La scorsa settimana vi ho parlato della favola delle favole, Il favoloso mondo di Amélie, oggi vi parlerò invece di una fiaba, che grazie al genio di un uomo di nome Tim Burton, ha preso letteralmente vita, e ci ha fisicamente trasportato in un mondo che mai avremmo creduto potesse esistere davvero.
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, diretto da Tim Burton nel 2005, è un adattamento dal medesimo romanzo di Roald Dahl e non, come molti pensano, un remake di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato del 1971 (clicca qui per acquistare), diretto dal regista Mel Stuart e con Gene Wilder.
Davvero una fortuna per tutti noi che Martin Scorsese fosse impegnato nella regia di Gangsters of New York con Leonardo di Caprio, perché è proprio su di lui che la produzione del film aveva puntato all’inizio per dirigere il film.
Nemmeno Johnny Depp, a dire il vero, fu la prima scelta per interpretare il ruolo del protagonista; prima di lui attori come Jim Carrey, Nicolas Cage, Michael Keaton ed il grande Robin Williams si presentarono ai provini.
I produttori erano interessati persino a Robert De Niro, Tim Burton però si impuntò, fortunatamente, su Depp.
Un sodalizio proficuo e duraturo quello fra Burton e Johnny Depp, iniziato nel 1990 con Edward mani di forbice e che nei quindici anni successivi, li ha visti accanto per ben 5 volte, fino ad arrivare, appunto, alla meravigliosa fabbrica di cioccolato.
E si che nel film, si trovano anche disseminati qua e là dei riferimenti a precedenti pellicole Burton/Depp: durante la scena dell’inaugurazione della fabbrica ad esempio, Johnny Depp compare con un paio di forbici in mano e l’inquadratura stretta sulla mano rende chiaro il riferimento a Edward mani di forbice; quando invece in una sala della fabbrica si vedono alcune pecore dal vello rosa, Wonka appare visibilmente imbarazzato nel dare spiegazioni circa questa presenza, dichiarando
“Di questo preferirei non parlare!”.
Il riferimento è ad un altro precedente film di Burton, Ed Wood, anch’esso interpretato da Johnny Depp, che era solito indossare di nascosto golfini di angora rosa.
Una figura eccentrica e sopra le righe quella del personaggio interpretato da Deep, per il quale ideò egli stesso il look, ispirandosi addirittura alla direttrice di Vogue Anna Wintour, per la pettinatura e gli occhiali.
La storia
La pellicola diretta da Tim Burton, racconta la storia di Charlie Bucket/Freddie Highmore, un bambino molto povero (figlio di Mr. e Mrs. Bucket, interpretati da Noah Taylor ed Helena Bonham Carter) che un giorno vince la possibilità di visitare la grandiosa fabbrica di cioccolato di proprietà dell’enigmatico, quanto eccentrico, signor Willy Wonka (che ha il volto di Johnny Depp).
Il ragazzino, dall’animo buono e gentile, riesce infatti a trovare uno dei cinque biglietti d’oro nascosti nelle tavolette di cioccolata di cui è goloso, così come già capitato ad altri quattro bambini prima di lui (Augustus Gloop/Philip Wiegratz, Veruca Salt/Julia Winter, Violetta Beauregarde/AnnaSophia Robb e Mike Tivù/Jordan Fry), tutti affetti da “strane patologie”.
Durante tutto il tour guidato dall’eccentrico Wonka, i quattro bambini, fatta eccezione per Charlie, si rivelano antipatici e disubbidienti. Uno ad uno finiscono le trappole create da Wonka e lasciano il tour. L’unico a rimanere è Charlie.
Come premio gli viene affidata proprio la Fabbrica di Cioccolato poiché, a detta di Wonka, aveva bisogno di un erede ma, a causa di un difficile rapporto che il cioccolataio aveva con il padre, l’unica condizione per dirigerla è quella di abbandonare la famiglia.
Charlie dunque rifiuta e aiuta Willy a riappacificarsi con il padre e il film si conclude con la collaborazione tra Willy Wonka e Charlie, che ora vive nella Fabbrica insieme a tutta la sua famiglia.
Una piccola curiosità riguarda proprio la figura del padre di willy, interpretato da Christopher Lee, che non appare né nel romanzo originale di Roald Dahl nè nel primo film; è stato infatti ideato appositamente per la pellicola di Burton e per dare a Wonka una storia familiare.
Inoltre il flashback di Wonka (costretto da bambino ad indossare un enorme apparecchio per i denti) è un riferimento all’infanzia di Tim Burton
L’incanto e la magia, nascondono la morale
L’elemento principale di attrazione del film, così come anche il film del 1971, diretto da Mel Stuart, con il grande Jene Wilder, è la magia.
Tutto il film trasuda magia, dall’inizio alla fine e ci immerge del tutto in una favole, come quelle che ci raccontavano da bambini, quando eravamo liberi di sentirci ora Hansel, ora Gretel, alle prese con la casa di marzapane.
Quando Wonka apre i cancelli del suo mondo, nulla è più come sembra nè lontanamente vicino alla realtà, quella realtà che Charlie conosce bene, perchè è dura, ma piena d’amore e di affetto.
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Una sorta di paese de balocchi, in cui tutto è possibile, basta volerlo; un mondo tuttavia non adatto a tutti, ma solo a chi, per dirla con una battuta di un altro film famoso
“ha un cuore puro”
Il film racchiude infatti una morale piuttosto difficile da digerire per chi è affetto da “strani vizi” e ci mette in guardia su quali potrebbero essere le catastrofiche conseguenze di alcuni dei peccati più comuni e atroci che la storia ci ha insegnato: gola, avarizia, superbia e accidia.
Burton ce li fa ripercorrere tutti, uno ad uno, associandoli ai personaggi del film: Augustus Gloop è la personificazione della gola; Veruca dell’avarizia; Violet della superbia; Mike dell’accidia e ciascuno di essi, come per una sorta di legge del contrappasso, riceve una punizione che risulta essere esplicitamente collegata al proprio vizio.
Così il terribile affamato Augustus Gloop, dopo essersi tuffato nel fiume di cioccolato, rimane bloccato in un tubo a causa della sua stazza; Violet Beauregard si gonfia e si trasforma in un enorme mirtillo, dopo aver mangiato una gomma da masticare sperimentale a cui, stando a ciò che le aveva consigliato Willy Wonka, non doveva avvicinarsi; Mike Teavee si ristringe fino a scomparire dopo aver cercato di tele-trasportarsi attraverso una televisione; infine, dopo essersi lamentata per non aver ottenuto ciò che voleva, la viziata Veruca Salt viene catapultata in uno scivolo adibito al trasporto della spazzatura.
Solo Charlie, alla fine, grazie al suo animo gentile, ai suoi modi educati e alla sua generosità, l’unico capace di seguire le regole che gli erano state imposte durante il suo tour nella fabbrica, riceve una ricompensa: un tetto sicuro sotto il quale vivere, cibo e cure in numero illimitato.
Una favola d’altri tempi insomma, che ci educa al rispetto e ci insegna che con le buone maniere, si riesce ad ottener ciò che si vuole, e che anche i sogni, alle volte, possono avverarsi.
“Ogni cosa in questa stanza è commestibile”
un sogno ad occhi aperti per tutti.
E se la fabbrica di cioccolato potesse esistere davvero?
Nel 2019 Jeremy Wright, amministratore nella Advanced Technology Services, ha pubblicato una stima su quanto costerebbe nella realtà la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.
L’analisi è stata basata soprattutto sul film del 1971, ma considerando i costi medi di un’azienda operante nel comparto dolciario negli Stati Uniti, oltre al prezzo di mercato per i prodotti necessari per realizzare gli elementi più eccentrici, come la parete di lecca-lecca o il fiume di cioccolato, per mantenere tutto l’impianto sarebbero necessari, secondo Wright, circa 225 milioni di dollari l’anno.
Effettivamente, non tutto il cibo che vedete è vero cibo; delle 110.000 caramelle prodotte solo 1850 erano vere mentre tutte le altre erano riproduzioni di plastica create al fine di evitare enormi sprechi.
Per realizzare invece il fiume di cioccolato sono stati utilizzati oltre 780mila litri di cioccolato finto (oltre 145mila per la sola cascata) mentre le finte barrette di cioccolata sono 110mila.
Sul set della fabbrica ci sono anche vere caramelle come i lecca lecca sugli alberi, così come il gigantesco bastoncino di zucchero rosa.
Persino gli scoiattoli sono veri; in una delle scene più caratteristiche del film infatti, decine di scoiattoli vengono ripresi intenti a spaccare noci.
Ebbene, gli animali non sono frutto di un’ottimo utilizzo della computer grafico bensì veri e propri scoiattoli. La produzione ha infatti addestrato ben quaranta scoiattoli, dalla nascita fino ai sei mesi, a rompere le noci per un anno prima dell’inizio delle riprese. Ovviamente girare la scena non fu semplice e ci vollero ben dieci settimane per avere un risultato accettabile.
Dopo gli scoiattoli, i personaggi senz’altro più caratteristici del mondo Willy Wonka, sono gli Umpa Lumpa, interpretati tutti e 165 dall’attore Deep Roy, che dovette replicare ogni scena più e più volte.
Gli Umpa Lumpa non possono essere considerati in realtà come normali dipendenti, visto che già nella trama del libro di Dahl, sono presentati come un popolo africano di persone molto basse con i quali Wonka stringe un accordo.
Gli Umpa Lumpa avrebbero lavorato per lui in cambio di cacao, considerato come la principale valuta nella loro società. Già da questo si capisce che i dipendenti della fabbrica sono pagati in cacao, il cui valore è, per loro, molto più alto di quello di mercato nel mondo.
D’altronde, non uscendo mai dalla struttura non saprebbero cosa farne dei soldi. In termini di stipendio, quindi, gli Umpa Lumpa costerebbero molto molto meno di normali dipendenti
Successi, insuccessi e progetti
Nonostante Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato sia indiscutibilmente un film culto, di quelli capaci di istallarsi nella mente e nei cuori di generazioni di spettatori, quando uscì nel 1971 non fu accolto con grande entusiasmo, e nonostante venne definito da qualcuno “un nuovo Il Mago di Oz“, guadagnò appena 4 milioni di dollari a fronte di un budget di 3, tanto che la Paramount cedette presto i diritti di distribuzione.
Un’accoglienza sicuramente migliore la ebbe invece al momento del rilascio della versione home-video negli anni ’80, con la re-release Warner Bros del 1996, che segnarono il successo della pellicola come classico della storia del cinema, e soprattutto nel 2005 con il capolavoro di Burton che ne segnarono la definitiva consacrazione.
Sicuramente, parte del successo della pellicola è dovuta anche al fatto che viene spesso trasmessa durante il periodo natalizio perché ritenuto di alto contenuto educativo, soprattutto per i bambini.
Lo dimostra il fatto che nel 2017, persino i simpatici Tom & Jerry, hanno dato vita a questa storia, nel film d’animazione Tom & Jerry: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, prodotto da Warner Bros. Pictures Television Animation Distribution.
Come spesso accade nel caso di pellicole con successo “postumo” inoltre, che vengono rivalutate nel tempo da registi che hanno reso il proprio contributo alla storia del cinema, si è pensato anche ad un prequel e la notizia, a dire il vero, è di pochi mesi fa.
Warner Bros ha fissato una data di uscita per il 17 marzo 2023 e le riprese dovrebbero iniziare durante la primavera di quest’anno.
Il film sarà diretto dal regista di Paddington Paul King, si intitolerà probabilmente Wonka, e narrerà i primi giorni di Willy Wonka precedenti alla creazione della fabbrica di cioccolato.
Sarà una sorta di storia delle origini, ed è stato anche svelato che racconterà, ad esempio, di come Willy Wonka incontrò gli Umpa Lumpa.
David Heyman, già produttore della saga di Harry Potter, che produrrà il film da una sceneggiatura di Simon Rich, in merito al progetto ha dichiarato:
“ E’ difficile perché non si dispone di Dahl, non si può avere un libro di Dahl e tuttavia si ha un personaggio di Dahl. Ma penso che ci sia molto nel suo personaggio che suggerisce chi è, e anche da dove potrebbe venire o ciò che la sua infanzia o la sua mezza età avrebbero potuto essere. Quindi stiamo esplorando questo…”
Apprendiamo quindi che, Roald Dahl, ha scritto due libri diversi che caratterizzano il personaggio di Willy Wonka; Il primo è Charlie e la fabbrica di cioccolato del 1964 (dal quale sono tratti i film del 1971 e del 2005), il secondo è Il grande ascensore di cristallo del 1972.
Dahl non ha pertanto mai scritto un libro su Willy Wonka personaggio, come David Heyman ha detto, perciò non c’è materiale originale da cui attingere per questo nuovo film.
Il libro è nato infatti come una storia della buona notte che Roald Dahl raccontava alle sue figlie Olivia e Tessa e raccontava in realtà di Charlie, un ragazzino che insieme ai suoi nove amici aveva trovato dieci biglietti d’oro per visitare la Fabbrica di Cioccolato. Visitando il grandioso e magico edificio finì per errore in uno stampo per cioccolato, diventando un cioccolatino lui stesso per essere poi venduto a una bambina come regalo di Pasqua.
Quando fu pubblicato per la prima volta nel settembre del 1964, vendette 10.000 copie nella prima settimana e fu definito dal New York Times “pura gioia”.
Pura gioia sì, per gli occhi e per il palato e che sogno sarebbe, un giorno, avere la possibilità di vederlo davvero un luogo simile.
Detto fatto.
Si chiamerà Tony’s Chocolonely la stravagante fabbrica di cioccolato in stile Willy Wonka, con tanto di montagne russe, ottovolante e stanze segrete (dove nascondere gli Umpa Lumpa), che dovrebbe aprire, da qui a tre anni, in Zaanstad, in Olanda.
Lo stravagante progetto è stato ideato dallo studio d’architettura Search per essere, oltre a un funzionale centro di produzione,
“un’esperienza totale, dove puoi imparare e sperimentare tutto sul cioccolato”
Il parco divertimenti costerà oltre 100 milioni di euro e prevede un progetto di rivalutazione dell’area industriale che si affaccia sul Zijkanaal H, incluso un vecchio mulino.
I visitatori avranno l’opportunità di seguire l’intero processo di produzione proprio come nella fabbrica di Willy Wonka, attraverso tre padiglioni: il monumentale magazzino De Vrede, il nuovo padiglione rosso con le montagne russe e un nuovo capannone di produzione altrettanto speciale.
Secondo quanto dichiarato dall’architetto Kathrin Hanf
“I padiglioni saranno un susseguirsi di sorprese, da fiumi di cioccolato a giardini tropicali, con auditorium, sale cinema, giostre e laboratori per tutte le età. Gli ingegneri pensavano che fossimo pazzi, quando gli abbiamo mostrato i disegni del progetto. Ma grazie a tecniche innovative e intuizioni creative potremo creare qualcosa di speciale”.
Attendiamo allora con trepidazione di vedere svelate quanto prima, sia il prequel, che questo fantastico parco divertimenti, certi che non sarà un solo biglietto dorato, a darci la possibilità di visitarlo.