Titolo: Vatican Girl: La scomparsa di Emanuela Orlandi; Regia: Mark Lewis; Episodi: 4; Genere: Docuserie; Data di Uscita: 20 ottobre; Piattaforma: Netflix.
Vatican Girl Sinossi
Nel 1983, una 15enne scompare nel nulla all’interno delle mura della Città del Vaticano, aprendo un mistero che attraversa quattro decenni di storia tra intrighi internazionali, Chiesa e mafia.
Emanuela Orlandi nasce il 14 gennaio 1968, a Roma da Ercole Orlandi, un commesso della Prefettura della casa pontificia e Maria Pezzano. Cittadina vaticana, conduce una vita normalissima sino al 22 giugno del 1983 quando, a soli quindici anni, viene rapita e non fa più ritorno a casa.
Il sequestro avviene da Piazza Sant’Apollinare, a Roma, dove Emanuela frequentava una scuola di musica ed avviene dopo le 18, orario in cui telefona a casa per avvisare che l’autobus è in ritardo. Le autorità non condividono le ansie immediate della famiglia che conosce molto bene Emanuela e sa che non scapperebbe di casa ed invitano gli Orlandi ad attendere le canoniche 24/48 ore prima di sporgere denuncia, sospettando un allontanamento volontario, una goliardata adolescenziale.
Trascorse quelle interminabili e terrificanti ore, gli Orlandi pubblicano la notizia della scomparsa di Emanuela e preparano dei manifesti che ormai tutti conosciamo fin troppo bene. Inaspettatamente, senza che nessuno della famiglia Orlandi ne abbia fatto richiesta e senza che abbiano contattato il Vaticano, Papa Giovanni Paolo II, in occasione dell’Angelus domenicale, lancia da Piazza San Pietro un appello per chiedere la liberazione di Emanuela dimostrando, fin da subito, un coinvolgimento ed un interessamento nella vicenda da parte del Vaticano.
Quello strano interesse del Vaticano nella tragedia che ha colpito la famiglia Orlandi è solo la punta di un iceberg che si cela sotto la superficie di un gelido oceano di oscuri, imperdonabili ed inconfessabili segreti. La vicenda di Emanuela Orlandi è nota a noi tutti e ha viaggiato anche oltreoceano, è per questo che oltre all’intenso lavoro dei giornalisti italiani, la stampa di tutto il mondo ha fatto in modo di non spegnere mai i riflettori su Emanuela ed il suo dolce sorriso.
Il lavoro che Mark Lewis ha realizzato con Vatican Girl è accurato, delicato e sistematico. Ha il pregio della sintesi, ma sa guidare l’interesse e l’attenzione dello spettatore creando una ricostruzione attenta, logica, consequenziale e precisa, che non trascura niente e nessun indizio. Ammetto, anzi, di aver appreso alcuni particolari soltanto grazie alla visione di questa docuserie.
Dalla richiesta di scarcerazione di Ali Ağca, l’attentatore di Papa Wojtyla, da parte dei “Lupi grigi” alle continue telefonate del misterioso uomo soprannominato “l’americano”. Dalle tardive, quanto non totalmente attendibili, rivelazione di tale Sabrina Minardi, amante di Renatino De Pedis, ex boss della banda della Magliana, alla pista dei soldi investiti dalla mafia nella banca vaticana dello Ior e mai restituiti. Dal protagonismo improvviso di tale Marco Accetti, che fa ritrovare il flauto di Emanuela e si autoaccusa del suo sequestro, alla pista della pedofilia dilagante tra i prelati.
Intanto, nel 2017 è stato diffuso un dossier che documenta tutte le spese sostenute dal Vaticano per il mantenimento, l’educazione, il vitto, l’alloggio ed il trasferimento di Emanuela. Il dossier rivela che la ragazza, poco dopo essere stata rapita, ha vissuto a Londra in un ostello religioso e che, morta nel 1997, è stata nuovamente trasferita a Roma, per essere sepolta.
Ma nonostante tutta questa retorica, tutti questi colpi di scena, tutti i personaggi che hanno preteso di “dire la propria” sul mistero più grande che il Vaticano cela, di Emanuela non sono state mai rinvenute le spoglie. Il tutto a spese e a discapito della sofferenza e del sincero dolore della famiglia Orlandi, nucleo saldo ed unito di persone perbene che non hanno mai cessato né mai cesseranno di chiedere, di pretendere la verità (neanche quando Papa Francesco, che ha evidentemente appreso i segreti del mistero della Vatican Girl, disse loro che “Emanuela è con Dio“).
Questo articolo non è una recensione e non vuole esserlo, perché come sarebbe possibile dare un voto al lavoro di ricostruzione di uno dei casi di cronaca nera che ha scosso e ancora continua a scuotere profondamente il nostro Paese ed il mondo intero? Ma questo non significa non riuscire ad esprimere un giudizio su Vatican Girl.
Vatican Girl è un ottimo lavoro, è un documentario ricco, preciso e tecnicamente ineccepibile, che racconta Emanuela anche oltre l’orrore che l’ha travolta per consegnare la sua memoria ad una vita che le è stata negata, per fare in modo che non sia mai dimenticata e perché no, per sperare ancora che i suoi cari possano riabbracciarla.
Potremmo sperare che la coscienza sincera del Pontefice, capace di conquistare tante persone a prescindere dal credo religioso, prima della fine del suo pontificato, lo porterà a rivelare ciò che (per ovvie, sebbene non condivisibili, ragioni) ora sa e non dice. Ma chiunque vorrà parlare di Emanuela Orlandi, abbandoni la ricerca di attenzioni e notorietà, parli e parli davvero. Adesso agli Orlandi sia detta tutta la verità.