Il mondo dorato di Hollywood è senza dubbio ancora scosso dalle vicende giudiziarie legate dell’ex boss di Miramax Harvey Weinstein che hanno portato alla nascita del movimento #MeToo.
Non dovrebbe stupire pertanto, o forse si, che molti film e serie TV, siano ultimamente legate o collegate al mondo femminile.
In quest’ottica quindi, c’era da aspettarsi che anche il connubio fra cinema e arte si sarebbe indirizzato in questo senso, dando voce a una delle ariste più conosciute e del panorama artistico mondiale, Artemisia Gentileschi.
La sua vita ribelle, ricca di vitalità e piena di sofferenza, diventerà infatti una serie tv.
La notizia è stata resa nota proprio mentre l’artista è protagonista di una mostra nel massimo tempio londinese, la National Gallery.
La “tv-series” che sarà sviluppata da ViacomCBS International Studios, vedrà come produttrice esecutiva la messicana Frida Torresblanco, conosciuta per i suoi lavori con Alfonso Cuarón e Guillermo del Toro (in particolare, è nota per aver prodotto il film Il labirinto del fauno, vincitore degli Oscar 2007 per la miglior fotografia, la miglior scenografia e il miglior trucco); ad affiancare Torresblanco nella produzione ci sarà Jill Offman, direttrice della casa di produzione 66 Media.
Le riprese dovrebbero cominciare nel 2021 ma la serie è gia’ in fase avanzata di produzione su un copione adattato dalla monografia di Mary Garrard Artemisia Gentileschi.
E’ la prima volta che la vita dell’artista figlia del pittore manierista Orazio Gentileschi diventa un soggetto televisivo.
Il saggio della Garrard, una storica dell’arte americana, include la trascrizione del processo per stupro in cui Artemisia fu sottoposta a un esame ginecologico e torturata con lo schiacciamento dei pollici per dimostrare la verita’ delle sue accuse contro un altro pittore, Agostino Tassi, amico del padre.
Sulla Gentileschi è stato poi girato un film, in cui il rapporto della pittrice con Tassi viene descritto come consensuale. La Torresblanco ha assicurato che non sarà così nella serie televisiva.
“Sara’ un’opera femminista e contemporanea, provocatoria e al tempo stesso trasgressiva, in cui lo spirito dei nostri giorni sarà evocato in modo eloquente ed elegante”
ha assicurato la producer
“Mi affascina molto dare una voce ad Artemisia e portare la sua storia sullo schermo. La sua vita e la sua arte ci dànno un’ispirazione che è necessaria oggi più che mai. Ci sono infatti forti legami tra l’attualità e questa donna giovane e coraggiosa che ha superato un abuso e lo ha trasformato nell’eredità di un genio”.
Artemisia Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio del 1593, in quello che al tempo era noto come Stato della Chiesa. Fu una pittrice di talento, figlia primogenita di Prudentia Montone, che morì quando Artemisia aveva 12 anni, e di Orazio Gentileschi, noto pittore.
Suo padre fu uno dei principali sostenitori del rivoluzionario pittore barocco noto come Caravaggio al quale, come sappiamo, anche recentemente sono stati dedicati film e serie TV di cui vi abbiamo parlato.
L’artista fu anch’ella una delle principali sostenitrici della seconda generazione dei caravaggeschi.
Artemisia, mostrò fina da subito le sue enormi doti artistiche, e fu pertanto iniziata alla pittura dal padre Orazio, amico appunto del ribelle e provocatorio Caravaggio.
Caravaggio e Orazio vennero persino accusati di aver disegnato, in una strada di Roma, un graffito diffamatorio contro un altro pittore.
Durante il processo, Orazio raccontò l’aneddoto di quando Caravaggio si recò a casa sua per chiedergli in prestito delle ali d’angelo.
Questo dettaglio ci fa dedurre che il grande artista abbia mantenuto una stretta relazione con la famiglia Gentileschi, per cui è molto probabile che Artemisia lo abbia conosciuto.
La sua prima opera conosciuta è Susanna e i vecchioni, realizzata nel 1610, realizzata da lei ma attribuita al padre
Dipinse anche due versioni di uno studio del Caravaggio (mai realizzato da suo padre), Giuditta che decapita Oloferne.
Nel 1611 Orazio venne incaricato di decorare il Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma, insieme al pittore Agostino Tassi; con l’intezione di agevolare Artemisia, che aveva 17 anni, nel perfezionare la sua tecnica pittorica, Orazio ingaggiò Tassi per aiutarla.
Questo diede a Tassi la possibilità di trovarsi spesso solo con Artemisia e durante una delle lezioni di pittura abusò di lei. Dopo lo stupro, Artemisia iniziò una relazione con l’uomo credendo che si sarebbero sposati, tuttavia , poco tempo dopo, Tassi si rifiutò di sposarla.
Orazio decise allora di denunciarlo per stupro, avviando un processo che durò ben sette mesi.
Artemisia era vergine al momento dello stupro e il processo rivelò altri dettagli sconcertanti, come le diverse accuse nei confronti di Tassi sull’assassinio della prima moglie.
Artemisia dovette sottoporsi a un esame ginecologico per dimostrare di aver perso la verginità al momento dello stupro, e fu inoltre torturata con lo schiacciamento dei pollici per dimostrare la veridicità delle sue dichiarazioni.
Per un artista, queste esperienze avrebbero potuto essere devastanti, ma per fortuna Artemisia non riportò danni permanenti alle dita. La sua testimonianza appassionata, nella quale sostenne che avrebbe potuto uccidere Tassi dopo lo stupro, fornisce una serie di indizi sul suo carattere inusuale per l’epoca e la sua determinazione.
Alla fine Tassi fu dichiarato colpevole e punito con l’esilio.
Tale sentenza tuttavia non venne mai applicata, grazie alla protezione ricevuta dal Papa, in qualità delle sue doti artistiche.
Da quel momento, molti dei dipinti di Artemisia Gentileschi mostrano scene di donne aggredite da uomini o donne in posizioni di potere e in cerca di vendetta.
La serie, secondo quanto dichiarato dalla Torresblanco, sarà un prodotto
“femminista e contemporaneo, allo stesso tempo provocatorio e trasgressivo, e invocherà lo spirito della nostra attualità in una maniera eloquente ed elegante”.
“Sono ossessionata da Artemisia fin da quanto ho visto una sua opera in Italia”, ha aggiunto Jill Offman. “Piena di passione, fiera, talentuosa: il lavoro di Artemisia parla per la sua esperienza di vita, l’esperienza di un’artista donna nell’Italia del Rinascimento che rimane rilevante ancora oggi”.
La sua vita è stata raccontata, come detto, in un film del 1997 dal titolo Artemisia – Passione estrema, per la regia di Agnès Merlet, con protagonisti Valentina Cervi e Luca Zingaretti, ma per quanto riguarda le serie televisive si tratta della prima volta in assoluto.
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Questa serie sarà davvero un evento come pochi per far conoscere ed apprezzare il genio e la sregolatezza di questa donna forte e determinata, una ulteriore occasione per conoscerla sia come artista che donna straordinaria.