Una macchina da scrivere compone la parola Watchmen e ci proietta nella Germania della Grande Guerra: i tedeschi inviarono una lettera, dal titolo To the colored soldiers of the U.S. Army, ai circa 370.000 soldati afroamericani per invitarli a passare dalla loro parte, promettendo uguaglianza, a differenza della nazione per cui lottavano. Infatti, nonostante siano stati impiegati nel conflitto, l’esercito americano non permetteva loro alcun tipo di mansione se non il ruolo ufficiale di addetti alla cucina. Si scopre che questa lettera costituisce il retro del biglietto del bambino mostrato nel primo episodio, figlio di un soldato afroamericano della Prima Guerra Mondiale. Ora quel bambino è diventato un anziano sulla sedie a rotelle, protagonista del mistero del finale dello scorso episodio: l’omicidio del commissario Crawford (Don Johnson) che avviene all’inizio della serie tv, così come quello de Il Comico all’inizio dell’opera originale, e come quest’ultimo può rivivere nei successivi flashback.
“Quis custodiet ipsos custodes?”: la domanda di Giovenale ripresa dallo scrittore americano nel suo
La bravura di Damon Lindelof si nota soprattutto nei jump-cut, anch’essi ispirati all’opera di Moore, con cui passa abilmente da una scena a un’altra. Con essi ci fa rivivere gli eventi della famosa Notte Bianca e ci porta nella villa isolata di Adrian Veidt. Quest’ultimo passaggio avviene grazie al dipinto appeso in casa del commissario Crawford che riporta i
Infine, un altro personaggio noto nella realtà diventa un politico nella serie Watchmen. Henry Louis Gates Jr., insegnante all’università di Harvard e conduttore dello show Finding Your Roots (in cui le celebrità scoprono il proprio albero genealogico) assume la carica di Segretario di Stato. Se vuoi essere sempre aggiornato, ricorda di consultare Peteypedia, portale di HBO contenente documenti e informazioni sul mondo di Watchmen; prende il nome dal personaggio dello show Dale Petey, agente speciale della task force anti-vigilanti.