Il controverso pittore Vincent Van Gogh torna ad essere il protagonista di una nuova pellicola
Vincent Van Gogh non smette di affascinare con le sue opere e con la sua vita.
Qualche mese fa, per essere più precisi ad aprile, nelle sale è apparso il docufilm Van Gogh: tra il granaio e il cielo, nel quale conosciamo il pittore attraverso la sua più grande collezionista Helene Kröller-Müller e alla quale dobbiamo la creazione del primo museo dedicato all’artista.
Nel 2017 è la volta del primo film d’animazione sul pittore, dal titolo Loving Vincent e che ha ricevuto una nomination per gli Oscar 2018. Gli attori iniziano a camminare all’interno dei quadri portandoli in vita. Così come è impossibile non citare l’episodio di Doctor Who nel quale l’undicesimo Dottore e i suoi companions fanno la conoscenza del nostro amato pittore.
Nel film Sogni di Akira Kurosawa, Van Gogh viene interpretato dal regista Martin Scorzese e ambientato nel famoso quadro Campo di grano con volo di corvi. Nel 1990, Altman dirige Vincent & Theo incentrato sul difficile rapporto fraterno tra i due.
Tuttavia dobbiamo risalire al 1956 per avere la prima pellicola con protagonista Van Gogh. Lust for Life è ambientato durante la permanenza dell’artista ad Arles, tra il 1888 e il 1889, durante la quale matura una nuova pittura e stringe una forte amicizia con il pittore Paul Gaughin.
Questa volta l’onore di portare il celebre Vincent Van Gogh sui grandi schermi è toccato al regista ed artista contemporaneo Julian Schnabel. E chi meglio di un addetto ai lavori può raccontarci e mettere in luce alcuni aspetti della vita del pittore? Schnabel non è nuovo a produzioni incentrate sull’arte: nel 1996 ha realizzato un documentario su Basquiat, writer e pittore statunitense.
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità si incentra sugli ultimi anni della vita del pittore, muovendosi dal rapporto conflittuale con Paul Gaughin e da quello viscerale con il fratello Théo fino ad arrivare al suo suicidio a soli 37 anni.
In questi anni la sua produzione è molto proficua, si parla di centinaia e centinaia di opere, oltre ad aver creato alcuni dei suoi dipinti più conosciuti come La camera di Vincent ad Arles, Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles, la serie dei Girasoli, Notte stellata sul Rodano, Autoritratto con orecchio bendato e Notte stellata.
Il film ci mostra i tormenti del pittore olandese, i conflitti e la solitudine, la sua creatività, i suoi sacrifici, la sua visione del mondo e della realtà.
“Questo è un film sulla pittura e un pittore e la loro relazione rispetto all’infinito” ha dichiarato Schnabel a Venezia. “Contiene quelli che sono i momenti che considero essenziali nella sua vita; non è una biografia, ma la mia versione della storia. Una versione che spero possa avvicinarvi maggiormente all’artista.”
Il protagonista è Willem Dafoe, che ha già lavorato con il regista in Basquiat, vincitore della Coppa Volpi per il Miglior attore alla Mostra d’arte Cinematografica di Venezia e candidato ai Golden Globe 2019 come Miglior attore in un film drammatico. Inoltre il periodico Rolling Stone ha definito Dafoe come “monumentale”. Per interpretare la parte, Dafoe ha preso lezioni di pittura da Schnabel stesso. Grazie a ciò, l’attore si è avvicinato alla realtà di Van Gogh, ha compreso che la pittura è una combinazione di ispirazione, impulso, tecnica, esercizio e abbandono di tutto questo. “Penso che sia bello dar vita ai personaggi facendo quello che fanno loro. Cambia quello che sei”, “Non si tratta più di interpretare quella persona, ma di viverla”.
Oscar Isaac dà il volto a Paul Gaugin e a proposito del rapporto tra i due pittori dice: “Fino a quel momento Van Gogh era stato quasi sempre solo, sempre chiuso in se stesso, e l’arrivo di Gauguin rappresentò davvero per lui un’ancora di salvezza, la sola persona forse in grado di capire quello che stava cercando di fare.”
Il co-sceneggiatore Jean – Claude Carrière afferma:”é un film su un pittore, Van Gogh, nel quale abbiamo cercato di evitare di raccontare una biografia – sarebbe stato assurdo, è talmente nota! – e di immaginare invece scene che avrebbero potuto plausibilmente aver luogo, situazioni nelle quali Van Gogh avrebbe potuto trovarsi e cose che avrebbe potuto dire, ma che la storia non ha registrato. Si tratta di un approccio completamente nuovo.”
Il progetto del film è nato e ha preso forma mentre Schnabel e Carrière visionavano i 40 dipinti della mostra “Van Gogh/Artaud: Il suicidato della società” presso il Musée d’Orsay. I due volevano creare un qualcosa che trasmettesse la consapevolezza che il pittore avesse di se stesso e del suo modo di guardare le cose durante gli ultimi anni della sua vita.
Louise Kugelberg, co-montatrice ed architetta di interni dice: “I quadri e i disegni di Van Gogh rivelano il punto di vista di qualcuno lontano dalla società ma immerso nella natura… Il silenzio è importante quanto i dialoghi, i paesaggi sono importanti quanto i ritratti. Per girare questo film siamo andati nei luoghi in cui Van Gogh ha lavorato e ha vissuto negli ultimi due anni della sua vita — Arles, l’istituto psichiatrico di Saint-Remy, Auvers-Sur-Oise; il film è narrato in gran parte in prima persona e speriamo che questo dia al pubblico la possibilità di conoscere un po’ la dimensione interiore di quest’uomo, anziché osservarlo a distanza”.
Distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment, Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità sarà al cinema dal 3 gennaio 2019.