“Roma è un affronto a Dio! Roma strangola il mio popolo, la mia terra, l’universo! Ma non per sempre. E ti dico che quando Roma cadrà, scoppierà un grido di sollievo quale il mondo non ha mai sentito prima.” (Ben-Hur)
Ben Hur (id.)
Regia: William Wyler; soggetto: dal romanzo di Lew Wallace A Tale of the Christ ; sceneggiatura: Carl Tunberg (e, non accreditati, Gore Vidal, Christopher Fry, Maxwell Anderson); fotografia (Technicolor, Techniscope): Robert L. Surtees, Piero Portalupi, Harold E. Wellman; effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Lee LeBlanc, Robert R. Hoag; scenografia: Hugh Hunt, William A. Horning, Edward Carfagno; costumi: Elizabeth Haffenden; colonna sonora: Miklós Rózsa; montaggio: Ralph E. Winters, John D. Dunning; regia unità 2: Andrew Marton, Yakima Canutt,Mario Soldati; regia unità 3: Richard Thorpe; interpreti: Charlton Heston (Giuda Ben Hur), Jack Hawkins (Quinto Arrio), Stephen Boyd (Messala), Haya Harareet (Esther), Hugh Griffith (sceicco Ilderim), Martha Scott (Miriam), Sam Jaffe (Simonide), Cathy O’Donnell (Tirzah), Finaly Curre (Baldassarre), Frank Thring (Ponzio Pilato), George Relph (l’imperatore Tiberio), Claude Heater (Gesù Cristo); produzione: Sam Zimbalist per MGM; origine: USA – 1959; durata: 212′
La Trama
Notte di Natale. I re magi giungono a Betlemme per adorare il neonato Gesù. 26 anni più tardi arriva a Gerusalemme il nuovo governatore romano Valerio Grato. A scortarlo Messala (Boyd), nuovo comandante della guarnigione. Messala si reca a casa di Giuda Ben Hur (Heston), suo vecchio amico d’infanzia e ora ricco e influente mercante, per scoprire eventuali membri sediziosi della comunità. Durante la parata di benvenuto, alcune tegole cadono sulla testa del governatore, da una terrazza della villa, alla quale in quel momento è affacciata Tirzah, sorella del suo amico. Ben Hur è accusato di aver attentato alla vita del governatore e Messala fa arrestare la madre e la sorella; l’uomo invece viene condannato alla schiavitù come rematore sulle galere della flotta di Roma. Sulla strada per imbarcarsi, a Nazareth, lo schiavo incontra Gesù Cristo, che gli offre da bere. Tre anni più tardi, la nave su cui è imbarcato viene affondata dai pirati contro cui la flotta romana ingaggia una sanguinosa battaglia. Ben Hur riesce a liberarsi e a salvare dall’annegamento il console Quinto Arrio (Hawkins). I pirati vengono sconfitti e Arrio, vittorioso, libera Ben Hur e lo adotta come figlio. A Roma egli diviene campione nelle corse delle quadrighe, ma il pensiero della madre e della sorella lo assilla. Parte allora per Gerusalemme e durante il viaggio incontra uno dei magi, Baldassarre, che lo presenta allo sceicco Ilderim (Griffith), in cerca di un pilota per la sua quadriga. Ben Hur, il quale ha scoperto che anche Messala parteciperà alla gara, decide però di rinunciare per correre a casa. Arrivato nella sua antica dimora in rovina, vi trova il vecchio amico Simonide e sua figlia Esther, da sempre innamorata di lui e in attesa del suo ritorno. Essi gli riferiscono che sua madre e sua sorella sono morte, per proteggerlo dalla realtà: le due donne hanno contratto la lebbra. Addolorato e furioso, Ben Hur giura vendetta e decide di accettare l’offerta dello sceicco e gareggiare contro Messala. Vince la corsa nonostante le scorrettezze di quest’ultimo, che resta ferito mortalmente. Prima di spirare il rivale gli rivela che troverà la madre e la sorella nella valle dei lebbrosi. Nonostante il pericolo di contagio, Ben Hur si reca da loro e, disperato, le conduce sul Calvario, proprio mentre Gesù sta salendo sul monte per essere crocifisso. Alla morte del Cristo, Miriam e Tirzah guariscono miracolosamente e riabbracciano Ben Hur e Esther.
La realizzazione e il successo
Il film rappresenta l’estremo tentativo della MGM di salvarsi dal fallimento e viene girato interamente negli studi italiani di Cinecittà, per volere del produttore Sam Zimbalist, che muore durante le riprese. Si tratta della terza versione cinematografica del romanzo scritto dal generale Wallace nel 1880. Il confronto più significativo da considerare è quello con la versione muta del 1925 di Fred Niblo, cui William Wyler, retribuito con la cifra record di 1 milione di dollari per dirigere il remake, aveva partecipato come giovane assistente alla regia. La storia dei due film è più o meno la stessa, perfino la scena della corsa delle quadrighe è presente (le bighe sono trainate da 2 cavalli, qui i cavalli sono 4). Rimasta leggendaria nell’immaginario del pubblico, la sequenza del 1959 risulta molto più spettacolare, dotata di sonoro e di immagini a colori di una bellezza abbagliante, premiate dalla stampa estera con un Golden Globe speciale a Andrew Marton, capo regista della seconda unità capace di realizzare un tale capolavoro d’arte cinematografica (Ben Hur vince anche come miglior film drammatico e Wyler e Boyd vengono premiati rispettivamente come regista e attore non protagonista). Altra straordinaria sequenza è l’intensa battaglia navale, realizzata grazie all’impiego di enormi modelli di triremi; memori degli incidenti accaduti nel 1925, quando si era deciso di filmare lo scontro navale in mare aperto i modelli vengono ripresi dal basso, all’interno di una grande vasca, riproducendo l’effetto ottico del mare in tempesta. Premiato dal botteghino con incassi record che recuperano in fretta i 15 milioni di dollari di budget, alla cerimonia di consegna del Pantages Theater di Hollywood,il 4 aprile 1960 Ben Hur consuma il suo trionfo con 11 Oscar su 12 nomination: miglior film, regia, attore protagonista (Charlton Heston), attore non protagonista (Griffith), fotografia, scenografia, montaggio, sonoro, effetti speciali e colonna sonora. Le statuette potrebbero essere 12, se i dubbi sulla sceneggiatura, attribuita al solo Carl Tunberg – ma in realtà rimaneggiata e rifinita da Gore Vidal, Cristopher Fry e Maxwell Anderson non accreditati per polemica con la produzione – non persuadessero i giurati dell’Academy a votare per il pruriginoso La strada dei quartieri alti che conduce anche all’ Oscar da attrice protagonista la francese Simone Signoret.
Il commento del Redattore
Le curiosità sul film sono molte, a partire dal rapporto tra Ben Hur e il suo antagonista Messala, legati forse da qualcosa di più profondo di un’amicizia (in proposito ti invito a rileggere l’articolo di Irene Pepe uscito qualche tempo fa), al protagonista stesso: il ruolo viene offerto a Paul Newman che oppone un rifiuto netto. Kirk Douglas fa carte false per ottenere la parte, col risultato che Wyler gli offre il ruolo di Messala. Offeso, Douglas si mette in proprio e,l’anno successivo produce Spartacus con la regia di Stanley Kubrick,dimostrando tutto il suo valore di attore nel ruolo epico di un altro schiavo ribelle. Ben Hur centra l’obiettivo: salva la MGM, ridefinendo al contempo il concetto di kolossal hollywoodiano e stabilendo un primato che dura nel tempo. Solo l’imponente naufragio filmato da James Cameron in Titanic e il capitolo finale dell’Odissea personale di Peter Jackson de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re vantano 11 statuette e un impatto spettacolare paragonabile sul pubblico. Del film si può criticare la durata, forse eccessiva e il tono vagamente manicheo che lo permea, soprattutto nei momenti edificanti in cui compare la figura del Cristo, peraltro mai inquadrato in primo piano.
Voto 7 su 10.