Quando il dialetto diventa universale
Un film in lingua napoletana, un film sulla relazione tra una madre ed un figlio, una di quelle storie dove le difficoltà condizionano e determinano l’andamento della relazione, ma che restituisce l’importanza della centratura sulle persone, perchè, come dice il regista: se miglioriamo le relazioni lo sfondo viene megliorato automaticamente , invece spesso si utilizza questo rapporto al contrario, cioè guardare lo sfondo e denunciarlo, ma esistono le persone.
Il trailer non lascia dubbi: ottimo ritmo, dialoghi fluidi, serrati, un’ottima sceneggiatura, forte, nella sua semplicità e ben bilanciata da una recitazione che tiene conto della misura, anche quando il personaggio è sopra le righe. Anna Foglietta, che interpreta Miriam, dice: è dentro di me Miriam, com’è dentro ognuno, ognuno di noi ha elementi anche mostruosi, nella propria natura. Miriam è una madre, donna, disturbata. Tutta la misura di quest’interpretazione, che rischiava di diventare caricaturale, e sarebbe stato veramente un delitto, è stata controllata, e tenuta con le briglie, da Ciro, ma anche dal nostro produttore Andrea Calbucci. L’energia, l’autenticità, l’urgenza narrativa, sembrano evidenti sin da subito. Interessante come la volontà del regista fosse quella di non definire geograficamente la provincia in cui si svolgono le azioni in favore di un’universalità della storia, pur scegliendo di far recitare gli attori in napoletano. Ma in effetti è probabile che ciò che viene dalle viscere, come la lingua dialettale, sia poi capace di elevarsi in alto e comunicare nella dimensione universale che si raccorda con le intenzioni registiche. D’altro canto O sole mio è intonata in tutto il mondo, no? E quando si resta nella dimensione umana è possibile, pur nel dolore, salvare la speranza.
Un film di Ciro D’Emilio. Con Anna Foglietta, Giampiero De Concilio, Massimo De Matteo, Lorenzo Sarcinelli
Drammatico, durata 88 min. – Italia 2018. Al cinema da giovedì 29 novembre 2018.