Grazie a questo sesto episodio, uniamo i puntini che lo showrunner di Lost ci ha lasciato nel corso della serie tv e riusciamo a vedere una prima parte della figura. La scritta Watchmen si dissolve nel fumo per lasciar spazio al nome dei Minutemen: finalmente scopriamo, come ci indicava Lindelof, l’importanza di American Hero Story e i collegamenti tra i due gruppi di vigilanti. Si presenta sempre di più come un’opera di denuncia verso le istituzioni americane, soprattutto verso la polizia, che non riescono ad arginare la piaga del razzismo, ma anzi l’alimentano.
Se in Watchmen 1×05 Wade (Tim Blake Nelson) ha conosciuto la verità, ora tocca ad Angela (Regina King). Dopo che la vigilante aveva ingerito le pillole di Nostalgia, mi aspettavo una puntata concentrata sul passato di suo nonno, ma sicuramente sono stato sorpreso dalle rivelazioni conseguite e dalla presentazione delle vicende. This Extraordinary Being, titolo originale dell’episodio, oltre a descrivere in tre parole l’episodio, deriva da un passaggio dedicato a Giustizia Mascherata in Sotto la maschera, biografia scritta da Hollis Mason/Gufo Notturno I. Nessuno ha mai saputo chi fosse realmente Giustizia Mascherata e la maggior parte delle notizie provengono da questo libro: si pensa che la sua identità corrispondesse a quella del circense tedesco Rolf Müller, come raccontato nel secondo episodio dalla serie nella serie che si rivelerà solo una versione romanzata della storia dei Minutemen. Oltre a Giustizia Mascherata e Capitan Metropolis, dietro notiamo Falena, Silhouette, Gufo Notturno I e il Comico, ma appartengono al gruppo di vigilanti anche Dollar Bill e Spettro di Seta I. Nella miniserie prequel Before Watchmen: Minutemen, scritta e disegnata da Darwyn Cooke, è spiegato che Mason raccontò di sua volontà una versione distorta dei fatti, rendendo le informazioni sul personaggio del tutto inaffidabili e aprendo la strada alla fantasia di Lindelof. Inoltre, Hooded Justice rappresenta il primo supereroe a comparire sulle scene, nel 1938, lo stesso anno in cui la DC Comics pubblica il primo numero del primo supereroe della storia dei fumetti. E non poteva nascere collegamento più appropriato: Will parla con un edicolante che sta leggendo il numero di Action Comics in cui esordì Superman e, ascoltando la storia dell’Uomo d’acciaio, rivive le proprie origini. Nell’universo del fumetto creato da Moore eroi noti come Superman hanno la funzione d’ispirazione per i vigilanti, ma una volta che questi si sono affermati, passano in secondo piano nell’immaginario collettivo.
Ritorna il tema dell’eredità, affrontato in Watchmen 1×04, ma filo conduttore di tutta la serie tv che si pone come “successore” dell’opera di Moore: lo notiamo nella trasmissione della maschera da Will al figlio e, infine, a Sister Night, che per contrappasso si dipinge gli occhi di nero e non più di bianco, simbolo che la continua lotta al razzismo cambia le modalità; nell’incontro finale il commissario Crawford (Dan Johnson) paga per la sua pesante eredità. Curiosamente, in questa serie tv Jovan Adepo interpreta un giovane Will Reeves, nonno di Angela, mentre in The Leftovers, Lindelof scelse Regina King, l’interprete di Angela Abar, come madre del personaggio di Adepo. Inoltre, il tenente che Will ammira, Samuel J. Battle, è realmente esisto, costituendo il primo ufficiale di polizia della città di New York, nel 1911.
L’episodio visionario, che mostra più azione dei precedenti, è accompagnato dalla ballata We Three (My Echo, My Shadow and Me), che diventò una hit per la prima volta nel 1940 grazie ai The Ink Spots e ci immerge in quell’atmosfera. Ora non ci resta che scoprire il ruolo di Adrian Veidt e quello di Lady Trieu nel piano di Damon Lindelof; aspettando magari l’arrivo del Dottor Manhattan in Watchmen.