Il quarto episodio diWatchmen si mostra un po’ sottotono rispetto ai precedenti. Man mano che si va avanti nella serie tv l’azione diminuisce, annullandosi in questa puntata. Si lascia spazio alle scene narrative e ai dialoghi che cercano di rispondere ad alcuni quesiti, ma che ne pongono di nuovi più misteriosi. Continua a presentarsi come il ricordo di un Watchmen passato, soprattutto per i riferimenti all’opera di Moore e al lungometraggio di Zack Snyder, con una propria anima in via di definizione. Il motivo di tutto ciò sarebbe da ricondurre al ruolo di transizione svolto da questa puntata, aspettandoci di più dalle prossime, in termini di azione e di trama.
Questa volta la scritta Watchmen si staglia sullo schermo grazie al tuorlo di un uovo, oggetto ricorrente nella serie e simbolo di quell’eredità che il nuovo personaggio richiama all’inizio. Incontriamo subito Lady Trieu, interpretata da Hong Chau (Vizio di Forma), che con le sue aziende Trieu ha acquistato tutti i cespiti di Adrian Veidt. Diventata ricca con la produzione di farmaci e tecnologia biomedica, offre un erede biologico a una coppia di coltivatori che non poteva averne, Katy e Jon Clark, in cambio dei loro terreni. Il loro cognome è un chiaro riferimento a Superman, così come l’elemento misterioso che cade dal cielo alla fine della trattativa. Katy Clark sta leggendo Fogdancing, un libro scritto da Max Shea, l’autore immaginario de I Racconti del Vascello Nero, il fumetto nel fumetto presente in Watchmen, di cui abbiamo già trovato citazioni nello scorso episodio. Trieu sta ultimando la prima meraviglia del Nuovo Mondo, il Millennium Clock, la cui funzione è quella di segnare il tempo. L’orologio dei misteri ci rimanda al Dottor Manhattan, presenza costante della serie anche senza apparire formalmente. L’agente Blake (Jean Smart) cita i sui miracoli termodinamici, che vengono ripresi anche da Angela Abar (Regina King), personaggio che non ha mai conosciuto il superuomo blu; il dialogo è accompagnato dalle note di You’re My Thrill di Billie Holiday, brano apparso sia nel fumetto sia nel film del 2009.
Alla continua ricerca di eredità, i personaggi si rapportano col passato senza ricorrere ai flashback visti nel primo e nel secondo episodio. In If You Don’t Like My Story, Write Your Own, l’eredità è vista sotto vari punti di vista: Laurie Blake sente il suo passato come un peso, Angela è curiosa di scoprire le sue origini e Lady Trieu attinge all’eredità culturale ed imprenditoriale di Veidt. Il tema del passato si fonde con quello del ruolo del vigilante nel dialogo tra Sister Night e l’ex Spettro di Seta II: le maschere nascono da un trauma, ogni eroe nasconde dentro il suo costume origini dolorose, ma si mostra audace agli occhi del mondo. Tuttavia, interrogandoci sulla figura dell’eroe, dobbiamo riflettere sulle azioni sadiche di Ozymandias (Jeremy Irons), che tanto hanno sconcertato i fan. L’attore ha affermato che il comportamento di Veidt è perfettamente naturale e normale per il personaggio, anche in relazione alle ultime scene viste, lodando la sceneggiatura di Damon Lindelof: “Sono molto felici in quella zuppa. Sembrava del tutto naturale. Abbastanza strano, certo, ma la visione che avevo in testa per quella scena era: avete presente quei documentari sugli allevamenti dei polli? Dove tutti i pulcini scendono dal nastro trasportatore e il tipo fa, ‘No, Non voglio quello. Quello può andare. Quello è un maschio.’ Era quello che avevo in testa per quella scena – è del tutto logico a pensarci. È una scena molto bella. La cosa grandiosa delle sceneggiatura di Damon è che, si, il mio personaggio come tutti gli altri si trovano spesso e volentieri in situazioni straordinarie, ma penso che nessuna di queste situazioni sia così straordinaria da non poter accadere nella vita normale. Penso siano tutte cose che o sono successe in passato a qualcuno, oppure succederanno in futuro a qualcun altro. Non bisogna far altro che accettare queste stranezze come normali.”