A Venezia 75 torna Luca Marinelli in un film di Valerio Mieli, Ricordi?. Una storia d’amore raccontata al passato, attraverso i ricordi di Lui e di Lei.
Luca Marinelli torna per la quarta volta al Festival del Cinema di Venezia, stavolta con Ricordi? di Valerio Mieli. Marinelli lo conosciamo tutti per Lo chiamavano Jeeg Robot, in cui dà prova della sua bravura con un personaggio stravagante, duro, un villain a tutti gli effetti. Ma Luca Marinelli sa anche essere un attore molto intenso, capace di una sensibilità ineguagliabile ed è per questo che anche film come Una questione privata o, appunto, Ricordi sembrano essere perfetti per lui. Se poi viene diretto da un regista come Valerio Mieli, che con il suo film d’esordio Dieci Inverni è riuscito a conquistare un David di Donatello e un Nastro d’Argento, i risultati possono essere sorprendenti.
Ricordi? è una storia d’amore,
ma raccontata in modo particolare. Non ha un’unica linea temporale, non ha un’unica voce narrante. Ogni scena è un ricordo, di Lui o di Lei. Un Lui tenebroso e malinconico, ancorato al passato, al quale si aggrappa con tutte le sue forze e che non riesce a lasciare andare. Una Lei vivace, solare, che ama vivere il presente. Due personalità molto diverse che devono imparare a convivere e, forse, anche a vivere.
Ricordi? è un film complesso, che non vuole parlare della vita, ma piuttosto di come noi la viviamo e percepiamo ogni giorno. È un film che vuol raccontare dell’amore e di come questo non sempre sia libero, ma trattenuto dal peso dei ricordi. È un film sulla convivenza, sulle difficoltà del vivere insieme e sulla necessità di riuscire a cambiare per l’altro. Lui deve imparare a vivere, a essere felice e per farlo deve allontanare i ricordi. Lei deve confrontarsi con la complessità, con il dolore e con un passato così diverso dal suo. Ricordi? è, dunque, un film che parla della vita, di come ognuno di noi riesce a viverla.
“Ricordi? è un film pieno di dubbi, che sono gli stessi maturati nella percezione della nostra vita. Il mio obiettivo era mostrare la temporalità mescolata. Quanto la nostra percezione del mondo dipenda dal nostro stato d’animo, quanto si possa essere realmente felici è un tema che mi ossessiona da tanto. La percezione che abbiamo del passato è molto meno semplice di quella che possiamo immaginare, non è un flashback, un file che apriamo e vediamo come sono andate le cose, è uno strano magma, che ho cercato di rendere” racconta il regista “Volevo raccontare più l’esperienza della vita che non la vita stessa, quindi le cose dal di dentro. Una cosa frequente nella letteratura da inizio ventesimo secolo in poi, ma fatta ancora un po’ poco al cinema. Secondo me c’è ancora tanto margine per utilizzare i suoi strumenti, entrare di più dentro alla testa delle persone“.
In particolare il tema del passato ha affascinato Mieli e gli stessi attori, Luca Marinelli e Linda Caridi, che si sono dovuti confrontare con personaggi difficili e con un modo di raccontarli complicato.
A questo proposito Marinelli dice: “E’ stato fondamentale un duro lavoro iniziale con Valerio per ‘mappare’ la direzione dei personaggi nei diversi punti della storia, ci sono milioni di punti di vista. Poi non è stato difficile; è l’esatto meccanismo che noi adoperiamo nella vita, è quel flusso di emozioni che ci riproponiamo secondo per secondo“.