Momento d’oro per Juliette Binoche presente con due bei film nelle sale cinematografiche. L’altra settimana ti ho parlato di Le Verità (vedi la mia recensione, se vuoi), dove la Binoche appariva al fianco di una più “diva” Catherine Deneuve che faceva un po’ da padrona della scena. Bellissima anche la foto che avevo inserito nella recensione che ritrae la Binoche fare il baciamano alla splendida Deneuve, segno evidente di un gran rispetto per l’attrice settantaseienne che dopo tanti anni riesce ancora a rubare la scena alle colleghe più giovani grazie al suo talento e charme. Oggi eccomi qui a parlarti del Il mio profilo migliore. Devo dire che ero un po’ scettica sul film, forse un po’ per la trama che mi sembrava un po’ banale o forse perché anche il trailer non mi aveva invogliata così tanto; invece, ho avuto una bella sorpresa, perché mi è proprio piaciuto. Il trailer poteva soltanto dire, ma non far scoprire troppo della storia, perché la storia non è così lineare come si possa pensare. Cerco di dirti qualcosa in più senza svelarti niente.
Claire è una donna di cinquant’anni, separata dal marito, con due figli e un lavoro che ama. Claire è ancora bella, ma porta con sé tutte le fragilità e le insicurezze che alcune donne della sue età sviluppano: la paura di invecchiare, di non essere più desiderabile, di rimanere nell’ombra (nel corso del film scopriremo di più). E’ per questo che intreccia una relazione con un uomo molto più giovane di lei, che non ha niente da offrirle tranne che un rapporto fatto di brevi incontri che si consumano in una camera d’albergo. Quando la donna viene lasciata dal ragazzo decide, un po’ per gioco, di crearsi un alter ego virtuale, rubando delle foto di una giovane e ribattezzandosi Clara. Crea un profilo social per cercare di capire cosa faccia il suo amante senza di lei e per questo chiede l’amicizia ad un ragazzo, Alex, che sa essere coinquilino dell’altro. Ben presto la cosa le sfugge di mano e il giovane Alex comincerà a infatuarsi di lei e le sue attenzioni, giovani, dolci, ma virtuali, ben presto conquisteranno anche Clara/Claire, che non saprà più come uscirne e se uscirne. Mi fermo qui. Non posso andare avanti con la trama perché inevitabilmente ti direi cose che ti toglierebbero il gusto di vedere il film, in quanto è pieno di misteri e cambi di registro, da storia d’amore e di passione a un turbine di misteri, di sorprese. Il film inizia con una seduta dalla psicoterapeuta interpretata dall’attrice e regista Nicole Garcia (L’avversario; Quello che gli uomini non dicono; Mal di pietre), ma ancora non sappiamo per quale motivo Claire si trovi in analisi. Tra racconti e dialoghi quasi di sfida con la psicologa Claire ci racconta la sua storia, partendo proprio dal parlare di Ludo, il suo amante, e del suo coinquilino Alex. Un racconto, a volte compiaciuto a volte sofferto, della sua identità spaccata in due, la cinquantenne affermata nel lavoro che non accetta lo scolorire della sua pelle che inizia a coprirsi di piccole rughe, e la bella e fresca Clara che invece ha davanti una vita da vivere, con la sorpresa dell’amore fatto di dialoghi su una tastiera del computer, con la passione che inevitabilmente sfocia in autoerotismo sfrenato al telefono con Alex che insistentemente vuole incontrarla, ma che ovviamente lei sa non essere possibile: cosa direbbe la sua giovane fiamma se la vedesse nella realtà? E così continua questo gioco eccitante quanto assurdo e pericoloso.
Il mio profilo migliore è un bel film che va oltre la trama, grazie anche a Juliette Binoche che è veramente brava, spesso inquadrata in primissimi piani dal regista ( Safy Nebbou) che ne coglie ogni piccolissima smorfia, sguardo e gesto, lasciando allo spettatore poco da indovinare sui suoi stati d’animo. Notevole interpretazione di una donna che, al contrario della sua Claire, non teme il tempo e lascia che la telecamera si insinui in ogni sua piccola ruga senza perdere niente della sua bellezza. Affiancata da Nicole Garcia che dà spessore alla psicologa che da dura, antipatica e quasi accusatrice, conquisterà via via la nostra stima. Alex è interpretato dal dolce e bello François Civil (Ritorno in Borgogna; Ricomincio da te; Wolf Call – Minaccia in alto mare). Un cast azzeccato per un ottimo film su un amore costruito in rete, tra menzogne, desideri e passioni, dove il virtuale si mescola in modo patologico alla realtà.
Sono d’accordo su tutto: film interessante e sorprendente con risvolti imprevisti che cambiano il senso della storia. Nulla è come appare basta aggiungere un elemento e cambia tutto: noi spettatori siamo trascinati e obbligati a cambiar parere a guardare con occhi diversi qualcosa che all’inizio sembrava banale ma che invece si rivela essere tutt’altro…