Il mondo è ormai pieno di guerre, instabilità politiche e sociali, carestie e malattie, con partiti che cercano di prendere il potere e dare un ordine al sistema. Pensate che voglia parlarvi di attualità? Tutt’altro, sto solo iniziando a raccontarvi V per Vendetta ed il mio incipit serviva solo per illustrarvi quanto questo film del 2005 sia ancora così attuale e pieno di insegnamenti e moniti da tenere sempre ben presenti.
V per Vendetta, la trama
In questo caos mondiale, in Inghilterra prende potere il partito “Fuoco norreno” (Norsefire), guidato da Adam Sutler/ John Hurt (morto nel gennaio del 2017) il quale, aiutato dal capo dei servizi segreti ma che segretamente aspira a prenderne prima o poi il posto, Creedy/ Tim Pigott Smith, dal capo della polizia Finch/ Stephen Rea, dal capo delle comunicazioni Dascomb/ Ben Miles, dal consigliere Etheridge/ Eddie Marsan e dal presentatore tv chiamato anche “la Voce di Londra” Lewis Prothero/ Roger Allam, arriva presto a ricoprire la carica di Alto Cancelliere, che noi vediamo sempre, come d’altronde il suo “cerchio magico” e tutti i londinesi, attraverso un megaschermo.
Non manca molto che il partito instaura una dittatura totalitaria, arrivando a limitare la libertà individuale, sequestrando libri, musiche, film, e imprigionando minoranze religiose, gay e chiunque si voglia opporre al sistema, istituendo i castigatori, una sorta di polizia segreta, e un rigido coprifuoco.
Fin qui le analogie con la nostra storia passata sono evidenti, le immagini che scorrono e ci mostrano la realtà di Londra, la violenza nel reprimere i dissensi, l’ inquietudine della cittadinanza che ha autorizzato questo sistema, ma che ora ne è notevolmente impaurito, gli arresti notturni e la detenzione in prigioni che ci ricordano i campi di concentramento e il periodo nazista. E’ in questo contesto che facciamo la conoscenza di V.
“Chi sei?”. “Chi… “Chi” è soltanto la forma conseguente alla funzione, ma ciò che sono è un uomo in maschera.” “Ah, questo lo vedo” .”Certo, non metto in dubbio le tue capacità di osservazione. Sto solo sottolineando il paradosso del chiedere ad un uomo mascherato chi egli sia.”.
Una notte, rientrando ben oltre l’orario del coprifuoco, la giovane Evey/ Natalie Portman, viene sorpresa da tre castigatori; decisi a stuprarla, non si accorgono dell’arrivo di un enigmatico uomo mascherato che li uccide, salvando così la ragazza. La sua apparizione, come la presentazione che lui dà di se è molto teatrale, ma vi consiglio di guardarla ancora una volta, perché già da quei pochi istanti, ti affezioni già a quell’uomo misterioso, che combatte come un leone, ma che mostra un lato quasi fanciullesco e giocoso.
Se non avete voglia di guardarvi l’inizio del film, almeno leggetevi il simpatico monologo di presentazione di V/ Hugo Weaving (magnifico, a mio parere, nella sua interpretazione interamente fisica):
“Voilà. Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L’unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.”
Quando V incrocia lo sguardo di Evey, dice “Io come Dio non gioco ai dadi e non credo alle coincidenze.” e difatti, da quel momento, la vita dei due sarà inevitabilmente intrecciata, fino all’epilogo finale. Intanto però, V conduce la ragazza sopra un tetto mentre per le strade si diffonde “Ouverture 182” di Tchaikovsky e l’Old Bailey assieme alla statua della giustizia, esplodono lanciando fuochi d’artificio nel cielo che andranno a formare un enorme V. E così si presenta a tutta Londra ed ai suoi cittadini, in cui comincia a insinuarsi un’idea, ma ancora troppo lieve per diventare una rivoluzione.
Ma chi è quest’uomo che indossa quella bianca maschera che riproduce le fattezze di Guy Fawkes, cospiratore che nel 5 novembre del 1605 cercò di uccidere Re Giorgio I e tutti i membri del parlamento nella famosa “congiura delle polveri”? Lo scopriamo a poco a poco, mentre lui compie la sua vendetta e, grazie anche al capo della polizia Finch, che non accetta fino in fondo i metodi del partito, e della sua indagine che svela la verità sulla vita di V, ma anche quella delle vittime della sua furia.
“Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto.”
Dopo aver colpito la principale emittente televisiva di Londra, dove lavora anche Evie, si connette all’intera rete televisiva e fa un discorso alla città che, secondo me, andrebbe risentito più volte e insegnato anche nelle scuole, poiché il potere della parola, e della verità soprattutto, è molto spesso dimenticato.
Evie viene ferita e, per evitare che i poliziotti l’arrestino, la porta nella sua “casa”, un tunnel sotterraneo che li chiama “la galleria delle ombre”, luogo dove ha raccolto quadri, libri, musica e film, salvando tutto quello che il Fuoco norreno avrebbe voluto far scomparire. Qui ci affezioniamo ancora di più a quella figura mascherata a cui è stata negata un infanzia, e che si commuove per una musica o che sa a memoria un vecchio film in bianco e nero, che indossa un pannello da cucina a quadri sopra il suo costume per preparare la colazione.
Ma ancora la giovane Evie non riesce a comprenderlo fino in fondo, soprattutto il lato assassino di V che lei, nonostante abbia perso entrambi i genitori e il fratello per colpa del partito, non condivide. Dopo aver ucciso “la voce di Londra”, V diventa il ricercato numero uno della polizia segreta, ma riesce ancora ad uccidere il vescovo pedofilo, prima che Evie ripudi questo suo lato sanguinario e fugga rifugiandosi dal suo vecchio amico della televisione Deitrich / Stephen Fry, famoso conduttore tv segretamente gay e custode segreto di alcune opere proibite tra cui un antica versione del Corano, non sapendo che presto sarebbero venuti i castigatori a prendere anche loro.
E così Evie viene torturata per giorni mentre cercano di convincerla a rivelare dove si nasconde V, e lei trova, in un buco nel muro, una lettera di Valerie, una giovane imprigionata anni prima, che le dà la speranza e la forza di tenere duro, fino a quando non le viene prospettata una fredda esecuzione. Evie affronta la fine a testa alta e calma mentale, scoprendo, con rabbia e sollievo, che era stato V a farle tutto questo, solo per farle nascere quel coraggio e quella forza che la donna teneva chiusa dentro di sé, ma che aveva bisogno di esplodere. Io leggerei le righe della lettera che Evie ritrova, sono di una bellezza e una delicatezza davvero toccante, specialmente le ultime parole:
” …Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.”.
“E così ricopro la mia muta perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo!”.
Evie se ne va, promettendo però che sarebbe tornata l’anno dopo, il 5 novembre, quando tutto accadrà, quando tutto avrà inizio. Allora seguiamo l’indagine del detective Finch il quale, assieme al suo sottoposto Dominic/ Rupert Graves, si inoltrerà ancora di più nell’enigma e, dopo l’ennesimo omicidio di V, finalmente, tutta la verità si dipana davanti ai nostri occhi, e quella simpatia istintiva che proviamo per V è ancora più giustificata da quello che il partito ha fatto a lui e alle sua famiglia, ma soprattutto quello che il Fuoco norreno ha causato all’intera nazione.
Arriva finalmente il 5 novembre e, nonostante tutte le misure di sicurezza prese, V riesce finalmente a fare esplodere il palazzo di Westminster, ma gli riesce la cosa che più gli stava a cuore, il valore per cui sacrifica la sua vita: ha diffuso un’idea che ha preso piede e si è radicata nella popolazione presentandosi davanti al palazzo per godersi lo spettacolo, portando ognuno sul volto la maschera di V, segnando la fine dell’Alto Cancelliere e della sua dittatura.
Cosa dirvi ancora per convincervi a rivedervi questo film, per fare vostri certi pensieri di libertà individuali, per aprirvi gli occhi sulle verità che vi vengono dette dagli esponenti politici, per prestare sempre attenzione alla propaganda, per mettere sempre tutto in dubbio e in discussione, e per capire che, molte volte, la storia ha la tendenza ad essere ciclica ripresentando a noi umani i nostri più grandi errori.
Qualche curiosità
- Non doveva essere Hugo Weaving ad interpretare V, ma l’attore britannico James Purefoy “Solomon Kane”, ma non sono ben chiari i motivi della sostituzione.
- V per Vendetta è ispirato all’omonima graphic novel di Alan Moore e David Lloyd, ma Moore si è dissociato dal film, dichiarando che la pellicola era ben lontana dal fumetto, aggiungendo “La sceneggiatura è imbecille. Ci sono dei buchi così grossi…“.
- “Vi Veri Veniversum Vivus Vici.” “Con la forza della verità, da vivo, ho conquistato l’universo” è una frase che l’occultista inglese Aleister Crowley usò come motto insediandosi nella sua carica di Magister Templi, anche se nel film viene attribuita a Faust-
- VVVVV, sono cinque “V”,” V” numero romano per cinque, e V era rinchiuso nella stanza V, cinque….vi ho fatto girare la testa?!
“C’è molto più della carne dietro questa maschera. C’è un’idea, e le idee sono a prova di proiettile”.