Venezia 76 ci ha stupiti con un biopic su una delle attrici della Nouvelle Vague che più conosciamo, ma di cui forse non conosciamo i retroscena più neri e poco approfonditi: Jean Dorothy Seberg
Jean Dorothy è l’attrice di cui vogliamo parlare oggi per questo ritratto di un attore, per scoprire meglio la figura che si cela dietro la persona e il film appena presentato a Venezia.
“Ho due ricordi di Santa Giovanna. Il primo veniva bruciato sul rogo nella foto. Il secondo veniva bruciato sul rogo dalla critica. Quest’ultimo ha fatto più male. Avevo paura come un coniglio e questo è apparso sullo schermo. Non è stata affatto una bella esperienza. Ho iniziato dove finisce la maggior parte delle attrici.”
Nata il 13 novembre 1938 a Marshalltown (Iowa), Jane era figlia di Dorothy Arline, un’insegnante, e di Edward Waldemar Seberg, un farmacista. Jane ha passato la maggior parte della sua carriera come interprete in Francia diventando simbolo di un movimento della cinematografia francese e mondiale. La ricorderai senza alcun dubbio per il suo ruolo nel film di Jean-Luc Godard Fino all’ultimo respiro (1960), ma Jane ha realizzato la bellezza di 34 film, divisi tra i set di Hollywood e quelli europei. La famiglia di Jean Seberg era luterana. Edward Carlson, suo nonno paterno, arrivò negli Stati Uniti nel 1882. Al suo arrivo decise di cambiare nome perché riteneva che ci fossero fin troppi Carlson nel nuovo paese. Da questo momento la sua famiglia prese il nome per cui ricordiamo sua nipote: Seberg, un riferimento all’acqua e alle montagne della sua terra d’origine, la Svezia. Jean ebbe anche dei fratelli: Mary-Ann, Kurt e David, quest’ultimo morto precocemente a diciotto anni a causa di un incidente stradale.
Il primo (involontario) contatto con il mondo dello spettacolo lo ha nella sua cittadina di origine dove fa da baby-sitter a Mary Beth Hurt, all’epoca conosciuta come Mary Supinger, attrice di teatro e di cinema. Finito il liceo, Seberg va all’Università dello Iowa con l’idea di studiare arti drammatiche, ma decide poi di prendere l’indirizzo di cinema.
Gli inizi
Il debutto cinematografico di Jean Seberg risale al 1957 quando interpretò nel film di Preminger Saint Joan. Prima di questo momento la Seberg aveva avuto soltanto un’esperienza a teatro nella stagione estiva. Per questo non era assolutamente preparata alla pubblicità che un film può portare e rivelò di essere alquanto imbarazzata da tutta l’attenzione che i media le riservavano. Nonostante il film non riscosse successo e fu un flop a tutti gli effetti, Preminger era ancora interessato a lei e la scelse per il suo film successivo, che sarebbe stato girato in Francia. “È vero che se avessi scelto Audrey Hepburn invece di Jean Seberg sarebbe stato meno rischioso, ma preferisco correre il rischio. [..] Ho fiducia in lei. Certo, ha ancora cose da imparare sulla recitazione, ma anche Kim Novak le aveva quando ha iniziato. ” Dopo aver firmato un altro contratto con il regista, Jean firma anche un contratto a lungo termine con la casa di produzione. Il lavoro successivo fu The Mouse That Roared del 1959, con Peter Sellers.
Nel pieno della Carriera
L’incontro con quello che sarà il suo futuro marito avviene durante le riprese di Bonjour, Tristesse. Qui la Seberg incontra infatti François Moreuil con il quale, dopo il matrimonio, si stabilì in Francia, dove finalmente venne riconosciuto il suo talento e dove diventò immagine fondamentale dell’iconografia della Nouvelle Vague. Come già detto, Jean Seberg ebbe il ruolo da co-protagonista nel film di Jean-Luc Godard Fino all’ultimo respiro, dove vestiva i panni di Patricia al fianco del grandissimo Jean-Paul Belmondo. Con il successo del film arrivò finalmente anche il suo, grazie alle critiche positive riguardo la sua interpretazione; tra queste non bisogna certo dimenticare quella di François Truffaut che si rivolse a lei “la migliore attrice in Europa“. Nonostante la fama ottenuta, la Seberg non fu mai contenta dei ruoli a lei affidategli: non si identificava in loro né tanto meno nelle trame in cui essi si muovevano.
La Francia la vide protagonista di moltissimi film, come Time Out for Love (1961), nel debutto di suo marito alla regia con La recréation (Love Play, 1961), in Les plus belles escroqueries du monde (1963) e in Backfire (1964), dove si riunì, sempre per motivi lavorativi, con l’attore francese Jean-Paul Belmondo. Non solo la Francia ma anche gli Stati Uniti: Jean Seberg ha recitato con Warren Beatty in Lilith (1964), sempre per la Columbia, e grazie a questo film la Seberg ebbe la possibilità di essere rivalutata e apprezzata dalla critica internazionale e non solo francese. Successivamente, nel 1965, ritornò a girare in Francia per fare Diamonds Are Brittle. Anche se fino a quel momento visse tra il vecchio mondo (Francia) e il nuovo mondo (California), alla fine degli anni ’60 cominciò a rimanere quasi in modo permanente ad Hollywood. Moment to Moment è il primo film a stelle e strisce nel quale ha il primo vero ruolo da protagonista. Il film è girato per la maggior parte a Los Angeles e una piccolissima parte in Europa, precisamente sulla Costa Azzurra francese. Verso la fine del 1965 ebbe l’opportunità di lavorare insieme a Sean Connery per A fine Madness, pellicola girata a New York che ha come regista Irvin Kershner.
Tra il 1966 e il 1967 realizzò altri due film in Francia. Tra maggio e giugno del 1967 interpretò il ruolo come protagonista nel film europeo di spionaggio: The Road to Corinth, girato in Grecia e produzione franco-italiana. Nel 1969 realizzò Pendulum e successivamente il suo primo musical: Paint Your Wagon (sempre del 1969), basato su un’opera già realizzata di Lerner e Loewe che la vide al fianco di Lee Marvin e Clint Eastwood. Seberg recitò anche nello sfortunato film Airport (1970).
Carriera successiva
Seberg fu la prima scelta di François Truffaut per il ruolo centrale di Julie in Day for Night (1973) ma, non ricevendo nessuna risposta da parte dell’attrice, dovette ripiegare sull’attrice britannica Jacqueline Bisset. Il 1974 è l’anno della sua ultima apparizione in un film prodotto negli Stati Uniti, TV Mousey, 1974. In Europa la Seberg rimase invece attiva fino agli anni 70: partecipò in Bianchi cavalli d’Agosto (White Horses of Summer, 1975), in Le Grand Délire (1975, con il marito Dennis Berry) e in Die Wildente (1976, basato su un’opera di Ibsen).
La morte di Jane Seberg è ancora avvolta nel mistero, ma ufficialmente si dice che si è suicidata. Prima di morire stava lavorando al film francese Operation Leopard (La Légion saute sur Kolwezi, 1980). Per quella pellicola riuscì a realizzare soltanto le riprese nella Guyana francese prima di tornare Parigi. Dopo la sua morte il film è stato completato con l’attrice Mimsy Farmer.