Dopo quasi 20 anni è giunta al termine l’avventura dei mutanti Marvel sul grande schermo, per ora
Complici i continui rinvii della data d’uscita del film e complice la consapevolezza dell’impossibilità di continuare la saga, le mie aspettative verso X-Men:Dark Phoenix non erano alte. La critica ha subito affossato la reputazione de
Tuttavia non bisogna farsi condizionare dalle opinioni altrui e recarsi al cinema a vedere X-Men:Dark Phoenix per giudicare la pellicola, soprattutto se sei un fan degli X-Men. Il film rappresenta la chiusura di un ciclo ambizioso nato nel 2000 con il primo cinecomic moderno; un progetto che ci ha presentato degli eroi sui generis, simbolo della discriminazione e
La storia di X-Men:Dark Phoenix si svolge nel 1992, nove anni dopo la battaglia contro Apocalisse: i mutanti sono diventati degli eroi nazionali e sono chiamati a salvare l’equipaggio dello Space Shuttle Endeavour, danneggiato da un’eruzione solare; con un gran lavoro di squadra, riescono a mettere in salvo gli astronauti, ma Jean Grey (Sophie Turner) resta bloccata nello shuttle e assorbe l’energia che si rivelerà essere la Forza Fenice, un’entità cosmica dotata di poteri inimmaginabili. Il blocco mentale posto dal professor Xavier (James McAvoy) si distrugge, facendo scaturire il grande potere della ragazza che finisce col far dal male ai suoi amici. Jean scappa e arriva sull’isola dei rifugiati mutanti di Genosha per chiedere aiuto a Magneto (Michael Fassbend
In X-Men:Dark Phoenix la Fenice, interpretata dall’attrice di Game of Thrones, brilla in un ultimo capitolo
La gestione dei personaggi costituisce una delle due grandi noti dolenti di X-Men:Dark Phoenix. Bisogna sottolineare come purtroppo siano stati relegati a ruoli marginali personaggi principali della saga quali Magneto e Mystica (Jennifer Lawre
Quicksilver (Evan Peters) risulta il personaggio gestito nel modo peggiore in X-Men:Dark Phoenix. Nei due prequel in cui compariva, Pietro Maximoff era protagonista di una scena in cui sfoggiava l
L’esclusione della scena con protagonista Quicksilver rientra forse nel voler rendere la pellicola molto più oscura e drammatica riducendo al minimo la componente comica che caratterizza di solito i film di supereroi. Potrebbe rientrare in questa direzione anche la mancanza del cameo di Stan Lee, soprattutto considerando che X-Men:Dark Phoenix sarebbe dovuto uscire inizialmente il 2 Novembre 2018. Tuttavia, durante il discorso di Xavier a
L’altra nota dolente in X-Men:Dark Phoenix è rappresentata dagli errori di continuty. Con il film del
Infine, tra i continui rinvii dell’uscita del film sonno state aggiunte delle scene e, in particolare, è stato modificato il finale. Il regista ci svela il motivo del cambiamento del terzo atto di X-Men:Dark Phoenix: “Il mio finale originale non vedeva tutta la famiglia dei mutanti come invece si vede nel final cut. Nel finale originale potreste vedere molto sia di Captain Marvel che di Captain America: Civil War. In genere, questi grandi film d’azione hanno il momento culminante nel terzo atto: ho amato il modo in cui Civil War ha mostrato la grande scena action alla fine del secondo atto piuttosto che nel terzo così che, dopo quell’enorme battaglia, si rimane solo con il Soldato d’Inverno, Iron Man e Captain America. Ed erano proprio queste emozioni crude, schiette, genuine che volevo mostrare, mi è piaciuto il livello di intimità che si è creato. Quindi io avrei mostrato qualcosa di simile, anche se alla fine al pubblico sarebbe sembrato di vedere Captain Marvel per due minuti.”
In conclusione, X-Men:Dark Phoenix rappresenta una buona fine per un ciclo che ha dato vita ai nuovi film di supereroi al cinema. Un ultimo capitolo drammatico, con una buona storia, ma che avrebbe potuto donare di più agli spettatori. Dopo l’acquisto della Fox da parte della Disney, speriamo che gli X-Men possano avere un nuovo inizio ed entrare a far parte nel Marvel Cinematic Universe nel migliore dei modi.
Ottima recensione, pienamente condivisa. Purtroppo la critica si è scagliata sul film senza colpo ferire, secondo me ingiustamente. Il film ha un’impronta diversa dai precedenti, e si vede. Forse a causa anche della scelta registica. Bryan Singer che ha dato il via alla saga che creato uno stile inconfondibile che gli altri registi non sono stati in grado di rappresentare appieno. A me personalmente però il film è piaciuto molto, soprattutto il suo soffermarsi sul lato “più umano” dei mutanti protagonisti. Avrei però preferito che il finale si ricollegasse agli eventi di “Giorni di un futuro passato”
Ti ringrazio. Sono completamente d’accordo con te. Inoltre, collegare il finale con gli eventi di X-Men: Days of future past sarebbe stato il modo migliore per “aggiustare” la continuity, non considerando sempre la prima trilogia.