Non è scoppiata come una bomba, più come un fiume che si ingrossa lentamente. Prima qualche dichiarazione, qualche notizia, poi denunce su denunce che non si arrestano più. Chi ha avuto coraggio di esporsi in prima linea ha dato forza a chi aveva tenuto tutto dentro per anni, ed ancora ne stiamo vedendo i risultati. Ma cosa è successo esattamente?
Tutto è cominciato da Harvey Weinstein
Un grande personaggio del cinema, fondatore di Miramax che ha prodotto film del calibro di Pulp Fiction e Shakespeare in love, con il quale ha persino vinto un oscar.
E’ stata un’indagine del New York Times a rendere pubblica la notizia ad ottobre. Per 30 anni il produttore ha molestato non solo attrici, ma anche modelle, cantanti e dipendenti della sua azienda. Da quando è scoppiato lo scandalo Hollywood ha preso le distanze dal produttore, è stato lasciato dalla moglie, è stato licenziato dalla stessa azienda da lui fondata. Harvard si e’ ripreso la medaglia W.E.B Du Bois consegnata nel 2014 per il contributo alla cultura africana e dei neri d’America. E’ stato espulso dal comitato per gli Oscar, ruolo che è assegnato a vita. Macron ha avviato l’iter per togliere la Legion d’Onore francese consegnata nel 2012 da Sarkozy.
Il produttore ha scritto una lettera di scuse ed è entrato in terapia. In contemporanea però ha assoldato ex agenti del Mossad per rintracciare le sue vittime e fare pressione perchè ritirino le accuse. E la lista intanto si allunga: Ashley Judd e Rose McGowan, Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Rosanna Arquette, Kate Beckinsale per citare alcuni nomi, ma sono oltre 40 coloro che lo hanno accusato.
Le molestie di Kevin Spacey
L’eco mediatica che si è creata attorno a Weinstein ha spinto Anthony Rapp a denunciare un caso di molestia sessuale avvenuto quando lui aveva 14 anni e Kevin 26. Sono passati più di 30 anni da quell’evento, ma in un clima già burrascoso ha avuto l’effetto di un tornado. A Rapp si è aggiunto il figlio di Richard Dreyfuss, Harry, che ha denunciato molestie avvenute quando era appena diciottenne. Poi è stato il turno di Roberto Cavazos e Daniel Beal a cui si sono aggiunte le storie di festini per soli uomini negli yacht sulla costiera amalfitana, in cui si sarebbero tenute vere e proprie orge.
Kevin Spacey ha fatto pubblicamente comingout, ma attorno a lui hanno fatto ugualmente terra bruciata. Netflix ha chiuso House of Cards, di cui era protagonista, una serie di grande successo arrivata alla sesta stagione. The International Academy of Television Arts & Sciences ha deciso di revocargli l’International Emmys Founders Award, Sony lo ha cacciato dal set di Tutti i soldi del mondo sostituendolo con Christopher Plummer. Sempre Netflix blocca un altro film dell’attore, Gore, sulla vita di Gore Vidal, nonostante fosse già in fase di post produzione.
E ora Roy Price, James Tobak, Brett Ratner e Dustin Hoffman
Una volta aperto il vaso di Pandora, è difficile richiuderlo finchè non sono usciti tutti i venti. Così ha preso coraggio anche Isa Hackett, produttrice della serie di punta di Amazon Video The Man in The High Castle. La denuncia è nei confronti di Roy Price, ex-capo della programmazione di Amazon Studios, che è stato prontamente messo in aspettativa dall’azienda e poi licenziato.
Sono oltre 200 le donne che accusano di molestie sessuali James Tobak, sceneggiatore e regista, tra cui spicca il nome di Julian Moore per eventi che risalgono agli anni ’80.
Sul Los Angeles Times ben 6 donne accusano pubblicamente Brett Ratner, regista di X-Men: Conflitto Finale, fra cui Natasha Henstridge (Specie Mortale, FBI: Protezione Testimoni 1 e 2) e Olivia Munn (X-Men: Apocalisse, Iron Man 2). Nonostante abbia querelato le attrici, la Warner Bros ha preso le distanze mettendo in stand-by il progetto del suo film.
E nella tempesta è stato preso anche Dustin Hoffman, accusato di molestie per eventi avvenuti nel 1985 e nel 1991. L’attore premio Oscar si è prontamente scusato, affermando che “tutto ciò non riflette la persona che sono.”
In Italia non siamo immuni dall’eco mediatica delle molestie nel mondo del cinema
Asia Argento, attrice italiana, è tra coloro che hanno denunciato avances sessuali da parte di Weinstein. Ma altre donne sono uscite allo scoperto, tra cui Gina Lollobrigida, oggi novantenne, che ricorda come lei stessa non ebbe il coraggio di denunciare ciò che le accadde quando era giovane.