amo di più. E’ nella mia lista: “classici del Natale da guardare nei giorni di festa” esattamente come Mamma ho perso l’aereo, Una poltrona per due o Love Actually.
Non è esattamente il classico film buonista o magico che ci si aspetterebbe da una pellicola natalizia, è un film che potremmo definire drammatico ma meravigliosamente reale. Dopotutto ho sempre pensato che sia un grave errore credere di poter descrivere un lavoro cinematografico con una sola categoria omnicomprensiva, perché ci sono tante e diverse sfumature di emozioni che arrivano dritte al cuore e che non sono ascrivibili ad un solo settore predefinito.
Questo film ti fa bisticciare col mondo, con la vita e con il destino e poi ti rimette in pace con tutti e tre, lasciandoti un senso di confortante speranza e gioia.
Come di consueto, quando si fa un confronto tra titoli locali ed originali, il titolo originale: The Family Stone rende meglio il senso dell’intero film, poiché le vicende della famiglia “allargata” di nome Stone, per l’appunto, sono legate alla presenza di un anello con una pietra (una “stone”) che si tramanda da generazioni al primo figlio maschio, perché lo offra in dono alla donna che desidera sposare. L’onore spetta ad Everett (Dermot Mulroney), primogenito di cinque figli che, proprio in occasione del Natale, presenta la sua fidanzata alla famiglia al completo: gli Stone.
La Neve nel Cuore Sinossi
Il freddo Connecticut, più precisamente la cittadina di Thayer, fa da cornice a queste festività “innevate” dentro e fuori le mura domestiche. La famiglia Stone è accogliente e anticonformista (e su questo vi si pone l’accento anche troppo se consideriamo quanto esagerato sia stato Thomas Bezucha ad ideare che uno dei figli sia sordomuto, gay e fidanzato con un ragazzo di colore) ed è sorpresa di fare la conoscenza dell’algida, rigida, presuntuosa e bigotta Meredith Morton (Sarah Jessica Parker) troppo diversa dal dolce Everett per essere la donna con cui vorrà trascorrere tutta la vita. Vero è che, uno scivolone dopo l’altro, Meredith più che una persona cattiva o sgradevole, appare in realtà impacciata, nevrotica e molto introversa. Fatica a sciogliersi e di certo la famiglia Stone non la aiuta affatto ed anzi per gran parte del tempo si respira un’evidente aria di tensione ed ostilità.
L’ansia attanaglia Meredith al punto da costringerla a chiamare in soccorso l’unico volto amico che possa supportarla e darle coraggio: sua sorella Julie (Claire Danes). Julie è totalmente diversa da Meredith, dolce ed umile, ha il pregio di piacere alle persone e viene accolta dagli Stone con spontaneità, come fosse una di loro.
Naturalmente tutto ciò complica la già difficile situazione di Meredith che a seguito di una feroce discussione con il suo futuro sposo, si sente così sola da abbandonare la casa degli Stone.
Il film è, da quel momento in poi, un susseguirsi di coppie che scoppiano, di maschere che crollano e ghiaccio che inizia finalmente a sciogliersi, tra la sicurezza ed il calore delle pareti di casa, con il supporto e le certezze che soltanto la famiglia sa e può dare.
Lo so che ai più potrà sembrare una storia banale, ma bisogna considerare che Thomas Bezucha era soltanto al suo secondo film, che era il 2005 quando La neve nel cuore è uscito negli Stati Uniti, che il messaggio di cui si fa portatore è in perfetta armonia con il clima festivo e che un buon cast, soprattutto se guidato da due mostri sacri come Diane Keaton e Craig T. Nelson che dominano la scena, può fare di qualsiasi film, un buon film.
Dunque basta cincischiare e corri a guardare La neve nel cuore, Buon Natale!