Con 6 nomination ai Golden Globe Awards 2019, un film che promette di sorprendere.
Sveliamo innanzitutto chi è l’Uomo nell’Ombra, il grande burattinaio che si cela dietro il titolo: Dick Cheney, il potentissimo e cinico vice presidente degli Stati Uniti durante l’amministrazione di George W. Bush.
Richard Bruce Cheney, detto Dick, nacque a Lincoln, nel Nebraska, il 30 gennaio 1941. Di idee apertamente conservatrici, si laureò all’ Università del Wyoming nel 1965 per entrare, quattro anni più tardi, nello staff di un altro celeberrimo “Dick”, Richard Nixon. Dopo le dimissioni di quest’ultimo, in seguito allo scandalo Watergate diventò Assistente del Presidente e Capo di gabinetto della Casa Bianca, il più giovane della storia a ricoprire tale incarico, che mantenne fino al 1977.Eletto alla Camera dei Rappresentanti cominciò a scalare i ranghi del Partito Repubblicano, fino a diventare Segretario alla Difesa di Bush padre, nel 1989. In tale ruolo gestì le operazioni militari Just Cause a Panama e Desert Storm, guadagnandosi il soprannome di “falco”. Dopo la vittoria di Bill Clinton, la sua stella sembrò destinata a tramontare, complice una salute cagionevole e la debolezza di cuore che lo colpì, costringendolo a delicate operazioni cardiache. Tornò alla ribalta nel 2000 quando George W. Bush lo scelse a sorpresa come suo Vice nella corsa alla Presidenza. Il 20 gennaio 2001 Cheney divenne il quarantaseiesimo Vice-presidente degli Stati Uniti. Un ruolo poco più che simbolico? Non per Dick Cheney, cui Bush delegò la gestione della crisi susseguente agli attentati dell’ 11 settembre 2001. “Se esiste l’1% di possibilità che qualcosa costituisca una minaccia gli USA sono costretti ad agire come se la minaccia fosse certa al 100%.“: con queste parole annunciò l’invasione dell’ Iraq e la Seconda Guerra del Golfo, giustificando l’intervento militare con l’ accusa, rivelatasi poi falsa, di possesso di armi di distruzione di massa da parte del regime iracheno. In merito alle sue posizioni guerrafondaie, suscitò veementi polemiche il suo legame con l’ azienda Halliburton, di cui era stato CEO dal 1995, che si dice abbia favorito nell’aggiudicazione di ricchi contratti di fornitura per le forze armate impegnate in Medio Oriente. Durante il suo secondo mandato, nel 2007, fu bersaglio del fallito attentato kamikaze all’ aeroporto di Bagram, in Afghanistan, nel quale morirono più di 20 persone, rivendicato in seguito da Al-Qa’ida. Il 6 novembre dello stesso anno il deputato Dennis Kucinich presentò al Congresso degli Stati Uniti una risoluzione (n.799, riproposizione di una precedente risoluzione n.333) per l’impeachment di Cheney. I motivi di tale risoluzione erano relativi alla manipolazione delle informazioni dei servizi segreti per stabilire un legame tra Iraq e Al-Qa’ida e giustificare in tal modo la successiva guerra. La mozione trovò nel tempo l’appoggio solo di altri ventisei deputati, decadendo al termine del mandato di Cheney, nel 2009.
Figura controversa, machiavellica, accusato più volte di misoginia e additato come violentatore, è di quest’uomo che Adam McKay (La Grande Scommessa) traccia un profilo nel film che uscirà a Natale negli USA e arriverà in Italia il 3 gennaio 2019, prodotto dalla PLAN B Entertainment di Brad Pitt. Le anticipazioni sulla pellicola si rincorrono, ma se è vero che, prima dell’ uscita ufficiale, ha già conquistato 6 nomination ai Golden Globes c’è da scommettere che il film sarà uno dei concorrenti più temibili agli Oscar 2019. Già dal trailer lascia di stucco la trasformazione del protagonista Christian Bale, che nell’ aspetto, nella mimica e persino nella voce impersona con stupefacente realismo il “falco” repubblicano. Impossibile inoltre tralasciare il cast di contorno, che annovera Amy Adams spietata consorte di Cheney, Steve Carell nella parte di Donald Rumsfeld e un gigione come Sam Rockwell nel ruolo di George W. Bush. Appuntamento al cinema, per un film da non perdere, ritratto dissacrante di una delle figure più sottovalutate e determinanti nella politica mondiale degli ultimi anni.