Secondo film tratto dai soggetti di Alan Moore del cosiddetto “periodo DC Comics”, quindi fra V per vendetta e From Hell, Watchmen è l’ultimo film ispirato ai suoi fumetti, a ventidue anni dalla sua pubblicazione. Pubblicato fra il 1986 e il 1987, è un’opera ambiziosissima, scritta per la DC. All’inizio avrebbe dovuto avere per protagonisti i Mighty Crusaders della Charlton, i cui diritti erano stati comprati dalla DC, ma poi, per motivi che non approfondiremo in questa sede, gli eroi originali sono stati sostituiti da omologhi. La trama è più o meno quella degli Incredibili: i supereroi vengono messi fuori legge e si trovano, imbolsiti e frustrati, a ricordare i bei tempi.
Una caratteristica peculiare dei soggetti di Alan Moore, almeno quelli della sua maturità artistica, V per vendetta è un’eccezione giovanile, è che non c’è un protagonista assoluto; sono storie corali. Mi pare abbastanza chiaro, ma spiego meglio: nei fumetti classici, come Tex, Superman, Spider Man, ecc. uno è il protagonista; gli altri hanno ruoli, magari anche importanti, ma tutto ruota intorno al personaggio principale. Prendiamo Tex, che è un fumetto nostrale. Mefisto è un personaggio importante, è il paradigma del cattivo, ma la sua storia è sempre laterale; non si potrebbe incentrare un numero intero solo sui suoi malefici, sarebbe noioso, le sue storie appassionano perché i suoi mirabolanti sortilegi vengono regolarmente vanificati dall’eroe. Tex raramente è solo, ma Kit Carson gli serve come spalla comica, Kit Willer, praticamente, serve a farsi salvare la vita dal padre, Tiger Jack è come il Passepartout del Giro del mondo in 80 giorni; è un servitore sveglio che, però, non mette mai in discussione l’autorità del padrone. Se, invece, dovessimo decidere chi sia il personaggio principale di Watchmen sarebbe dura perché ci sono Rorschach, il Dottor Manhattan e Ozymandias che potrebbero legittimamente reclamare la parte del protagonista, ma perché non Nite Owl, che, alla fine, è quello che “vince”. Ma anche tutte le altre vicende collaterali hanno un peso tale che senza di esse la storia sarebbe una cosa completamente diversa. Per questo amo tanto Alan Moore e per questo non posso fare a meno di avere l’impressione che i film stiano un passo indietro.
Vediamo, dunque, i personaggi di Watchmen, uno per uno
Cominciamo dal Dottor Manhattan, che è l’unico ad avere superpoteri: il Superman della situazione. Quando era ancora Jonhatan Osterman, brillante fisico laureato a Princetown, fu disintegrato per un tragico errore. Osterman riuscì, comunque, a ricomporsi, atomo per atomo, e alla fine riappare integro e blu come un puffo; da allora le sue potenzialità sono quelle di un dio. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, gli sfuggono i più elementari sentimenti umani. Dopo che gli eroi mascherati sono stati messi fuorilegge rimane al servizio del governo per la sua importanza strategica.
Ozymandias. L’uomo più intelligente della Terra. Ossessionato dalla figura di Alessandro il macedone, dopo la morte dei genitori si mette in viaggio sulle orme del suo eroe. Al contrario di Alessandro, dopo l’India prosegue per l’estremo oriente dove apprende le arti marziali e la meditazione. Capisce prima degli altri che l’era degli eroi mascherati sta volgendo al termine e, due anni prima che vengano messi fuorilegge, rivela la sua identità, si ritira e mette a frutto la sua popolarità e la sua intelligenza per fare un sacco di soldi. Politicamente è un liberal.
Nite Owl. Nella storia ci sono due Nite Owl; l’originale, Hollis Mason, è un poliziotto che si traveste per arrivare dove le leggi convenzionali non gli permetterebbero di andare. Quando gli eroi mascherati vengono messi fuorilegge, rivela la sua identità, scrive la sua biografia, Sotto la maschera, e si ritira a fare il meccanico, come suo padre.
Un suo giovane ammiratore, Daniel Dreiberg, volendo seguire le sue orme, gli chiede il permesso di usare il suo nome e, grazie a una cospicua eredità e a una solida intelligenza, combatte il crimine servendosi anche di macchine mirabolanti; un po’ come Bat Man. Nella nostra storia, Dreiberg s’innamora, ricambiato, di Laurie, la ragazza del Dr. Manhattan, della quale parleremo fra poco, e sarà quello che, alla fine, avrà la sorte migliore. Politicamente è, diciamo, una specie di democristiano.
Rorschach. Figlio di una prostituta, trascorre un’infanzia terrificante, affidato a istituti di infimo ordine. Di fatto è uno squilibrato con un senso, tutto suo, di ferrea giustizia. È il fil rouge di tutta la storia, che inizia e finisce con lui. Politicamente appartiene all’estrema destra, ma non come Trump o Salvini: ha una sua purezza e una coerenza che lo rendono, se non apprezzabile, comprensibile. Dopo la disposizione che ha messo fuori legge gli eroi mascherati, ha rifiutato di togliersi la maschera e opera ancora in clandestinità.
Il Comico. Praticamente un nazista. Assieme al Dr. Manhattan rimane in attività; a lui sono demandati i lavori sporchi della CIA. In più di un’occasione si insinua che dietro all’omicidio di JFK ci sia stato proprio lui. Ha tentato di violentare la madre di Laurie, ossia il primo Spettro di Seta, del quale diremo fra poco. Il Comico viene scaraventato dalla finestra di casa all’inizio ed è dalle indagini di Rorschach sulla sua morte che parte tutto.
Spettro di Seta. Lo Spettro di seta originale è Sally Jupiter, ex ballerina e attrice che mette a frutto la sua agilità e abilità per combattere il crimine, curando contemporaneamente la sua immagine, grazie anche a uno scaltro manager. Una volta a riposo, come molti genitori, proietta le sue aspettative su sua figlia Laurie e la fa allenare per diventare lo Spettro di Seta n. 2. Diventata eroina mascherata, Laurie s’innamora, giovanissima, del Dr. Manhattan ma, alla lunga non riesce ad adattarsi a una vita con un individuo che umano non è e trova un compagno più adeguato nel Nite Owl n. 2.
Questi gli eroi principali. Ce ne sono altri marginali e ci sono persone comuni, fra i quali alcune figure molto belle, come il dottor Malcolm Long, psicoanalista del carcere nel quale viene portato Rorschach. Malcolm è un nero e, siccome il nome da schiavo di Malcolm X era Malcolm Little, nulla mi toglie di testa che il cognome “Long” sia stato scelto di proposito per contraltare il cognome “Little” dell’attivista nero.
La storia, il fumetto e il film
Oltre al fatto di essere stati messi fuori legge e aver fatto la fine degli Incredibili, la storia, all’ingrosso, è questa: per evitare una imminente III guerra mondiale, e questa volta l’atomica ce l’hanno entrambe le parti belligeranti, Ozymandias progetta una finta invasione extraterrestre che ucciderà mezza New York. La commozione mondiale porterà all’unione contro il nemico comune e, finalmente, si realizzerà una pace duratura. Lo stratagemma riesce. Forse.
Le tavole disegnate sono alternate con intermezzi scritti: brani della biografia di Hollis Mason, interviste ai supereroi, rapporti del carcere, ecc. Insomma, come dicevamo all’inizio è un’opera molto ambiziosa e molto complessa che dura 406 pagine. Graficamente le tavole sono di forma regolare. Normalmente ogni pagina contiene nove tavole rettangolari, quando la tavola è più grande unisce due o più rettangoli, mantenendo gli stessi formati. I disegni sono molto accurati; gli sfondi, spesso monocolori, hanno sempre toni molto accesi.
Il film è del 2009, diretto da Zack Snyder e, inverosimilmente, in Italia fu vietato ai minori di 14 anni. Del film diciamo subito che cerca di rimanere il più possibile fedele all’originale. Dura quasi tre ore, ma tutte le storie collaterali sono state, necessariamente, sacrificate. C’è il dottor Long, che serve più che altro a far raccontare a Rorschach la sua storia, ma manca la sua crisi personale di fronte a un mondo che aspirava ad aiutare, ma che corre verso la violenza e l’autodistruzione senza che lui riesca a interferire minimamente. Nel finale, fra quelli distrutti dall’esplosione, si vedono l’edicolante e il ragazzo nero che scrocca i fumetti, ma la loro presenza ha un senso solo per chi ha letto il fumetto (fra l’altro i due e il dottor Long sono identici ai disegni di Dave Gibbons). Manca l’isola dei creativi che inventano gli extraterrestri che invadono la Terra, anche perché, nel film, le esplosioni catartiche saranno causate da un inconsapevole dottor Manhattan, confuso dai tachioni che gli invia subdolamente Ozymandias. Quindi i potenti della Terra si alleano contro il povero dottor Manhattan anziché contro l’invasione extraterrestre, ma il risultato è lo stesso. A parte questo, dicevamo, il film cerca di seguire pedissequamente il fumetto: stesse battute, scene che ripetono le tavole in maniera filologica.
Oltretutto, alcuni attori sono perfetti; il migliore è Rorschach, il piccolo Jackie Earle Haley (Shutter Island, Alita) è veramente perfetto nei panni del supereroe psicopatico. Molto adatto anche Jeffrey Dean Morgan (indimenticabile John Winchester in Supernatural o Negan in The Walking Dead) nei panni del Comico. Magari somiglia un po’ a Gomez Addams per essere detestabile come è nel fumetto, ma sicuramente un Comico credibile. Convincenti anche il dottor Manhattan e i due Spettri di Seta, madre e figlia. Deludenti Nite Owl, che sembra un Capitan America che si veste da Batman, e, soprattutto Ozymandias, che non ha il minimo carisma: ci sarebbe voluto Robert Redford, se il film non fosse stato girato troppo tardi. Anche per il primo Nite Owl sarebbe stato perfetto Clint Eastwood, ma figuriamoci se avrebbe accettato. Una breve parentesi per spiegare perché sarebbero stati meglio Redford e Eastwood. Ozymandias è un idealista che mette il bene comune al di sopra di tutto, un liberal, un pacifista, insomma, una brava persona; ossia esattamente quello che è l’immagine sia pubblica che cinematografica di Robert Redford. Il vecchio Nite Owl è un poliziotto, come l’ispettore Callaghan, un repubblicano convinto, ma intelligente e con un alto senso della giustizia, ovvero Clint Eastwood, al cinema e nella vita; basti vedere i suoi film da regista e, per reazionario che sia, non sfugge la sua integrità e la sua attenzione a quello che accade nel mondo. Perciò lo spettatore avrebbe già alcune informazioni esterne al film: il vecchio Nite Owl, nella sua breve apparizione, non può avere la stessa forza semantica che avrebbe se fosse stato interpretato da Clint Eastwood. Quanto a Ozymandias sembra il classico villain da fumetto, in più ha quell’aspetto da David Bowie – che gli sia congenito o che gliela abbiano costruito nel film – che ne fa un alieno, più che un individuo calato nella realtà e nei suoi drammi, che soffre sinceramente per il dolore che ha provocato, seppure per una causa vitale per il mondo. Chi meglio di Robert Redford per un ruolo del genere? Quando, come nel nostro caso, si ha poco tempo per delineare un personaggio un aiuto semantico avrebbe fatto comodo; lo spettatore avrebbe saputo cosa aspettarsi dal personaggio.
Quindi, fermo restando che si tratta di un ottimo film, anche stavolta vince il fumetto. Se in From hell la mossa – astuta – era stata quella di smarcarsi dal fumetto e cercare di fare una cosa diversa, per Watchmen la fedeltà all’originale si ritorce contro il film. Però questa è l’opinione di qualcuno che ha letto prima il graphic novel e poi ha visto il film; sarebbe interessante conoscere il giudizio di chi ha seguito il percorso contrario. A totale vantaggio del film, invece, c’è una favolosa colonna sonora, che non è la stessa che suggerisce Alan Moore a fine capitolo, dove fanno da commento i versi di molte canzoni. Il sonoro è uno dei vantaggi del cinema, almeno a partire dal 1927. In particolare, la lunga Times are changing di Bob Dylan, all’inizio, descrive non solo l’incipit del film, ma un’intera epoca. Quanto ai personaggi reali: Nixon è un po’ caricaturale, ma somigliante, Henry Kissinger e JFK sono identici.