The Human Voice è l’ultimo lavoro di Pedro Almodóvar, sbarcato oggi a Venezia per presentarlo al mondo nella cornice della Mostra internazionale del Cinema n.77. Ispirato all’omonima opera teatrale di Jean Cocteau, già portata sul grande schermo tra gli altri da Roberto Rossellini con Anna Magnani (il film è L’amore e l’episodio nel quale l’attrice interpreta il monologo s’intitola proprio La voce umana). Racconta la storia di una donna disperata che aspetta la telefonata dell’amato che l’ha appena abbandonata. Si tratta del primo film in inglese di Almodóvar, che ha scelto Tilda Swinton, insignita quest’anno del Leone d’oro alla carriera, come protagonista. El Deseo ha prodotto The Human Voice, con José Luis Alcaine direttore della fotografia e Alberto Iglesias autore della colonna sonora. Al film il regista pensava dagli anni ’80, subito dopo aver finito Donne sull’orlo di una crisi di nervi, ma aveva sempre rimandato; ora invece lo ha girato e montato a tempo di record, pur di presentarlo a Venezia 77, dopo un lavoro di riscrittura della sceneggiatura notevole: “L’unico modo che avevo per girare il film era farlo mio. Il mio obiettivo non era snaturare un classico ma renderlo personale, senza farne un semplice remake.”
Con l’attrice britannica c’è stata sin da subito una sintonia particolare e, in conferenza stampa, il regista spagnolo ha speso per lei parole al miele:”Se lavorerò ancora con Tilda Swinton? Sicuramente mi piacerebbe moltissimo fare ancora qualcosa con lei, e succederà, anche se ancora non c’è un progetto concreto. Quando scopri la chimica con un attore non è comparabile con nient’altro. Tutto si amplifica, le capacità si moltiplicano”.
La stessa attrice si è detta entusiasta di questa possibilità, ricordando la sorpresa provata davanti alla chiamata del regista,sapendo che quest’ultimo non aveva mai girato in inglese: “Io non parlo nemmeno una parola di spagnolo”.
L’incontro con la stampa è stata anche un’occasione per parlare del lockdown visto dalla Spagna in seguito all’emergenza COVID-19, che, secondo lui ha evidenziato ancora una volta l’importanza del cinema e della cultura in generale: “Il confinamento ci ha costretto tutti in casa, e ha dimostrato a che punto la gente dipende dalle fiction. Le piattaforme, la tv, i film hanno avuto una funzione molto importante e hanno rappresentato il modo più frequente di trascorrere il tempo. Questo ha dimostrato che la cultura è assolutamente necessaria”. Non sono mancati tuttavia gli lati negativi :”La casa può essere un luogo di reclusione. Abbiamo visto che è un luogo dove possiamo lavorare, comprare, spedire il cibo, innamorarci, e fare tutto questo in un modo sedentario. Questo mi pare molto pericoloso. E’ molto importante che le persone si vestano, escano, vadano ad incontrare gli altri, condividano le emozioni, abbiano relazioni reali”.
Come addetto ai lavori ha poi sottolineato l’importanza di poter vedere un film al cinema:” A livello umano è essenziale e come regista per me è importantissimo che le persone non smettano di vestirsi e recarsi al cinema- dice- che si emozionino, che piangano, che ridano sempre con altre persone vicine, condividendo tutto questo”. Naturalmente i film devono poter essere visti in qualsiasi modo, ammette il regista, “ma io come cineasta ho bisogno di sentire come respirano gli spettatori. Questo mi da la misura esatta di come lo spettatore vive il film”.