La prima esposizione di quadri che Pedro Almodóvar ha realizzato in collaborazione col giornalista di El País (dal quale mediamo la notizia) Jorge Galindo fu fatta a Almería verso la fine di giugno. Si trattava di alcuni dipinti giganteschi che rappresentano fiori. Cinque mesi dopo la collezione si è ampliata e si è colorata ancora di più e ora i due presentano Flores. Pedro Almodóvar y Jorge Galindo esposti alla Tabacalera di Madrid fino al 26 gennaio; ingresso gratuito. All’inaugurazione hanno partecipato il Ministro ella Cultura José Guirao e, ovviamente, i molti personaggi del mondo almodovariano. Il regista manchego è entusiasta della sua nuova attività:
“La pittura mi ha aperto un nuovo mondo di piacere. Non c’è tempo di avere paura se, in più, c’è qualcosa di tanto piacevole come la pittura. Nel cinema devi aspettare molto tempo per vedere il risultato; invece, l’immediatezza che ha la pittura ti dà una sensazione inebriante”.
L’opera che accoglie i visitatori, Ramo salvaje II. è grande 11 metri per 6 e tutti gli altri quadri hanno dimensioni analoghe. L’opera parte da una foto di Almodóvar che i due artisti hanno ricoperto di 40 chili di pittura a olio che forma un fantasioso mondo floreale. “Una danza alla vita e un’ode alla luce per creare ognuna delle opere esposte”, dice il direttore dell’esposizione, Rafael Doctor. Nelle sale dell’esposizione sono proiettati anche i video che filmano Almodóvar e Galindo mentre, nello studio di Borox di Galindo, stendono i colori sulla tela. Altri dipinti sono stati realizzati su vecchi cartelloni pubblicitari che tornano così a vivere e a fiorire. Almodóvar è un amante e collezionista di dipinti; i suoi film, come la sua casa, sono pieni di quadri. Per il suo ultimo film, Dolor y gloria, Almodóvar chiese a Galindo una piccola opera, ossia il disegno che il muratore realizza su un sacco di cemento, che è poi alla base della scena fondamentale del film. Da lì è nato il loro sodalizio e stanno proseguendo la loro collaborazione col massimo entusiasmo. Dice Rafael Doctor: “Durante tutta la settimana che ha preceduto la mostra sono rimasti qui a lavorare senza lasciare un solo dettaglio al caso. Chiunque li conosca sa bene che non c’è nulla di improvvisato”.