Winona Ryder è arrivata a Venezia per presentare Beetlejuice Beetlejuice insieme al resto del prestigioso cast del film composto tra gli altri da Michael Keaton, Monica Bellucci, Catherine O’Hara, Willem Dafoe e appunto la giovanissima attrice Jenna Ortega, ovviamente affiancati dal regista del celeberrimo film del 1988, Tim Burton.
Tutto sembra andare nella piena normalità con le consuete foto di rito sul traballante molo della kermesse veneziana. I fan li accolgono festosi e i fotografi collezionano scatti per le varie riviste a cui lavorano o collaborano. A un certo punto però qualcuno di loro, magari sperando di ottenere un’immagine migliore, incomincia a chiedere insistentemente a Winona Ryder di togliersi gli occhiali da sole con le lenti scure che indossa.
“Senza occhiali da sole, Winona, senza occhiali da sole“, si sente urlare da questo insistente fotografo. L’attrice dapprima ignora la richiesta e appare imbarazzata, restia a voler togliere gli occhiali ma, in una sorta di timidezza quasi adolescenziale, porta la mano al viso e tentenna quasi sul punto di toglierli e così soddisfare le richieste di colui che vorrebbe vederla senza gli occhiali per una foto magari artisticamente migliore.
Conosciamo, prima di svelare il finale di questo breve, ma curioso episodio veneziano, un pochino di più di questa indubbiamente talentuosa, ma fragilissima artista, anche per cercare di capire l’origine del suo timore verso il mondo dei media in generale.
Winona Ryder, una vita di successi, crolli e rinascite
Winona Ryder nella sua vita ha avuto molti alti e bassi, e sebbene abbia raggiunto la celebrità alla fine degli anni Ottanta e nella prima metà degli anni Novanta con ruoli di una certa importanza, collaborando appunto sul finire degli anni Ottanta con Tim Burton in Beetlejuice – Spiritello porcello (1988) e in Edward mani di forbice (1990) accanto a Johnny Depp.
L’apice della sua carriera lo raggiungerà all’inizio degli anni novanta collaborando con due grandi registi in due celeberrimi film di costume: Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola accanto a uno strepitoso Gary Oldman, e L’età dell’innocenza (1993) di Martin Scorsese lavorando in questo film con tre pezzi da novanta di Hollywood come Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e John Malkovich.
Quest’ultimo film le valse poi addirittura il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista e ottenne nello stesso anno, anche la sua prima candidatura agli Oscar del 1994 come migliore attrice non protagonista. Nel 1995 ottenne una seconda candidatura come Oscar alla miglior attrice protagonista per il suo ruolo in Piccole donne. Sempre nel 1994 la Ryder interpretò anche la protagonista femminile nel film dell’allora esordiente regista Ben Stiller, Giovani, carini e disoccupati.
Nel 2000 riceve, a contorno di tanti e brillanti successi cinematografici, la sua stella nella Hollywood Walk of Fame. Mentre sul finire degli anni Novanta partecipa a film di successo come Ragazze interrotte (Girl, Interrupted), per la regia di James Mangold (1999) con a fianco una strepitosa Angelina Jolie, vincitrice di un Oscar per quel film e il romanticissimo dramma Autumn in New York, per la regia di Joan Chen (2000) a fianco del sempre affascinante Richard Gere.
Ma è proprio l’inizio degli anni Duemila a non regalarle altrettante soddisfazioni personali, finendo sempre al centro dell’attenzione, ma non per il suo talento artistico, ma per vicende extra-cinematografiche. Il 12 dicembre 2001 Winona Ryder, afflitta da tempo di cleptomania, venne fermata per taccheggio nei grandi magazzini di Beverly Hills Saks Fifth Avenue. Nella borsa le trovarono una serie di articoli d’abbigliamento per un totale di oltre 4.000 dollari, oltre a una grande quantità di analgesici come ossicodone, Valium e Vicodin.
L’attrice venne successivamente processata e condannata a tre anni di libertà vigilata, al pagamento di quasi 10.000 dollari di multa, a 480 ore di volontariato e a un trattamento di consulenza psichiatrica, senza dimenticare il grande clamore dei mass-media e la gogna mediatica che di certo non le risparmiarono ulteriore sofferenza e vergogna per i fatti accaduti, e per essere stata etichettata e ricordata negli anni successivi più per essere stata una cleptomane, che per essere la grande attrice che indubbiamente è.
Dopo anni difficili, però la Ryder nell’ultimo periodo per fortuna sembra aver recuperato lo smalto perduto collaborando in serie di successo come Stranger Things e riprendendo i fortunati panni di Lydia Deetz nel seguito di Beetlejuice, ora a Venezia nella sezione Fuori Concorso. Qui ora possiamo tornare, con qualche e doverosa informazione in più, per raccontare come è andata poi a finire questa breve vicenda.
Un gesto di estrema generosità da parte di una giovane collega
Al momento delle foto incriminate ci sono due colleghe di set accanto a lei: Catherine O’Hara (Mamma ho perso l’aereo, Schitt’s Creek) con cui aveva già recitato nel primo Beetlejuice nel 1988, e Jenna Ortega, l’altra protagonista di questa vicenda. La giovanissima star di Mercoledì, ma già protagonista di franchise affermati come gli ultimi due film di Scream, in drammatiche serie come Fallout e la sua partecipazione da giovanissima in You.
Proprio la giovanissima attrice americana, accorgendosi del disagio della collega con decisamente più esperienza di lei, visto i più di trent’anni di età che le dividono, ma forse proprio per questo gap generazionale che le separa con decisamente meno macigni da portare dietro le spalle, e con la leggerezza dei suoi ventun’anni, ha spinto Jenna a dirle ciò di cui Winona sembrava aver bisogno in quel momento:
“No, non devi farlo”.
C’è gentilezza e calma, ma anche decisione in questo gesto, proveniente da una così giovane ragazza appartenente a una generazione di attrici, quella appartenente alla lettera Z, decisamente sicure di sé e per molti versi molto più libere di esprimere ben più del solo e mero aspetto fisico, ma che dietro a dei bei vestiti, un bel sorriso e indiscussa grazia femminile, possa esserci molto di più da sfoggiare oltre a tutto questo.
Alla sua maniera la Ortega sembra aver così ripagato “un debito di riconoscenza” che la giovane attrice di Mercoledì aveva verso la Ryder fin dai tempi delle riprese di Beetlejuice BeetleJuice, dichiarando qualche mese fa attraverso i media come la più esperta collega-attrice l’avesse fatta sentire, all’interno di quel prestigioso set, decisamente “meno sola“.
Questa scena, filmata dalla stampa internazionale, ha fatto il giro del mondo e sui social network sono tanti gli utenti che hanno notato non solo il feeling presente tra le due attrici, ma anche come Jenna Ortega, ad appena 21 anni, con serena determinazione abbia avuto la forza di dire un ‘no’ rispetto alla collega più esperta, che di anni ne ha 52.
Un esempio forte di una delle grandi consapevolezze acquisite dalle giovani donne della Generazione Z: “Le star di oggi insegnano alle nostre star degli anni ’90 come dire ‘no'”, “Donne che supportano altre donne: la mia cosa preferita”, “È bello vedere Jenna così protettiva”. Questi sono stati solo alcuni dei commenti che hanno circondato questo spiacevole episodio, trasformatosi però in pieno stile Burton sulla laguna, da dark che era, in un invece piacevole e dolce incidente di percorso da ricordare di questa 81esima Biennale di Venezia.